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Anna Boghiguian al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea

Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea

Anna Boghiguian, veduta d’installazione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2017, ph. Andrea Guermani, Torino

La prima retrospettiva dell’artista visitabile fino al 7 gennaio 2018.

“La mostra di Anna Boghiguian riconferma la vocazione del nostro museo di approfondire il dialogo culturale nel mondo attuale attraversato da migrazioni, guerre e crisi, e ad anticipare sviluppi artistici contemporanei. A partire dal libro d’artista fatto a mano nei primi Anni Ottanta e fino alle grandi installazioni recenti, Anna Boghiguian srotola e apre un tempo-spazio ripiegato su se stesso, giungendo ad un linguaggio sperimentale dell’abbondanza e dell’inclusione capace di esprimere empatia e coinvolgere il pubblico” – afferma Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e co-curatrice della mostra con Marianna Vecellio.
In effetti ad accogliere il visitatore in Manica Lunga, è il mondo privato di Anna Boghiguian, artista egiziano-canadese di origine armena, nata a Il Cairo nel 1946 e cittadina del mondo, con la serie di taccuini ZYX-XYZ (1981-1986), che nella sua complessità di tecnica esecutiva e pregnanza di significati costituisce un vero e proprio libro d’artista. Qui confluiscono le riflessioni dell’artista sul viaggio esistenziale dell’essere umano e sull’eterna ripetizione della vita e della morte. Le pagine si susseguono con interventi a gouache, acquerello, pastello e collage in un alternarsi di pittura e scrittura a mano libera. L’opera si riferisce al viaggio immaginario di un alchimista, rappresentato simbolicamente da un cervello, che l’artista stampa con un timbro vintage recuperato in una bottega di Amsterdam alla fine degli Anni Settanta. Un elogio alla fluidità materica e corporea della vita, piuttosto distante dalle dinamiche dell’era digitale.

Carolyn Christov-Bakargiev

Carolyn Christov-Bakargiev e Anna Boghiguian, ph. Andrea Guermani, Torino

In mostra, in posizione dialogica rispetto a ZYX-XYZ ci sono le opere su carta dal titolo An Incident in the Life of a Philosopher (Un episodio nella vita di un filosofo), 2017, realizzate dall’artista in ambito torinese, nate dal confronto con la cultura del territorio e ispirate al periodo trascorso dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844–1900) a Torino tra il 1888 e il 1889, che qui concepì l’opera filosofica autobiografica Ecce homo.
Boghiguian prende spunto dall’episodio secondo il quale il celebre filosofo, abbracciò un cavallo all’uscita del Teatro Carignano di Torino per difenderlo dai colpi di frusta inferti dal suo custode e poi scoppiò a piangere gettandosi a terra in preda a spasmi di dolore: questa storia diventa per l’artista esemplificativa del processo creativo connotato da accenti dionisiaci. Si entra così in medias res nel mondo immaginifico di Anna Boghiguian, spirito nomade, sempre in viaggio per l’urgenza di confronto culturale che il suo sentire cosmopolita le impone. Interessata alla letteratura, alla filosofia, alla politica, l’artista fa confluire le sue passioni nei disegni e nei quadri, eseguiti spesso a encausto, in cui spiccano iltratto spontaneo e i colori saturi. Le sue opere uniscono la figurazione al testo scritto, trasmettendo un’energia empatica che coinvolge il fruitore a livello sinestetico. Il linguaggio espressivo di Boghiguian è poliedrico: intervengono nella sua pratica artistica la pittura, la scultura, la fotografia, la scrittura, il collage, l’installazione sonora; motivi creativi così ben declinati nelle sue opere, che gli valgono nel 2015 l’assegnazione del Leone d’Oro per il miglior padiglione (Armenia) alla 56° Biennale di Venezia.

Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea

Anna Boghiguian, veduta d’installazione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2017, ph. Andrea Guermani, Torino

Figlia di una famiglia armena, che ha conosciuto e sofferto gli esiti difficili della diaspora e dell’esodo, Anna Boghiguian vive in prima persona i rivolgimenti politici del suo paese. Studia politica ed economia all’American University a Il Cairo, apprezzando gli scritti filosofici di Hegel, Marx, Macchiavelli, Platone. Appassionata di letteratura e poesia, legge Fëdor Dostoevskij, Nikos Kazantzakis, Anna Achmatova, Nagib Mahfuz, Albert Camus, Taha Hussein, Jean-Paul Sartre, Truman Capote e le poesie di Rabindranath Tagore.
Ed è proprio con l’installazione ambientale A Play to Play (Un’opera teatrale da recitare), 2013, omaggio al poeta indiano, che si prosegue il percorso espositivo.
L’opera si ispira alla commedia L’ufficio postale, scritta da Tagore nel 1912, in cui si narrano le vicende di Amal, un bambino malato che osserva il mondo esterno dalla sua finestra, incarnando la simbologia dell’India colonizzata dall’impero britannico. Disegni, sculture in cartapesta e silhouettes di carta ritagliate e appese compongono il lavoro di Boghiguian, in un climax di tecniche, materiali ed espressioni plastiche che condurranno il visitatore in un viaggio percettivo tridimensionale in cui le pagine dei diari dell’artista diventeranno vele di nave nell’opera Salt Traders (2015).

