Dall’alba dell’umanità, passando attraverso la mitologia greca, il Rinascimento delle macchine leonardesche fino ad arrivare ai primi esperimenti dei fratelli Wright, di Joseph-Michel e Jacques-Étienne Montgolfier e di Ferdinand Von Zeppelin, l’uomo, al vertice supremo della creazione (almeno così si pensa), ha sempre rivendicato la propria incompletezza, nell’eterna gara alla sfida con la Natura.

Uomini come Enzo Maiorca hanno raggiunto il limite di immersione in apnea di 101 metri, Reinhold Messner ha scalato le quattordici vette oltre gli 8000 metri, ma che si trattasse di acqua o roccia, nessuno è mai riuscito a volare. Tralasciamo aerei, paracadute, deltaplani e decine di altre soluzioni che appaiono come evidenti surrogati all’ancestrale desiderio di staccarsi da terra e librarsi nell’aria: novelli Pindari, Fetonti, Icari.

Consideriamo poi la necessaria e autoimposta funzione umana quale creatore; non per forza in sostituzione di altre divinità creatrici, ma semplice ricercatore ed artefice di quel processo apparentemente indispensabile per migliorare lo stile di vita e le normali attività umane. Qualcuno lo chiama progresso.

Ecco che in seno a questa costante ricerca si estrinseca il genio e, da questo, si approda all’evoluzione scientifica e tecnologica.

Composite Research S.r.l. (Co.Re.) nasce nel 2015 con l’idea di rinnovare l’industria attraverso i materiali e nello stesso anno brevetta “MadFlex”: una tecnologia che permette la realizzazione di pannelli ultraleggeri multistrato che, grazie ad un’innovativa interazione chimico/fisica tra i loro elementi costitutivi, presentano caratteristiche meccaniche uniche al mondo, che li rendono flessibili, perfino arrotolabili, da un lato e rigidi dall’altro. Il tutto, utilizzando i tradizionali impianti di produzione dei materiali compositi standard.

Co.Re. è una giovane PMI innovativa, da qualche mese entrata a far parte dell’incubatore di ISC Lab in Corso Orbassano a Torino. Cosa c’entra il volo con Co.Re.? È semplicemente innovativo (almeno secondo chi lo ha progettato): la tecnologia MadFlex è stata utilizzata per sviluppare due ali collegate ad un corpo centrale che consentono il volo a planare. La flessibilità e la rigidità al tempo stesso del materiale ne consentono il facile trasporto ed utilizzo in diverse condizioni di lancio, sia esso effettuato tramite un aereo o direttamente da terra con dislivello adeguato. Tutto ciò ridefinendo i parametri ad oggi esistenti per tale tipologia di volo.

GazzettaTorino ne ha parlato direttamente con Eugenio Fossat, co-fondatore e CEO di Co.Re.

Dott. Fossat, siamo prima di tutto curiosi di conoscere la vostra realtà – Co.Re nasce sulla spinta di un’idea condivisa con l’Ing. Nicola Giulietti, co-fondatore ed attuale CTO, e il Prof. Luigi Costa, oggi consigliere della società.  Fanno parte dei soci sostenitori il Dott. Cesare Mangone, ex chimico ed attuale presidente della Progetti Medical Srl ed il Dott. Alberto Emprin, general partner della 3LB Seed Capital.

Il mito del volo

Eugenio Fossat

Eugenio Fossat Co-founder e Chief Executive Officer Chimico, 5 anni di esperienza nel settore dell’R&D e dei materiali compositi. Nicola Giulietti Co-founder e Chief Technical Officer Master in Ingegneria Energetica e laurea specialistica in Ingegneria Ambientale. 6 anni di esperienza nel settore dell’R&D e dei materiali compositi. Cesare Mangone Investitore e Advisor Amministratore delegato e presidente della Progetti Medical . Luigi Costa Investitore e Advisor Ex professore di chimica industriale e materiali polimerici presso l’Università degli studi di Torino. Alberto Emprin Investitore e Advisor General Partner della 3LB Seed Capital 

– Un banco di cervelli proveniente dal mondo della chimica e dell’ingegneria quindi.

Più che un banco di cervelli, un gruppo di persone capaci ed ispirate che sono state in grado di comprendere che per andare oltre non bastava inventare qualcosa di nuovo, ma fare in modo che potesse adattarsi a quello che l’attuale realtà industriale metteva già a disposizione. Inventare, infatti, non sempre vuol dire creare qualcosa di nuovo, a volte è sapere che con qualche piccolo e geniale accorgimento si può reinventare la realtà a nostra disposizione migliorandola in termini di efficienza e prestazioni.

Ci spieghi la missione di Co.Re. . Qual è il vostro proposito?

– Il nostro proposito è “ri-innovare l’industria attraverso i materiali e questo si traduce non solo nella ricerca e sviluppo di materiali innovativi, ma anche attraverso l’ottimizzazione dei processi produttivi degli stessi nel rispetto della sostenibilità ambientale. Più del 60% dei materiali che compongono il MadFlex è riciclabile e valutare e sviluppare materiali che riducano l’impatto ambientale sia in termini di risorse impiegate, sia in termini di ottimizzazione dei processi di produzione degli stessi è uno dei nostri principali obiettivi.

Per completezza aggiungo che su richiesta del cliente siamo anche in grado di produrre due versioni di MadFlex, una totalmente riciclabile e l’altra totalmente biodegradabile.

 La tecnologia MadFlex è la vostra “punta di diamante”, quali sono le sue attuali e possibili applicazioni?

