“VIA DELLE MAGNOLIE 11”

di Stefania Bertola

 

Quando Stella Marina si sveglia definitivamente e nel suo letto la mattina dopo, è domenica. Per fortuna, la Coop di Rubèria è una Coop semplice, non una Iper, e la domenica rispetta il terzo comandamento e santifica la festa. Stella Marina può pigrare un po’, fare una lunga doccia inondandosi di bagno schiuma agli Agrumi Freschi di Sicilia, mettere il balsamo sui capelli e fare colazione con calma, procedendo nella lettura di Oltre gli scogli di Elinor Glyn, un’ autrice della Biblioteca della Rosa Salani. Stella Marina ha scoperto questa appassionante e ormai purtroppo defunta collana frequentando una bancarella di libri usati in piazza Guevara: sono un po’ come gli Harmony, ma le protagoniste sono molto più eleganti.

I Romanzi della Rosa la incoraggiano a sperare: in essi, le Ludovica vengono implacabilmente sconfitte dalle Stella Marina, e gli Ingegner Lorenzo si innamorano perdutamente della bella inquilina del quarto piano. Stella Marina divora la terza fetta di pane, burro e pasta d’acciughe, e sospira: purtroppo non è più solo Ludovica a minacciare la sua eventuale storia d’amore con Lorenzo, ora c’è anche zia Antonia nel New Jersey.
E a questo proposito, conviene sbrigarsi, perchè l’intera famiglia Riberi è convocata a pranzo a casa di Giuseppe e Iolanda, per un consiglio di guerra.

Via delle Magnolie 11

Disegno di Pascal Campion

Ore 13, sala da pranzo situata al pian terreno della palazzina in via delle Magnolie 11. Attorno al grande tavolo rettangolare allungabile dell’ikea, nell’occasione allungato, siedono Giuseppe e Iolanda Riberi, il loro figlio maggiore Carmine con la moglie Giulietta e i piccoli Dimitri e Natasha, la figlia minore Stella Marina, la madre Maddalena e la nipote Claudia.
Al centro della tavola, una teglia a due piazze di pasta al forno, che nonna Maddalena sta fotografando per postarla su Instagram, nella speranza che dia una bella spinta a una carriera da influencer che stenta a decollare.
A parlare è mamma Iolanda, che è in grado di fare due cose contemporaneamente: distribuire carboidrati , e invocare l’aiuto del Signore.
“ La cosa migliore, “ sta dicendo mentre piazza dieci centimetri quadrati di pasta nel piatto di Natasha, “ sarebbe che sto geremi si spaccasse una gamba o qualche altro pezzo del corpo, in modo che non può partire, e lo dico perchè sarebbe meglio così che se cade l’aereo nell’oceano, e mi muoiono chissà quanti poveracci che non c’entrano niente.”
“Zia, “ Claudia sta già facendo il bis. La sua velocità nel consumare il cibo è leggendaria, e rammenta quella degli dei della mitologia norrenica. “ E’ inutile che stiamo qua a sperare che a geremi gli viene un coccolone o altro. Meglio che pensiamo a cosa fare se quello arriva in buona salute.”
“Chi è geremiiiii!” strilla Dimitri, anni cinque, abbigliato con un costume verde da drago, l’unico capo relativamente pulito presente nel suo armadio quel mattino.
“ E’ un cugino che sta in America, tesoro di nonna. Il figlio di Nancy, la figlia di Antonia, la figlia del tuo trisnonno Florindo.”
“ E che vuole?” si informa Natasha, anni otto, bambina brutta con gli occhiali, un mistero genetico in quella famiglia di belli.
“Bambini, prendete il piatto che vi accendo i cartoni e mangiate sul divano.” Giulietta vorrebbe che quel pranzo finisse entro le quattro, ora in cui ha un appuntamento a cui non può arrivare in ritardo, e spera che delocalizzando i figli la conversazione arrivi al punto. Continuano a parlare di questo parente americano che deve arrivare, neanche fosse chissà che tragedia. Magari è pure figo.
Sistemati i bambini in modo che non possano rompere le scatole e possano invece godersi una insperata dose di Paw Patrol, Giuseppe riassume la situazione a beneficio di quelli che ancora avessero delle lacune informative.
“Ieri Antonia ha telefonato a nonna, dicendole che suo nipote geremi verrà a lavorare in Italia. Aprono delle filiali di Starbucks a Torino, Milano e Venezia, e lui seguirà la faccenda. Ha bisogno di una casa, ma a quanto ho capito è una merda di ecologista o che cavolo ne so seguace di quella ragazzina con le trecce e insomma accidenti a lui che il diavolo se lo porti e non lo restituisca più, non vuole vivere a Milano, e cercava una casa in una cittadina non lontana e a quella cazzo di zia Antonia scusatemi signore gli è venuto in mente il secondo piano.”
Cala un silenzio funebre sulla tavolata. Perchè lì tutti sanno benissimo com’è andata, col secondo piano. Tutti tranne una.
“ Scusa, Giuseppe, il secondo piano è dove c’è l’alloggio affittato a Lorenzo. Cosa c’entra con questa Antonia?” chiede infatti Giulietta.
“ Ah Giuli!” sbotta Carmine. “Metti in moto i neuroni! Quell’alloggio, nella divisione dell’eredità del bisnonno Florindo, andava a zia Antonia. Quella voleva affittarlo, ma papà le ha detto che gli infissi erano marci le piastrelle erano tutte da cambiare, il parquet era gonfio e la tappezzeria si staccava a brandelli muffosi.”
“E quindi, “completa Giuseppe versandosi un bel bicchiere di Gewurtztraminer, “Per affittarlo zia Antonia avrebbe dovuto fare lavori costosissimi. Meglio lasciarlo lì.”
Giulietta li fissa bocca aperta, sentendosi un po’ come una brava ragazza di Palermo che scopre di aver sposato un cugino di Badalamenti.
“La avete truffata!”
“E certo,” Iolanda si toglie di bocca lo stuzzicadenti con cui ha perseguitato un frammento di salsiccia. “ L’appartamento è perfetto, e noi lo abbiamo sempre affittato, da vent’anni. Sempre in nero,” aggiunge orgogliosa. “Mai un controllo, mai un problema. E adesso ci voleva sto scimunito a romperci le scatole!”
“ Arriva la settimana prossima,” precisa cupa Claudia. “ Che facciamo, ragazzi?”
“ Bisogna buttar fuori l’ingegnere,” è la semplice e impeccabile soluzione proposta da Giuseppe.
Ed è a quel punto che Stella Marina balza in piedi, rivelando improvvisamente la sua sopita natura di ragazza del Sagittario.
“Non se ne parla!” proclama. “Lorenzo non se ne andrà! Datemi cinque minuti e la trovo io una soluzione!”
“Tic tac tic tac,” fa suo fratello, indicando la grande pendola sopra il controbuffet. “Sono già passati dieci secondi.”

