Due cast di giovani promesse del Liceo Coreutico Teatrale Germana Erba, le mattine e i pomeriggi dal 21 al 24 marzo hanno fatto rivivere, sotto forma di musical, dialoghi e ambientazioni del celeberrimo romanzo per ragazzi di L. Frank Baum, pubblicato a Chicago il 17 maggio 1900 e illustrato da William Wallace Denslow: “Il meraviglioso Mago di Oz”.
Il progetto, fortemente voluto dal compianto Gian Mesturino, ex preside del liceo coreutico teatrale, è stato realizzato grazie alla regia di Stefano Fiorillo ed Elia Tedesco. Le musiche di Bruno Colì sono state ridotte ed adattate da Stefano Fiorillo, grazie anche alla cura di Simone Gullì che ha lavorato sulla parte canora. La danza, che ha riservato non pochi momenti di danza classica, perfettamente amalgamata al contesto, è stata diretta da Gianni Mancini, in collaborazione con Niurka de Saa. Le scenografie, d’impatto, sono state ideate da Gian Mesturino.
Dai provini di TORINO SPETTACOLI e del liceo Germana Erba sono stati selezionati due cast di attori giovanissimi, studenti del famoso teatro torinese che ha procurato a celebri palcoscenici europei e non solo, talenti e promesse mantenute. Alcuni nomi: Federico Bonelli, primo ballerino dal 2003 al 2022 al Royal Ballet e direttore artistico del Northern Ballet; Leonardo Cecchi, attore e cantante di fama internazionale, amatissimo per il ruolo del protagonista Alex nella serie TV Alex & Co. interpretato durante il corso di studi dopo un casting interno al Liceo della Disney; Haroun Fall, attore impegnato anche sul fronte dell’attivismo che, dopo diversi ruoli teatrali, ha ottenuto il primo ruolo da co-protagonista per il piccolo schermo nel 2021 con la serie Zero, prima serie italiana con un cast principale interamente di colore; Christian Scifo, ora nel Balletto dell’Opera di Plovdivin, ha collaborato anche con il Ballet du Québec in Canada già durante l’ultimo anno di Liceo, presso cui si è diplomato brillantemente; Gabriele Rolle, dopo il diploma conseguito al Liceo Germana Erba con il massimo dei voti ha intrapreso una carriera internazionale.
Attualmente collabora con la compagnia olandese NDT2 Nederland Dance Teathre; Ludovica Tontodonati attualmente collabora con il Teatrul de Ballet Sibiu in Romania; Giulia Gessaroli, è stata selezionata dall’Accademia Ballet School in Portogallo; Giorgia Sassone, Sarà Olivieri e Ramon Ferracane sono stati selezionati dalla Frankfurt University of Music and Dance, a Francoforte in Germania; Ferrero Martina è stata selezionata dalla prestigiosa Accademia Alvin Ailey con una borsa di studio; Riccardo Valle, è stato selezionato dalla Compagnia Danza Cava Jazz; Federico Tolardo, attore e regista cinematografico che è stato il primo diplomato del Liceo Teatrale e che è ora docente di Recitazione insieme a Luciano Caratto, Elia Tedesco, Andrea Beltramo e Stefano Fiorillo, tutti artisti che hanno vissuto in prima persona il progetto formativo di Germana Erba, possono considerarsi testimoni del successo di questa formula didattica.

L’anteprima allo spettacolo è offerta dai giovani virgulti della prima classe del liceo che mettono in scena una piacevole rappresentazione delle ansie, paure, difficoltà di un giovane attore alle prese con il suo primo provino. Il tempo di applaudire e un bucolico fondale fa da sfondo a quanto sta per accedere.
Un sibilo sinistro attraversa la scena di una tranquilla fattoria immersa nelle immense pianure del Kansas. Un uragano scuote la casa dalle fondamenta facendola volare insieme alla sua occupante Dorothy, orfana dei genitori che la lasciarono alla custodia degli zii Henry ed Emma. A causa del cane Totò, la bimba non fa in tempo a raggiugere il rifugio sotterraneo e si trova in balia dei venti, fino ad atterrare, con tutta la casa, in una terra sconosciuta dove il popolo dei Mastichini festeggia il suo arrivo che, involontariamente, ha causato la morte della malvagia Strega dell’Est, schiacciata sotto il peso della fattoria. Ecco che la buona Strega del Nord viene a complimentarsi con Dorothy, regalandole le scarpette d’argento che nella versione cinematografica e nel musical diventeranno rosse: una premonizione al futuro significato che la scarpetta rossa rappresenterà nei tempi moderni.