E’ il nostro primo brevetto, oggi “granted” negli Stati Uniti e in Europa. E’ nato tutto da quell’idea e ad oggi le sue principali applicazioni si concentrano nell’ambito industriale, ma considerando la versatilità del materiale, stiamo valutando la possibilità di poterne estendere l’applicazione anche in altri campi. Ci piacerebbe che la tecnologia MedFlex potesse essere associata anche a prodotti di maggior consumo.

 

In quali settori è possibile applicare la tecnologia MadFlex?

– Come già accennavo, si tratta di un materiale composito estremamente versatile, la cui tecnologia può adattarsi a pieno alle esigenze di settori differenti, quali il settore dell’oil and gas, il settore automotive, il settore aerospaziale e della difesa nonchè trovare applicazione nel settore medicale e in quello dei trasporti.

Ma come spesso accade, occupandoci di ricerca e sviluppo le applicazioni inaspettate sono quelle più interessanti e che mettono alla prova la nostra creatività ed ingegno. Vedi il progetto della “tuta alare” commissionatici da un cliente privato.

Le vostre “medaglie”? Le nostre vittorie?

Ad oggi abbiamo due brevetti estesi in Europa e Stati Uniti nonchè abbiamo vinto il Programma Horizon 2020 SME 1 nel 2018 e l’ EIT Raw Materials Start-up Booster Program nel 2016.  Siano inoltre stati finalisti al JEC World Start-up Booster sempre nel 2018.  Fra i nostri successi contiamo anche il premio Winner Ideas 4 Italgas nel 2021 e l’UE Rigth Weigth NWE 2021.  Anche se io penso che il miglior traguardo è sempre quello che deve ancora arrivare, ed io e tutta la mia squadra è con questo obiettivo che lavoriamo ogni giorno.

Come ha iniziato, quale è stata l’idea scatenante?

La legge della conservazione di massa di Lavoisier afferma che in natura “Nulla si crea e nulla di distrugge ma tutto si trasforma”. Se partiamo da tale principio, allora Co.Re. è sempre esistita, era stato solo necessario trovare ed assemblare i giusti elementi per dare vita al tutto.

Come è cresciuta la CoRe, parliamo di dipendenti e collaboratori.- Oggi stiamo finalmente allestendo il nostro laboratorio ed abbiamo un ufficio di direzione. A settembre saremo strutturati anche nell’ambito commerciale ed abbiamo in programma di partire con un progetto di comunicazione aziendale che ci vedrà impegnati nel rafforzare la nostra immagine per tutto il 2023.  Le previsioni di assunzione da qui al prossimo anno prevedono di arrivare a regime con un organico di 15 dipendenti.

La partenza. Finanziamenti? Sovvenzioni? Fondi europei? Cosa vi ha aiutato?

Come tutte le aziende neonate abbiamo avuto ed abbiamo ancora bisogno di fondi per crescere. Purtroppo oggi in Italia il rischio peggiore per un’azienda che si lancia nel mercato globale resta la mancanza di fondi. Anche se il progetto di startup è valido e supportato da un ottimo know how, difficilmente verranno mai predisposti da parte delle banche fondi o finanziamenti a giovani aziende che possono rappresentare il futuro della nostra nazione.  Come tutte le altre start up abbiamo dovuto affrontare tale scoglio, ma abbiamo avuto dalla nostra “business angels” capaci di intravedere e puntare sulle nostre potenzialità.  Certo è che non smettiamo mai di guardarci intorno e di valutare ogni possibilità che ci viene offerta, sempre nel rispetto di quello che è il nostro modello di fare impresa.

Il vostro portafoglio clienti…

Più che di clienti, possiamo parlare di partner commerciali, con cui ad oggi condividiamo non solo le nostre idee, ma anche il nostro modo indipendente di muoverci sul mercato.  Fra i nostri attuali sostenitori abbiamo aziende del settore oli and gas per cui abbiamo ideato un kit di riparazione rapida per le condutture del gas e la conseguente riduzione del CO2 immesso nell’atmosfera, nonchè aziende che ruotano nell’ambito della componentistica dell’automotive per cui stiamo sviluppando soluzioni innovative ed in linea con le nuove direttive green comunitarie da qui al 2035.  Per quanto riguarda invece le richieste per gli studi di fattibilità, i clienti possono muoversi a 360° nel campo della chimica dei materiali come le loro stesse richieste.

Il vostro motto?

Se oggi dovessi pensare ad un motto per la nostra azienda certamente sarebbe incentrato su quello che siamo e su quello che facciamo per fare in modo che la nostra visione diventi il reale e prossimo futuro.  Una visione che possa includere quello che siamo e che facciamo nel rispetto dell’ambiente e dell’individuo quale fulcro del rinnovamento e della scoperta.

Ognuno dei miei collaboratori ha una propria personalità ed una propria visione delle cose e seppur a volte distanti l’uno dall’altra ho scoperto con piacere che fra loro si intersecano “perfettamente” dando vita ad un disegno unico come è unica la mia personale visione di Co.Re. Personalmente, ho molti punti di ispirazione, ed è qui che nasce il mio personale motto: “Immaginare è sapere di poter spostare il limite un po’ più in là”.

Dott. Fossat, rifarebbe la sua scelta?

Si, certamente perchè Co.Re. è aver realizzato quello in cui credo.  Lo lasciamo tornare al lavoro, orgoglioso di mostrarci i laboratori e presentarci lo staff. Eppure l’orgoglio, in qualche modo, sembra trasmettersi anche a noi: forse per quel tipico genio italico che non si scoraggia davanti alle difficoltà, alla burocrazia, a una fiscalità ingombrante. Una volta tanto non si è dovuta descrivere l’ennesima fuga di cervelli, ma una realtà consolidata e ben indirizzata verso un futuro di successo che lascia ben sperare circa le nuove risorse e il nostrano impegno nella ricerca. Nonostante tutto, una volta tanto, una storia di successo.

Alberto Busca