Per obbligo non più rimandabile o per disperazione cocente, finalmente sul mercato azionario delle professioni ben remunerate arriva la ricerca per un nuovo Direttore di Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica. Più precisamente l’avviso intende raccogliere manifestazioni di interesse per il suddetto ruolo.

Incarico prestigioso, difficile, autorevole per donne o uomini di comprovata capacità. Oltre agli ovvi titoli accademici vengono giustamente richieste

competenze di alto livello scientifico in storia, storia dell’arte, archeologia, arti decorative e architettura, beni culturali, con particolare riferimento alle arti e ai periodi storici delle collezioni del Museo, anche comprovate da esperienze di curatela di mostre ed esposizioni temporanee e/o da prestigiosi incarichi scientifici nel settore; – specifica e comprovata esperienza nell’organizzazione e gestione di strutture culturali pubbliche o private ovverossia di manifestazioni o altre iniziative culturali di rilevanza nazionale o internazionale; costituisce requisito preferenziale aver lavorato presso istituzioni museali con funzioni direttive o di responsabilità; – comprovata capacità di direzione ed esperienza nella gestione delle risorse umane; – comprovata esperienza riguardo alla collaborazione tra pubblico e privato; – conoscenze dello sviluppo di processi di digitalizzazione delle attività museali; – comprovata esperienza in merito alle attività di fundraising costituisce requisito preferenziale

Il bando sale in iperbole di competenze a designare un superuomo, o superdonna, un Übermensch a cui giusto non viene chiesto di saper ballare o cantare accompagnandosi con la lira, come la storia riporta di un noto imperatore romano che malgrado tutto ci lasciò in dono una Domus strepitosa.

A tempi scaduti, oltre nove mesi dal passaggio del precedente Direttore Guido Curto alla Reggia di Venaria, Palazzo Madama è rimasto in reggenza, continuando il suo lavoro ordinario e riuscendo a riproporre la grande mostra sul Mantegna chiusa a causa del virus. Il profilo che il museo richiede a leggere il bando è tra le altre cose lo skill di un manager con legami internazionali, relazioni solide con le altre istituzioni e infine a cuore di tutto risulta che il candidato deve possedere qualità superiori.

Sarebbe interessante conoscere davvero qualcuno, in quest’epoca e in questo pianeta che risponda con verità alle richieste espresse.

Il nuovo Direttore dovrà soprattutto fare fundraising, ossia cercare risorse economiche. I vecchi maledettissimi soldi. Dovrà convincere chicchessia in piena recessione economica ad elargire fior di quattrini per un bene pubblico dove probabilmente la pandemia ha ulteriormente scavato nel buco di bilancio. Per questo sarebbe stato meglio assoldare un mago della finanza, o magari un mago vero e proprio a cui riuscissero trucchi finanziari.

Il dramma dei soldi destituisce di fatto il ruolo di Direttore, lo conduce nella categoria dei questuanti obbligandolo a scambiare i termini di un’equazione. Non una programmazione culturale ma un’economia, si teme al ribasso, di una proposta culturale. Non dettata da incapacità ma da scarsità di pecunia. Il solito matrimonio con i fichi secchi a cui ci è capitato di partecipare dove nemmeno la sposa ha un vestito adeguato alla festa.

S’intende quelle mostre che sono le ricicciature di cose già viste, lo spolvero di collezioni intabarrate giustamente in cantina o i pacchetti surgelati fino a vernissage di mostre pronte da far saltare in padella oggi a Torino domani a Bologna poi a Lecce e così via.

Il caso più fosco e meno augurabile sarebbe scegliere una persona che già lavora all’interno con altro incarico. Magari un curatore o un conservatore così da lasciare senza copertura professionale un settore e obbligare un dipendente ad un ruolo dove difficilmente potrebbe imporsi o fare scelte coraggiose, sapendo che dopo i quattro anni tornerebbe al precedente lavoro.

Palazzo Madama cerca Superman,

Una delle soluzioni più azzeccate per Palazzo Madama sarebbe un Superoe, un Avengers, un mutante; un frutto della fantasia che fumetti prima e film poi hanno aperto spazi a storie coinvolgenti che poco prima della fine del film hanno ucciso i cattivi, salvato l’umanità, fatto battute spiritose svolazzato su acque e terre e non si sono nemmeno spettinati. Di più. In genere nemmeno chiedono un emolumento.

Per il regno delle ipotesi quasi possibili è da segnalare la direttrice e curatrice del Museo delle Belle Arti di Montreal, Nathalie Bondil. Da oggi è disponibile. Dicono i giornali che sia stata cacciata per aver reso “tossico” l’ambiente lavorativo tra i dipendenti del museo, i sindacati e il consiglio interno. Ad occuparsi del caso è intervenuto addirittura il ministro della cultura.

Per chi conosce le singolari peculiarità della gestione culturale della città il profilo di questa signora pare sufficientemente appropriato e dotato di quel quid che il bando, tra le righe, in fondo auspica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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