Il problema di Dorothy è ora quello di tornare a casa. La soluzione? Incontrare il meraviglioso Mago di Oz. A farle da guida saranno tre improbabili personaggi, abitanti di questo mondo fantastico che fa il verso al romanzo del 1865 di Charles Lutwidge Dodgson (sotto lo pseudonimo di Lewis Carroll), Alice nel Paese delle Meraviglie: l’omino di latta (Simone Marietta e Mattia Tarantina, rispettivamente primo e secondo cast), lo spaventapasseri (Gianluca Procida e Leonardo Caivano) e il leone pauroso (Tommaso Caldarella e Ryann Malfitano).
Le streghe del Nord sono Emma Garbaccio e Noemi Vinci, mentre le loro omologhe dell’Ovest sono vissute da Sara Bonomo e Costanza Redaezzi. La parte di Dorothy è interpretata da Grace Stroppiala per il primo cast e da Martina Marucchiello per il secondo, mentre il Mago di Oz riceve corpo e voce da Oliver Arrighini per entrambi i cast. Anche la parte coreutica, fedele al teatro greco, ma privata di coturni e reminiscenze catartiche, è comune ad entrambi i cast, lasciando che siano solo i protagonisti dei ruoli principali a lanciarsi, ognuno, in una parte solista di sicuro effetto.

A metà tra il romanzo e la pellicola, il musical andato in scena al Teatro Erba di Corso Moncalieri 241, ha stupito sotto tanti aspetti. Anzitutto le scenografie e i costumi, soggetti a numerosi cambi, contribuiscono a trasportare lo spettatore nel mondo fantasy che si ricrea tra scena e sipario, estendendone i confini alla platea e coinvolgendo gli astanti ad entrare nel multiverso oltre gli specchi del quotidiano. L’approccio comico che si è voluto dare ad alcune scene che ricorrono, quali le paure del leone, in un controsenso continuo e frizzante e le battute della guardia, ruolo solo apparentemente marginale, serve ad irrobustire la trama variandone il contenuto didascalico per riportarlo ad un più naturale sceneggiato da divertimento.
La commedia c’entra poco o nulla anche se il richiamo, nella forma e nell’impostazione del substrato al musical è evidente. La risata rende piacevole ed alleggerisce, soprattutto quando è colta, senza trasparire troppo, riuscendo a sorprendere adulti e alunni delle scuole che, quando occorreva si sono lasciati trascinare dai lazzi degli attori. Allo stesso modo la magistralità dei giovani talenti è stata in grado di ribaltare le emozioni riproducendo una sana inquietudine nel balletto tra la strega e le scimmie.
La rappresentazione indubbiamente appassiona, fa riflettere, incolla lo sguardo al palcoscenico, movimentato, colorato, mai scontato. Ottiene il risultato, raro per una troupe al secondo anno di liceo, di rapire lo spettatore, accattivarne la critica, renderlo complice e quasi presente sulla scena.
I dialoghi sagaci e di petto, la danza leggera e graziosa, il cantato corale e appassionatamente personale sono elementi che hanno creato l’impasto giusto per una riuscita che non ha annoiato e si è mantenuta fresca fino alla fine, nonostante la stanchezza, mai percepita degli attori – ballerini, uniti e perfettamente coordinati. Riescono a far percepire il personaggio. Lo muovono, lo fanno parlare; non è un interpretare, è un immedesimarsi.
Il risultato finale è quello di uno spettacolo piacevole che ferma le lancette per 90 minuti invitando non solo a ridere, a riscoprire una trama, ma anche a riflettere. In questo scene e dialoghi si fanno monitori essenziali senza necessariamente ricorrere ad un deus ex machina che non serve a risolvere il racconto, già risolto fin dall’inizio. Sarebbe bastato battere tra loro le scarpette tre volte, ma forse “non eravamo ancora pronti”.
Alberto Busca