Il PAV Parco Arte Vivente, un bene comune della città di Torino

L’artista, il teorico, l’attivista Piero Gilardi (1942-2023) dal 2002 ha dedicato gran parte del suo tempo allo sviluppo di un progetto ambizioso, «il progetto di una vita», con «l’obiettivo politico di creare un “incubatore” di coscienza ecologica», uno spazio pubblico, un luogo d’incontro, di ricerca e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia.

Il PAV: un incubatore vivente

Courtesy PAV Parco Arte Vivente

Il PAV – Parco Arte Vivente apre nel 2008 ed è il risultato della conversione di un’area industriale dismessa – precedentemente occupata dalla Framtek, che realizzava componenti per auto – di 25.000 metri quadrati in un parco-museo pubblico aperto alla città. La produzione industriale tradizionale lascia spazio a un Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea in grado di generare una produzione di valore alternativa a quella precedente, anticipando l’urgenza di prestare attenzione a temi cari alla nostra contemporaneità, quali l’ecologia, la biopolitica e le nuove tecnologie. Ne parliamo con il direttore Enrico Bonanate.

Per chi non conosce Piero Gilardi e il PAV – Parco Arte Vivente, come ha preso vita questo museo all’aria aperta? quali erano gli obiettivi e le visioni della prima ora?

Piero Gilardi è stato un artista che ha costruito una carriera “non lineare” costellata da esperienze eterogenee. Dall’apporto agli sviluppi dell’Arte Povera e dell’arte internazionale di fine anni Sessanta, passando da quella che lui definiva l’“esperienza transculturale” dell’attivismo politico, fino all’interesse nei confronti dell’arte relazionale e delle nuove tecnologie, per arrivare, dall’inizio degli anni 2000, all’esplorazione della Bioarte. Il PAV Parco Arte Vivente fa parte di quest’ultima esperienza di vita di Gilardi, ma risulta evidente che sia il risultato del suo intero percorso, del suo impegno politico e sociale volto ad agire nella società, dove la dialettica natura/cultura presente nelle sue sperimentazioni fin dagli inizi, viene indagata attraverso una attenzione all’ecologia, alla biopolitica e alle nuove tecnologie. Il tentativo era quello di creare un luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, un museo aperto dove il pubblico potesse incontrare gli artisti e partecipare alle loro sperimentazioni volte ad indagare l’Arte del Vivente.

Il PAV: un incubatore vivente

Piero Gilardi Courtesy PAV Parco Arte Vivente

Il PAV è un parco pubblico nel paesaggio urbano, ma è anche un Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea, cosa significa?

Lo scopo del PAV fin dagli inizi è stato quello di creare un luogo aperto e di sperimentazione, dove fare ricerca, ma anche all’interno del quale il pubblico non si sentisse estraneo e potesse interagire diventando portatore di conoscenza. Ad oggi oltre alle mostre temporanee a cura di Marco Scotini e le installazioni permanenti presenti nel parco, dedichiamo gran parte della nostra programmazione ai laboratori e ai servizi educativi a cura delle Attività Educative e Formative del PAV.

Enrico Bonanate

Abbiamo all’attivo una intensa attività con scuole primarie e secondarie della città di Torino, con programmi volti a dare valore alla biodiversità, alla scoperta, alla partecipazione e alla sostenibilità. Quattro volte all’anno artisti italiani e internazionali conducono dei workshop aperti al pubblico, solitamente frequentati da giovani artisti e studenti, ma anche da docenti, o persone semplicemente interessate. Essendo il PAV un parco pubblico nei mesi primaverili ed estivi, gran parte delle nostre attività si svolgono all’aperto, esplorando il parco e il suo patrimonio verde attraverso uno sguardo scientifico e al contempo umanistico. Il museo e il parco sono aperti dal mercoledì alla domenica e il parco è visitabile gratuitamente da mercoledì a venerdì, tutto il museo è gratuito ogni ultima domenica del mese, mentre i residenti di zona hanno la possibilità di richiedere la “Tessera dei Vicini al PAV” ed avere l’accesso gratuito tutto l’anno.

Dall’apertura del PAV nel 2008 sono passati 15 anni, anni cruciali per lo sviluppo di una presa di coscienza che individua l’attività umana come responsabile della crescita e accelerazione del cambiamento climatico. Che funzione ha l’arte nella comprensione di questi fenomeni?

Il PAV: un incubatore vivente

Eugenio Tibaldi

Da artista Piero Gilardi ha saputo anticipare l’urgenza di prestare attenzione a temi quali l’ecologia politica e il cambiamento climatico. Negli ultimi anni questo suo interesse, nonostante l’età avanzata, l’aveva portato ad essere molto vicino ai movimenti sociali che ad oggi stanno lottando per rivendicare la giustizia climatica come Extinction Rebellion e Fridays for Future. Il contributo che gli artisti possono portare nel dibattito pubblico attraverso il loro sguardo e la loro pratica può dare forma a grandi utopie che, in casi fortunati come quello del PAV, possono diventare concrete. Possiamo trovarne ulteriori esempi in alcune mostre curate da Marco Scotini presso il PAV negli ultimi anni, dall’appello visionario che anticipava la minaccia della crisi ambientale lanciato da Joseph Beuys nel 1980 “Ovunque in futuro si dovranno innalzare tende verdi su tutto il pianeta! Dovranno essere le incubatrici di una nuova società” fino alla mostra ora in corso (fino al 20 ottobre 2023) Andare con le radici del gruppo Wurmkos dove la foresta diventa un riferimento dal quale imparare metodologie alle quali ricorrere per potenziare il nostro modo di costruire relazioni sociali.

Courtesy PAV Parco Arte Vivente

Cosa immaginava Piero Gilardi per il futuro del PAV? Cosa avete in programma per la prossima mostra?
Apriremo la programmazione 2023/24 con una mostra dedicata a Piero Gilardi, un omaggio che indaga i primi anni della sua sperimentazione artistica e teorica, che si snoda tra arte, tecnologia e design. L’intento è quello di ripartire dalla sua figura per riflettere su quella che era la sua visione e ripensare al valore dell’eredità che ci ha lasciato con la fondazione del PAV.

Workshop

Il futuro del nostro museo è in continuità con quelli che erano i nostri valori della prima ora e permane come elemento centrale l’impegno ecologico e il rapporto arte e natura. L’intento del PAV è quello di ospitare i cittadini in un luogo dove interpretare la natura a partire da un parco pubblico nel paesaggio urbano e attraverso l’arte contemporanea, i suoi sguardi, i suoi metodi e le sue domande, «creare un “incubatore” di coscienza ecologica» come lo definì lo stesso Gilardi nel libro La mia biopolitica. Arte e lotte del vivente. Scritti 1963-2014.

Alessandra Messali