“ Pensate alla peonia,” sta dicendo Giulebba Gormiti, l’insegnante. Giulietta chiude gli occhi, ma non vede niente, per il semplice motivo che non sa come è fatta una peonia. Capisce che prima di iscriversi al corso domenicale di Meditazione Floreale avrebbe dovuto farsi un veloce ripasso di Facce dei Fiori. Finora se l’era cavata, perchè avevano meditato sulla Semplicità della Margherita, sulla Timidezza della Violetta, sulla Indifferenza ai Sentimenti del Tulipano.. fiori facili. Ma la peonia?
“La Peonia o dell’Inganno,” sta salmodiando Giulebba. “ La Peonia che si finge rosa, ma della rosa non ha il profumo. Peonie: grandi, bellissime, ma pura apparenza, come le tette rifatte. “ Se Giulietta avesse una forma anche rudimentale di senso critico, troverebbe che questa chiusa è un po’ goffa, ma non ne ha, e comunque è distratta. La peonia come meditazione sull’Inganno la riporta al pranzo in famiglia da cui è riuscita a fuggire in tempo per raggiungere il Centro di Meditazione Polinaturale entro le quattro. Il pranzo durante il quale ha scoperto di essere entrata in una famiglia che pratica l’inganno come, e forse molto più, della peonia. Perciò, pensa Giulietta mentre cerca di raffigurarsi una specie di rosa ma un po’ di sottomarca, se io pure li imbroglio, non c’è niente di male.