Questa suggestiva installazione immersiva, esposta alla 14th International Istanbul Biennial e recentemente entrata a far parte della collezione permanente del Castello di Rivoli, grazie al sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, è l’interpretazione visionaria di “un futuribile museo del sale” in cui si racconta la storia di questo bene primario attraverso le epoche: il sale, un tempo usato come moneta di scambio ma anche come elemento capace di conservare il cibo, ha contribuito alla nascita delle transazioni economiche nel Mediterraneo. Il lavoro – composto da rocce di sale, sabbia, alveari sotto teca, tele da vela, disegni – mette in relazione i viaggi di Alessandro Magno con le conquiste di Cristoforo Colombo e le marce pacifiche di Gandhi con il recente collasso economico della Grecia, sottolineando come le crisi abbiano origine dalla carenza dei materiali di prima necessità per l’uomo.
“Le sue installazioni e opere ambientali offrono un’interpretazione unica dell’esperienza del viaggio e dell’essere umano contemporaneo, in transito tra passato e presente, poesia e politica, sguardo appassionato sul mondo e osservazione critica”, afferma Marianna Vecellio.

Da non dimenticare The Simple Affair that Moved the World (La questione semplice che mosse il mondo), 2010-2011, la prima installazione realizzata da Boghiguian: l’opera, che combina strutture in legno e tela, disegni su carta e interventi di scrittura e pittura murale, indaga l’incidenza del mercato globale nel fenomeno della migrazione dei popoli. La storia internazionale, s’intreccia con quella personale e interiore dell’artista, creando una narrazione espressiva fatta di realtà e finzione.

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Anna Boghiguian, Salt Traders, 2015, veduta d’installazione, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2017, ph. Andrea Guermani, Torino

Unfinished Symphony (Sinfonia incompiuta), 2012 è, invece, un’installazione creata in occasione di dOCUMENTA (13) a Kassel, riproposta qui a copertura delle grandi finestre della Manica Lunga in un suggestivo gioco di luci ed ombre. Questa si compone di oltre cento opere su carta, una grande scultura in cera raffigurante un orecchio, un albero secco a terra, api morte, un uccello impagliato, una forma d’uovo e una tenda militare. L’opera, alludendo alle contraddizioni irrisolte del colonialismo e del Nazismo in Germania, induce a riflettere sui conflitti e sulle emergenze migratorie attuali attraverso il filtro dell’arte.

Castello di Rivoli Museo d'arte Contemporanea

Anna Boghiguian, The Studio, 2017, veduta d’installazione, Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea, ph. Andrea Guermani, Torino

Proseguendo il percorso espositivo il visitatore s’imbatte in The Studio (Lo studio), 2017, ambiente riproposto in mostra in seguito alla prima presentazione, avvenuta nella primavera scorsa, nella sala 38, al terzo piano del museo. E’ riprodotto qui l’atelier di Boghiguian a Il Cairo con le stanze interne colme di opere e disegni inediti, barattoli di pigmento, tappeti, oggetti orientali su cui sorvolano stormi di uccelli. Il progetto è l’esito della residenza dell’artista al Museo durata circa un mese, periodo in cui, trasportando il suo studio da Il Cairo a Rivoli, ha lavorato alla serie di opere An Incident in the Life of a Philosopher (Un episodio nella vita di un filosofo) dedicate a Friedrich Nietzsche, già citate nel percorso espositivo. Si tratta di un confronto tra scenario egiziano e torinese carico di emozioni e nuovi spunti d’indagine.

Marianna Vecellio e Anna Boghiguian, ph. Andrea Guermani, Torino

La mostra si chiude con l’installazione Promenade dans l’incoscient (A Walk in the Unconscious – Passeggiata nell’inconscio), 2016. Attraverso un viaggio onirico nel tempo e nella geografia, l’artista mette in relazione la storia di Nîmes – realizza l’opera in occasione della mostra personale al Carré d’Art-Musée d’Art Contemporain della città – con quella di Alessandria d’Egitto. Le sue opere su carta, come le installazioni ambientali, sono sempre composizioni molto dense: narrazioni in cui Boghiguian mescola storia personale e politica, passata e presente, reale e mitologica, definendo così un universo in movimento, in continua trasformazione.
Silhouettes tridimensionali si ergono verso il pubblico come da un libro pop-up per invitare ad una riflessione storica sulle diversità del mondo. Attingendo dalla filosofia, dalla mitologia e dalla politica Boghiguian affronta il presente in maniera poetica, ma dirompente, fuori dagli schemi dell’arte contemporanea post-concettuale: in questo senso la si può considerare un “outsider artist” per vocazione.

In occasione della retrospettiva al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e alla Sharjah Art Foundation (dal 16 marzo al 16 giugno 2018) è stato pubblicato un catalogo bilingue (italiano / inglese), edito per i tipi di Skira. La pubblicazione raccoglie poesie e testi inediti di Anna Boghiguian, un nuovo progetto d’artista sviluppato attraverso gouache ispirate al soggiorno torinese di Friedrich Nietzsche (1888-1889), nuovi contributi critici di Carolyn Christov-Bakargiev, Marianna Vecellio, Hoor Al Qasimi, Chiara Vecchiarelli e una conversazione di Milovan Farronato con l’artista, oltre a materiali d’archivio inediti e ad una selezione antologica di testi critici e interviste.
www.castellodirivoli.org

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