Non mi piace fare il prezioso; è che so bene che la prima settimana del programma è intensa e che la mia assoluta priorità sono i trenta studenti, parecchi dei quali per la prima volta usciti dagli Stati Uniti. Un caro saluto Francesco”.

Un professore che pone la preparazione dei suoi allievi su ogni altra cosa è davvero una rarità. E’ con questa predisposizione che è nata un’intervista a Francesco Erspamer, Professore di letterature romanze alla Harvard University e ideatore del programma di studi italiani all’estero, che conduce con grande soddisfazione e che- dichiara senza indugi e fuor di retorica – ritiene l’esperienza più appagante della sua vita subito dopo quella del matrimonio e della nascita delle figlie.

Dal 2014 Erspamer guida il corso di studio della lingua italiana all’estero per studenti del College dell’Università di Harvard, il più longevo e il più frequentato fra tutti i programmi offerti da quella università che comprende cultura, scienze umanistiche e sociali un progetto, tiene a sottolineare il professore, che non va pensato come “di eccellenza” bensì di qualità diffusa.

Francesco Erspamer con Antonella Russo durante l’intervista

Di cosa si tratta?

Ogni anno a gennaio l’Harvard Summer School Study Abroad annuncia il programma intensivo estivo di studi di italiano all’estero rivolto a studenti del primo anno del College del famoso ateneo statunitense, una trentina di aspiranti allievi che vengono selezionati da oltre cento che ne fanno domanda , molti tra i quali invogliati da entusiasti coetanei che lo hanno frequentato in anni precedenti.

Il corso di studi di lingua cultura italiana all’estero estivo pensato da Erspamer si articola in nove settimane di lezioni a stretto contatto con gli studenti e si tiene in città lontane dal solito itinerario turistico, mai Venezia, Firenze, Roma mete di sovraffollamento turistico, specialmente nel periodo estivo .

Quest’anno, dopo Milano e Siena il corso si tiene per la prima volta a Torino per poi proseguire a Trento e in seguito Siena, con un’escursione sull’Isola Bella del Lago Maggiore.

Il programma del 2025 è imperniato su Beauty, Community Innovation (Bellezza Collettività e Innovazione) termini alla moda, slogan convenzionali che il Professore intende sovvertire con ricerche ed esperienze collettive sulla Bellezza per incentivare nel gruppo di allievi “lo sviluppo del pensiero critico e promuovere esperienze di un vissuto sociale e politico che aiuti la costruzione di benessere diffuso”, guidando i giovani allievi a riscoprire i valori portanti, ascritti alla tradizione Occidentale ovvero Bellezza intesa come “Verità e Bontà “.

Non si tratta solo di teoria.

Erspamer, si trasformerà in un Virgilio contemporaneo, guida alla lingua e alla logistica della città di Torino detterà il calendario delle lezioni, suggerirà letture, organizzerà escursioni urbane, visite al Museo Nazionale del Cinema , al Museo Egizio.

Il corso prevede riflessioni sul Bello a partire dalla filosofia di Kant ma includerà anche pratiche estetiche di gruppo: la contemplazione di un tramonto, di un’improvvisa schiarita dopo un temporale, l’ammirazione di un’abbazia o di un monumento da condividere con il gruppo, sperimentando non solo il Bello soggettivo ma anche il Bello condiviso e aggregante per esperire il Bello-per-me ma anche il Bello insieme agli altri.

Per preparare al corso che si configura come una vera è propria esperienza educativa e formativa, Erspamer ha dettato delle linee guida di comportamento: innanzitutto fare pratica dell’epoché, una sospensione delle abitudini acquisite, una rinuncia la propria comfort-zone, al noto per aprirsi e abbandonarsi a un apprendimento lento a uno slow learning, fino a lasciarsi andare al “dolce far niente” senza ansie e sensi di colpa facendo posto alla riscoperta di un’armonia interiore .