In quello stesso momento, in una cittadina del New Jersey, l’oggetto dell’inganno dei Riberi sta facendo joggin in un parco cittadino, in compagnia di sua madre.
“Sei sicuro?” chiede Nancy, una donna tutta tendini e cartilagini che non avrebbe nessun bisogno di fare joggin’, e anzi farebbe bene a scegliere un hobby che consenta di prendere peso, tipo il ricamo.
“ Ma si dai, sono sicuro. Mi piace l’idea di avere una casa mia.” Eccolo qui, Jeremy, la minaccia. Un giovane uomo lentigginoso, questa è la prima cosa che colpisce in lui. Un mare fitto di lentiggini sulla faccia, sulle braccia, e forse anche sulle gambe, non fossero coperte da peli arancioni. Arancioni le ciglia, le sopracciglia, i capelli, gli occhi. Nonostante questo non è brutto, a meno che uno proprio non sopporti l’arancione.
“ Ma dev’essere una cataperchia.” I due stanno parlando in italiano, per far fare esercizio a Jeremy, ma Nancy non lo domina perfettamente, nonostante sia figlia di due immigrati che in casa manco ci pensavano a usare l’inglese. Jeremy invece lo parla con la fluidità di un fiorentino, anche se in modo leggermente ampolloso.
“ Che mi importa. Anzi, preferisco, se è una dimora un poco antiquata, non tecnologica.”
“Okay antiquata, figlio, ma se cade in pezzi.”
“ Lo sai che adoro il bricolage, mamma. Nei momenti liberi dal lavoro, sarà un piacere restaurare la mia abitazione.”
Nonostante questa affermazione, Jeremy non è gay, e infatti poco dopo lo ritroviamo a casa, in compagnia di Debra Lou, la sua ragazza. Stanno finendo di riempire un impeccabile set di costose valigie. Debra Lou è poetessa e batterista, rock e sregolata, genere Amanda Palmer, quindi sbatte in valigia oggetti a caso, ignorando l’ansia in cui precipita il suo fidanzato.
“Amore! Non mi serve, il deumidificatore a forma di polipo! “
“L’Italia del nord è umida. Mi ha detto Cynthia che quando sono andati a suonare Verona le pioveva in camera.”
“ Cynthia è sempre fatta, tesoro. La sua è una realtà aumentata… no, il busto dell’Arcangelo Gabriele no! Pesa troppo.”
“ E’ il tuo kharma, non puoi viaggiare senza. Se l’Arcangelo Gabriele non avesse offerto un caffè a Maometto, Starbucks non esisterebbe.”
Jermy toglie dalla valigia il polipo, il busto e un barattolo di burro di arachidi.
“In Italia consumerò soltanto cibo a chilometro zero, roba local e biologica.”
“ E che cazzo mangiano nell’Italia del nord? Almeno se andavi a Napoli c’era la pizza.”
“Ragioni secondo stereotipi, tesoro.”
Debra Lou sbuffa.
“ Non mi piace, fare le valigie con te. Sento brutte vibrazioni.”
Jeremy si feSarebbero migliori, se tu partissi con me. Perchè non vieni, amor mio? Almeno per un po’?”
Debra Lou gli da un leggero calcio in uno stinco. “Perchè non sono la tua geisha. Tu parti, io parto? Ma dove siamo, nell’Antico Testamento?”
Jeremy fa segno di no con la testa, ma ormai la ragazza è partita.
“Ho la mia vita io! Le mie priorità! Devo studiare l’adattamento per batteria della Patetica di Chaikowsky! E dovrei mollare tutto per seguire te? Ho un concerto a Tampa il mese prossimo! Non cercare di fermarmi!”
Senza dargli il tempo di rispondere, Debra Lou esce sbattendo la porta. Jeremy sospira, e toglie dalla valigia anche i cavi per la batteria della macchina.

