Il 4 luglio di cento anni fa moriva Pier Giorgio Frassati per una poliomielite fulminante, probabilmente contratta in una visita a persone povere e sofferenti in una soffitta delle periferie torinesi. La famiglia il giorno del funerale nella chiesa della Crocetta si rese conto dell’amore che aveva seminato il loro amato figlio. Una moltitudine di persone che provenivano dai quartieri più poveri si radunò in preghiera e silenzio per ringraziare Pier Giorgio.

Pur essendo figlio di una famiglia prestigiosa e destinato ad una brillante carriera, il padre Alfredo era direttore e proprietario de “La Stampa” era figura di spicco della classe dirigente liberale, la breve vita di Pier Giorgio Frassati è stata caratterizzata dall’amore verso ogni persona che incontrava, fosse questa un giovane come lui, un diseredato, un ammalato, un cittadino, un avversario politico. Nelle sue giornate non sprecava nemmeno un minuto: correndo su e giù per Torino, sempre a piedi perché i soldi del tram li dava in elemosina, andava a comprare le medicine per le persone ammalate, dava il suo cappotto e le sue scarpe a chi non li aveva, trovava i vestiti per un neonato venuto alla luce in un sottoscala.

Tornava a casa in ritardo per il pranzo o la cena, e per questo riceveva rimproveri dai familiari che erano all’oscuro della sua frenetica attività nei confronti di chi si trovava nel bisogno. Andare controcorrente e affidarsi a Dio, “vivere e non vivacchiare” il suo motto: una vita di corsa ma profonda spiritualmente, che si dipana lungo 24 anni con le tante domande, le riflessioni, i dolori, l’adesione alle tante associazioni cattoliche alle congregazioni religiose, al volontariato man anche l’amore per la montagna, influenzate dalle origini biellesi della famiglia e la residenza nella villa di Polone, la compagnia dei tipi loschi, la partecipazione politica nel Partito popolare di don Luigi Sturzo con una adesione all’ala sociale e antifascista, contro ogni violenza e parola di oppressione. Cento anni sono trascorsi, la famiglia, soprattutto la sorella Luciana nel corso della sua centenaria vita, la chiesa cattolica con i Papi che l’hanno ricordato e fatto conoscere.

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La beatificazione nel maggio 1990 con papa Giovanni Paolo II hanno certificato come questo giovane, il santo giovane laico, impegnato ma anche travagliato dai mali del mondo e illuminato dalla fede, sia diventato modello di tanti giovani cattolici nel mondo. A Torino e in Piemonte, sono state celebrate una serie di iniziative molto importanti: veglie, celebrazioni, reading l’inaugurazione di una esposizione permanente per fare memoria del ragazzo campione della carità.

L’inaugurazione dello spazio espositivo dedicato alla vita e alla spiritualità di Pier Giorgio Frassati , realizzato all’interno della canonica della chiesa di Santa Maria di Piazza, nel centro di Torino, realizzato dalla diocesi in collaborazione con “Mediacor”, supportato da un importante progetto di crowdfunding è stato molto suggestivo. Il titolo della permanente “ Verso l’Alto e verso l’altro” richiama i valori cristiani del santo giovane e offre ai pellegrini itinerari visivi, iconografici e multimediale per approfondire la conoscenza “dell’uomo delle otto beatitudini”, un ambiente per i giovani e non solo, dove è possibile conoscere l’esempio di Pier Giorgio, un laico cristiano impegnato nel mondo.

Luca Rolandi