A Verduno si delinea la sanità del futuro:
gli infermieri al centro del nuovo piano sociosanitario del Piemonte
Ancora vivi e significativi gli interventi ascoltati al convegno di Verduno, nell’auditorium dell’ospedale “Michele e Pietro Ferrero”, dove il Congresso della SIDMI, Società italiana per la direzione e il management delle professioni infermieristiche, per il Piemonte e Valle d’Aosta hanno trattato il tema caldo per l’assessorato alla sanità regionale: il nuovo piano sociosanitario.
Nella sala del nuovissimo “Ferrero”, gremita da oltre duecento professionisti, quasi tutti infermieri, si sono susseguiti una serie di interventi di autorità e professionisti che hanno dibattuto sul tema discutendo le nuove frontiere della salute, sempre meno legata alle strutture ospedaliere e più vicine ai suoi utenti direttamente sul territorio.

La SIDMI è infatti la società nazionale di direzione e management infermieristica, presieduta da Bruno Cavaliere, intervenuto subito prima dell’assessore Federico Riboldi alla riapertura pomeridiana dei lavori. Entrambi hanno voluto sottolineare la centralità della figura infermieristica nella nuova visione di salute che si propone di avvicinare la prevenzione e la cura al cittadino direttamente sui territori, nei comuni e nei quartieri. Le case della salute e gli infermieri di famiglia e di comunità saranno tra le principali risorse operative di questa strategia sanitaria di prossimità, nata dalle necessità della pandemia e sviluppata dal PNRR che attende però ancora piena realizzazione.
“Il piano sociosanitario – ha ricordato l’assessore Riboldi – sarà uno strumento che darà sicuramente risalto questi aspetti, su tutti la prevenzione, il territorio e i professionisti sanitari nell’ottica della centralità dei cittadini. Tutti i professionisti piemontesi e le società scientifiche saranno accolti in Regione nelle prossime settimane per discutere questo documento”. Documento di indirizzo regionale che mancava al Piemonte dal 1995, come ha ribadito in apertura il presidente della commissione regionale sanità Icardi, sostenuto dal videomessaggio del Presidente Cirio che ha ringraziato i professionisti sanitari per la loro attività e dunque annunciato l’uscita del piano nell’estate.
Nei trent’anni passati dalla promulgazione del precedente piano sociosanitario, si è assistito a profondi cambiamenti su diversi piani, principalmente i bisogni di salute da una parte e le professioni sanitarie dall’altra. Oggigiorno i cittadini che usufruiscono del maggior numero dei servizi e delle prestazioni sanitarie sono sempre più affetti da diverse patologie croniche e per curarle o mantenere una buona qualità di vita non è più sufficiente la cura della sola figura medica. Come sottolineato dai relatori della ricca sessione del mattino, è fondamentale affrontare la cura delle persone con malattie croniche a casa e con un approccio di squadra in cui sono i numerosi professionisti che si mettono in gioco e si approcciano al paziente, a partire dalla figura dell’infermiere e del medico ma anche delle ostetriche, fisioterapisti, tecnici della diagnostica, assistenti sociali e non solo.

Mario Alparone ha condiviso la propria esperienza da direttore generale in Lombardia quando ha sperimentato la riuscita di un modello simile in accordo con i medici di base già prima del Covid. Negli interventi dei professori di infermieristica delle università piemontesi Campagna e Dal Molin si afferma la necessità di formare infermieri pronti al panorama di salute con percorsi di attivando studi specialistici mentre la successiva tavola rotonda dei direttori delle professioni sanitarie, quasi tutti infermieri, è stata un’occasione per discutere le difficoltà pratiche di una professione storicamente giovane ma oggigiorno irrinunciabile.
Le sfide non mancano per tutti i professionisti sociosanitari, come confermano i presidenti dei diversi ordini, tra cui Ivan Bufalo, portavoce per gli infermieri piemontesi, che mette l’accento sul fatto che i suoi colleghi siano una risorsa preziosa e indispensabile per la salute di tutti i cittadini, soprattutto i più fragili, nonostante la cronica carenza che aveva già sottolineato in mattinata la presidentessa nazionale Mangiacavalli. E proprio su questo aspetto chiosa Bufalo, affermando che quanto non sia sufficiente cercare nuovi infermieri ma è indispensabile anche metterli nelle condizioni di fare il proprio lavoro al meglio.
Fabiano Zanchi, Direttore del dipartimento continuità di cure della ASL Città di Torino e coordinatore regionale SIDMI, come esperto di management infermieristico e di cure sul territorio ha ripreso l’importanza strategica del nuovo piano sociosanitario per il Piemonte. Zanchi, organizzatore del convegno insieme a Federsanità Anci Piemonte, rappresentata dal Direttore Generale di ASL Città di Torino Carlo Picco, ha affermato in chiusura che “questi momenti di confronto sono necessari per strutturare modelli organizzativi innovativi e sostenibili che valorizzino i professionisti sanitari, anche ragionando sulle loro competenze e mettendo al centro la prossimità ai cittadini”.
JMO