Giulietta non è l’unico membro della famiglia Riberi che stia meditando, in questa domenica pomeriggio. Anzi, per essere gente normalmente più portata a esprimere che a riflettere, i Riberi oggi sono parecchio taciturni. Il fatto è che la soluzione proposta da Stella Marina è affascinante ma rischiosa. Basterebbe che Jeremy non sia completamente idiota, e non potrebbe funzionare. E che garanzie hanno, loro, che Jeremy sia un perfetto idiota?
“Parecchie, “ sta dicendo Giuseppe, che si è rivelato il miglior alleato di sua figlia.” La cugina Antonia non è una cima, e ha sposato Bartolomeo Capece, che aveva il gozzo. Quelli col gozzo non sono scemi?”
“Ma la cugina Nancy ha sposato un americano,” obietta Jolanda.
“Ragione di più,” commenta Giuseppe.
“ E poi, “ interviene Claudia, a moderato sostegno della cugina, “ E’ passato un casino di tempo da quando è morto il bisnonno Florindo. Mica possono essere sicuri dei piani, dai… secondo, terzo, quarto.. saranno rimasti nel vago.”
“ Nel vago?” Carmine batte un pugno sul tavolo. “ Voi siete pazzi. Esistono documenti, planimetrie, firme! Codicilli, che ne so, informative ministeriali! Non è che i testamenti sono una roba da ridere! Finiamo tutti in galera!”
“Preferisci perdere 1000 euro al mese di affitto? Con quella tua palestra che fa acqua da tutte le parti?” Stella Marina di solito è gentile con suo fratello, ma in questo caso è il suo principale ostacolo, e colpisce duro. Infatti Carmine mugugna e non ribatte.
A ribattere, con tersa semplicità, è nonna Maddalena, il cardine di tutta l’operazione. Punta il dito verso Stella Marina e annuncia:
“Io un’altra in casa non la voglio. Punto e basta.”
Stella Marina apre la bocca per risponderle a tono, ma la chiude subito, e come lei tutti gli altri restano in silenzio: la porticina che dall’androne da sul giardinetto posteriore si è aperta, e davanti alla portafinestra passa e saluta con cortesia proprio lui, Lorenzo Bonvicini, l’ignaro.

3.

Lorenzo Bonvicini, l’ignaro, rappresenta anche lui una forma di inganno spontaneo, messa a punto dalla natura. Capelli mossi e scuri, occhi nerissimi, pelle ambrata, sguardo dritto e sincero, spalle energiche senza essere addirittura poderose, potrebbe essere un bellissimo ragazzo sudamericano, pronto a immolarsi per un ideale, invece è un figlio del Piemonte Occidentale, restio a immolarsi e attento a difendere il suo stile di vita. Per difendere il suo stile di vita circa sei mesi prima che iniziasse questa storia ha approfittato di una breve assenza da casa della sua fidanzata e convivente Chiara per andarsene portando via tutta la sua roba. Tornata da una visita a sua mamma residente a Domodossola, Chiara ha trovato parecchi spazi liberi in armadi, cassettoni e librerie, oltre a una bellissima lettera in cui Lorenzo le comunicava che non era fatto per una serena vita a due.
E tanto meno a tre, aveva pensato Lorenzo qualche ora prima di iniziare a togliere i suoi vestiti dai cassetti, quando aveva trovato in fondo al bidoncino della plastica un test di gravidanza misericordiosamente negativo. E lo aveva trovato per caso! Mentre rovesciava il contenuto del bidoncino in un sacco di plastica da mettere fuori. Era stato il premio per aver voluto contribuire all’andamento domestico, e fare una sorpresa a Chiara, che tornando avrebbe trovato la casa linda e la spazzatura smaltita. Lorenzo sa bene che un test di gravidanza negativo ci mette niente a diventare positivo, e poi lei gli avrebbe raccontato qualche frottola tipo che aveva vomitato la pillola quella volta che avevano mangiato le cozze… e fatta. Finito. Sarebbe calata la saracinesca sulla sua vita di uomo libero.
Ma la saracinesca non è calata, e Lorenzo ha trovato una nuova casa in via delle Magnolie 11, e una nuova fidanzata in Ludovica, che sembra poco propensa alla stabilità, o almeno così si illude lui. La vita gli sorride, in questa tiepida domenica di marzo.
Domani riprenderà il suo lavoro negli uffici tecnici della Brioschi, l’azienda produttrice del famoso caffè, ma oggi è libero, e si prepara a godere di un intenso quanto proibito svago pomeridiano. Ludovica è a Como a trovare sua sorella, i suoi genitori li ha visti a pranzo, adesso tocca alla vita.
Prende la bicicletta sistemata nella rastrelliera accanto a quella di Stella Marina, saluta i Riberi con un sorriso, lancia uno sguardo languido a quella carinissima sorella a cui prima o poi farà un pensierino, e se ne va, bello e falso come una moneta di cioccolato.

