A Cannes con il TorinoFilmLab: la parola alla direttrice.

Il miglior modo per imparare a fare un film è farne uno.” La massima di Stanley Kubrick calza a pennello al TorinoFilmLab: promosso dal Museo Nazionale del Cinema, con i suoi percorsi di formazione, sviluppo, sostegno alla produzione e distribuzione, nutre la creatività di registi e sceneggiatori, con particolare attenzione alle loro prime e seconde opere.

Fernández Alonso

Il Tfl è il punto d’incontro di una vivace community globale di oltre 300 professionisti — autori, produttori, editor, buyer — provenienti da più di 50 Paesi, sottolinea con orgoglio Mercedes Fernández Alonso, managing director. Uno staff organizzativo totalmente femminile, caratterizzato da spirito di collaborazione, solidarietà e condivisione di intenti, proietta dal 2008 la città della Mole come centro nevralgico del cinema indipendente a livello internazionale. Renoir di Chie Hayakawa e Romería di Carla Simón in concorso, i nuovi titoli degli ex allievi Julia Ducournau e Oliver Laxe, tre film nella sezione “Un Certain Regard”: è il campionario prestigioso di lavori maturati nell’incubatore di talenti torinese che saranno in mostra a Cannes 2025.

Com’è nato il TFL? Qual è la sua mission?

Il TFL è frutto della lungimiranza di Alberto Barbera, attuale direttore della Mostra di Venezia, unita all’esperienza di Savina Neirotti alla scuola Holden e avviato con il contributo del Museo del Cinema. L’intuizione di unire la formazione dei professionisti con lo sviluppo dei loro progetti e il contributo economico ha rappresentato una vera innovazione per l’epoca; la forza sta nel focus sulle voci emergenti e nei finanziamenti a fondo perduto.

Da dove provengono le risorse economiche?

Il finanziamento avviene attraverso una combinazione diversificata di fondi pubblici (europei e italiani) e privati, oltre a ricavi da attività proprie. Questa struttura a più “gambe” garantisce sia la longevità sia la flessibilità del laboratorio, permettendogli di adattarsi a diversi scenari.

La vostra offerta risponde ai cambiamenti del settore audiovisivo?

Il TorinoFilmLab si evolve costantemente: inizialmente focalizzato sui lungometraggi, ha esteso l’attività alla scrittura di serie tv. Inoltre un’area di ricerca e sviluppo ha affrontato la sfida della distribuzione nelle sale con l’iniziativa “Audience Design”, rivolta alla comprensione del target di riferimento per definire strategie di marketing e promozione efficaci per il cinema indipendente. Grande attenzione abbiamo anche alla sostenibilità, con sessioni didattiche su set a basso impatto e impostazione responsabile verso l’ambiente.

Quali sono le principali direzioni creative o tematiche dei progetti?

Il Torino Film Lab ha riscontrato una prevalenza di contenuti drammatici e, vista l’assenza in Europa di laboratori dedicati alla scrittura comica, ha lanciato nel 2024 un nuovo programma per la commedia. La prima edizione ha avuto successo, con un prodotto già selezionato per il Festival di Tribeca. L’elemento innovativo è l’unione tra sceneggiatori ie professionisti della comicità (stand-up e broadcast), per affinare ritmo e timing delle sceneggiature.

Da chi è composto il vostro staff? In che modo opera?

Il team organizzativo si compone di 5 dipendenti del Museo, insieme a soggetti con partita Iva, per un totale di 15 persone. Si avvale inoltre di un network internazionale di esperti del settore audiovisivo, attivi in ambiti come sceneggiatura, distribuzione e vendite. Il TorinoFilmLab ha sede a Torino, ma organizza workshop itineranti in vari Paesi attivando la partecipazione di filmmaker e industrie locali, che aiutino a co-finanziare le nostre iniziative in cambio di contenuti, formazione e networking.

Pensate a strategie per migliorare la vostra azione?

Tra le priorità future del TorinoFilmLab c’è la volontà di avvicinare il cinema indipendente a un pubblico più largo, superando la percezione che si tratti di un prodotto elitario, e di intercettare il pubblico giovane, considerato una delle sfide principali.

Questo dato incrocia la crisi delle sale?

E’ evidente: i giovani non frequentano i cinema, li si vede soprattutto ai festival, dove l’esperienza diventa un evento. I dispositivi sono il loro schermo: si tratta di un cambiamento culturale profondo, e non è chiaro se si potrà tornare indietro. Come TorinoFilmLab lavoriamo su materiali che possano arrivare in sala, ma anche sulle piattaforme digitali. Demonizzare le nuove forme di fruizione non è utile: al contrario crediamo in un approccio inclusivo e integrato.

Sei titoli alla prossima edizione del Festival di Cannes. Cosa li accomuna?

La loro diversità. Lo spirito del TorinoFilmLab è da sempre quello del laboratorio:
ci sediamo accanto agli autori — sceneggiatori, registi — per ascoltarli, capire cosa vogliono esprimere e come intendono farlo. La nostra funzione è
accompagnare e potenziare ciò che già esiste. È un percorso condiviso, che valorizza l’unicità di ogni professionista, nella varietàdei linguaggi e delle visioni.

Anna Scotton