Per propiziare tale stato mentale, il professore ha preparato una sorpresa : a inizio corso regalerà a ciascun allievo un’ elegante scatola contenente un’ agenda molaskine personalizzata con le inziali di ciascun allievo incise sulla copertina. In cambio però richiederà la consegna dei cellulari, per invalidare consuetudini sedimentate, la routine e tutti i tic indotti dai media.

Le lezioni frontali in lingua inglese di filosofia, economia della cultura e dell’ambiente e seminari in varie materie con docenti italiani si terranno all’ Istituto Scienza Nuova dell’Università di Torino, tutti i giorni tranne i fine settimana. Gli studenti faranno anche brevi gite nei luoghi cospicui che definiscono l’identità di Torino e avranno occasione di fare esperienze di cultura vissuta ( immersiva ) possibilmente ancora autentica nei luoghi che definiscono l’identità della città.

Si terranno Italian dinners in trattorie di cucina piemontese alla scoperta di piatti tipici locali e in cantine per degustazioni di cibi e vini doc dove lo studente dovrà imparare a leggere e ordinare le portate in italiano senza accento, pena il pagamento del conto. La regola del corso prevede il divieto di ordinare un cappuccino dopo le 11, e mai in uno StarBuck e avrà l’obbligo di imparare a degustare ma anche di saper preparare un buon caffè .

Così pure, insieme alle rituali visite ai musei cittadini, gli studenti parteciperanno a escursioni in mercatini rionali torinesi.

Insomma un programma non solo accademico, spiega il Professore, ma anche culturale ideato per offrire a studenti statunitensi un’opportunità imperdibile per vivere in prima persona la bellezza e la ricchezza e la varietà delle identità culturali italiane ma allo stesso tempo anche uno stimolo per le nostre città e il nostro paese a mantenere e se possibile rafforzare l’offerta di esperienze artistiche e culturali autenticamente localistiche piuttosto che globaliste.

Un programma che, assicura Erspamer avrà un bis a Torino anche l’anno prossimo con qualche variazione e ampliamento.

Nessun problema con l’amministrazione Trump, presumo. Gli chiedo cosa pensa degli attacchi del Presidente USA alla più celebre Università del mondo Occidentale?

La sua posizione è originale. Pensa infatti che l’attacco del Presidentissimo ad Harvard sia strumentale per il rafforzamento del consenso politico personale dell’amministrazione in vista delle elezioni di Midterm; non a caso i media mainstream e dem hanno posto l’accento sulla condanna di Trump all’Università vista come simbolo delle elité mondialiste, di insegnamenti Woke, finanziata dal Partito Comunista cinese, accuse che con ogni probabilità cadranno nel vuoto mentre rimarrà il problema del forte sbilanciamento dei fondi allocati per la quasi totalità a Dipartimenti di Economia e finanza a scapito dei dipartimenti di Studi umanistici. Deriva alla quale l’Unione Europea, con l’ agenda 2030 imposta o accolta dagli atenei del nostro paese, ci ha abituati da tempo.

Quindi il programma di studi italiani all’estero della Harvard University continuerà qui da noi anche nei prossimi anni?

Resta però da stabilire se e come questo accattivante programma di studi possa dare spunto a una gemmazione di iniziative culturali anche nei nostri atenei se, cioè questi scambi culturali con un prestigioso ateneo internazionale possa aiutare le Università italiane a ritrovare una propria vocazione alla conoscenza rifondando quel proprio ruolo di produzione di cultura, ruolo ormai compromesso sin dai tempi della discriminazione legalizzata nel 2021 .

Forse però è solo con la nascita di una Pluriversità con la fondazione cioè di tanti luoghi di cultura aperti a programmi di studi provenienti da università internazionali come questo degli studi italiani della Harvard Summer School, che si potrà ritrovare un attivismo culturale basato su impegno e costruzione di un pensiero libero perché incentrato su una cultura fortemente inclusiva .

Antonella Russo