Qualcosa di nuovo sotto il sole

Sul verde brillante di un prato, ai piedi delle montagne, nel giardino di Villar Perosa, è stata posta una grande scultura pubblica di acciaio lucente. Dodici metri di lunghezza per otto d’altezza. Un ipotetico cannocchiale attraverso cui poter guardare alle suggestioni estetiche, architettoniche e storiche che riportano all’immaginare, progettare e costruire, sempre in acciaio: automobili.

Qualcosa di nuovo sotto il sole.

La storia della Fiat attorta in un unico manufatto simbolico, un oikos allegorico, figurato e forgiato dalle mani di un grande artista riconosciuto come Elio Garis.

Questo gioiello è la scultura “Circuito”, un’opera che sfida i confini della percezione e offre una riflessione sull’interazione tra l’uomo e il mondo che lo circonda. Un grande monolite moderno adagiato sul terreno senza bisogno di piedistallo alcuno, che si può attraversare, poggiarci sopra il palmo della mano come i propri occhi.

Creato dall’artista Elio Garis, questo capolavoro scultoreo si distingue per la sua fusione di forme geometriche e linee fluide, che si intrecciano in un vortice visivo che cattura l’attenzione e stimola la mente.

Qualcosa di nuovo sotto il sole.

Al centro della creazione di Garis si trova l’idea di connessione. “Circuito” non è solo un grande involucro cavo di acciaio, ma piuttosto un’entità unitaria, interconnesso con la storia del luogo, delle persone che hanno dato vita e forza alla più grande azienda industriale italiana. Questa visione riflette altresì la complessità della società moderna, in cui le persone, le tecnologie e l’ambiente sono avvolti in un intricato tessuto di relazioni.

L’opera di Garis attinge alla sua formazione tecnica e artistica, fondendo la precisione matematica con la sensibilità estetica. Le linee pulite e il mulinello ottico prospettico richiamano l’estetica del design contemporaneo, mentre la scelta dei materiali riflette un’attenzione particolare alla sostenibilità e alla durabilità. “Circuito” non è solo un’opera d’arte, ma una dichiarazione sulla memoria di un uomo come Gianni Agnelli.

Ciò che infonde carattere alla scultura “Circuito” è il suo impatto emotivo. Questa scultura non si limita a esistere nello spazio fisico, ma invita gli spettatori a esplorare il proprio rapporto con il mondo che li circonda. Le sue forme avvolgenti e la sua struttura aperta incoraggiano una riflessione sulla fluidità del tempo e dello spazio, sulle connessioni invisibili che ci legano gli uni agli altri e all’universo stesso.

“Circuito” offre un momento di contemplazione e di quiete. È un invito a rallentare, a guardare oltre le apparenze superficiali e a cogliere la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda. Attraverso la sua forma e il suo significato, questa scultura ci ricorda che siamo parte di qualcosa di più grande di noi stessi, e che la nostra esistenza è anch’essa circuito di vita.

Garis per Margherita Agnelli e l’amministrazione comunale ha costruito un’ode elicoidale, un imbuto metafisico, un’opera d’arte pubblica che si inserisce come testimonianza duratura della capacità umana di trasformare la materia in bellezza e di trovare significato nell’incontro tra ciò che è tangibile e ciò che è ineffabile.

Qualcosa di nuovo sotto il sole.

Ha detto Roberto Mastroianni, critico ed ex Direttore del Museo della Resistenza. “Elio Garis è uno dei più interessanti artisti italiani della sua generazione, le cui opere sono caratterizzate da una cifra poetica e stilistica estremamente riconoscibile, improntate alla valorizzazione delle logiche strutturali del reale. Nelle sue opere l’astrazione e il dinamismo si fanno plastica, dando vita a sculture capaci di rendere ragione della presenza dell’uomo nel mondo in relazione al paesaggio, al movimento e alle meccaniche strutturali dell’esistenza. Ormai da anni l’artista ci ha abituato a opere di arte pubblica dal grande impatto, che dialogano con lo spazio pubblico, il paesaggio e la storia dei luoghi e delle comunità in cui sono collocate”.