Appena Lorenzo si allontana, nonna Maddalena riprende esattamente da dove si era interrotta. Punta il dito contro Stella Marina, che adesso è tutta fresca e fremente, e ribadisce:
“Io quella in casa non la voglio!”
“Mamma, è l’unica soluzione.” Giuseppe fa la faccia severa, la stessa di suo padre, la stessa che per sessant’anni ha messo soggezione a Maddalena, finchè il Signore le ha fatto la grazia di renderla vedova. “ Stella Marina verrà a vivere con te e Claudia, e noi daremo al nipote di Antonia il quarto piano.”
“ La mansarda? Ma quello vuole un appartamento, non la mansarda!”
“Nonna, quello è americano. Vivono nelle scatole. Per loro, la nostra mansarda è una reggia.”
Carmine guarda sua cugina con pena profonda. “Claudia tu non sai una bella minchia di niente. Credi di conoscere l’America perchè guardavi Friends.”
“Comunque,” Jolanda prende la parola raramente, ma quando lo fa, la ascoltano. “ Non abbiamo tempo di pensare nulla di meglio. Stella Marina è stata brava a farsi venire in mente questa cosa, e a noi ci tocca farla. Se quello fa storie, metteremo insieme qualche documento falso. Ci penserà Claudia.”
Tanta fiducia nasce dal fatto che Claudia è la segretaria di un avvocato. La condizione ideale per chi desidera produrre documenti falsi.
“ Ma io non la voglio un’altra in casa! Ricordatevi che la palazzina è mia! Vi sbatto fuori tutti!”
I Riberi tacciono, sopraffatti dalla verità. In effetti si, la palazzina è di Nonna Maddalena. E certo, se volesse potrebbe sbatterli fuori tutti.
Panico. Ma l’amore, per definizione, supera tutti gli ostacoli, e Stella Marina ha appena rivisto Lorenzo, in tutto il fulgore del suo fintamente sdrucito giubbotto di pelle. Non è disposta a perderlo, non è disposta a rinunciare. E’ disposta invece a lasciare la sua amatissima casetta per trasferirsi con quella schiodata di sua nonna e quell’impiastro di Claudia, in una cameretta di ripiego in cui entra si e no un letto, e non sarà certo quella ostinata ottantenne con i ricci viola a farle cambiare idea.
“Nonna. Ascolta me. Se mi lasci venire a stare da voi, ti aiuto ad aumentare i followers. Io so come fare. Diventerai una influencer pazzesca, tutte le anziane del mondo ti prenderanno come punto di riferimento. Fidati.”
Carmine guarda sua sorella a bocca aperta. Per quello che ne sa lui, Stella Marina neanche sta su Instagram.
Mentre Carmine si limita a stupirsi, Jolanda fissa sua figlia con quei tipici occhi socchiusi della madre insospettita. Mmm… com’è che Stella Marina si prende tanto a cuore questa faccenda? Com’è che è pronta ad andare a vivere con sua nonna pur di non far perdere alla famiglia mille euro di affitto? O…
O…
Jolanda socchiude gli occhi più che mai, colpita da un cambio di prospettiva: forse sua figlia non sta facendo questo incomprensibile sacrificio per salvare mille euro al mese. Forse lo sta facendo per non mandare via l’inquilino!
“ Sei sicura?” sta dicendo sua suocera. “ sai come aumentare i miei folour?”
“Certo. Vedrai. Benissimo. Allora è deciso? “
La famiglia annuisce.
“ Carmine domani mi dai una mano a traslocare?”
Ed è a questo punto che Jolanda decide di vederci chiaro.
“Scusa, tesoro, ma tuo fratello ha da lavorare. Perchè non chiedi a Gabriele?”
Su quell’estroverso gruppo familiare scende un silenzio spesso. Gabriele! Come mai Jolanda ha osato nominare l’Innominabile?

Facciamo un passo indietro. Succede sempre, in un romanzo come si deve, di dover fare prima o poi un passo indietro, e adesso tocca a noi. Questo passo indietro ci porta a circa un anno fa, sempre marzo era, e la vita in via della Magnolie 11 era pressappoco la stessa, con la differenza che l’alloggio del secondo piano era affittato alla famiglia Zuccaro, composta da padre, madre e quattro figli. Questa famiglia scompare dalla nostra storia circa sei mesi dopo, quando la madre, signora Rosalba, resta incinta del quinto figlio e gli Zuccaro decidono di cercarsi una casa più grande, la trovano, si trasferiscono, e l’alloggio del secondo piano viene, sempre abusivamente, affittato all’ingegner Bonvicini. In quel marzo, Claudia era stata assunta dallo studio legale Romagnosi, Romagnosi & Lamberti in qualità di segretaria, e un giorno in cui sua cugina era passata a prenderla per accompagnarla a scegliere una borsa primaverile nelle vie del centro, era avvenuto il fatale incontro tra Gabriele Lamberti e Stella Marina Riberi. Da parte di Gabriele, era stato amore a prima vista. Da quando aveva iniziato a frequentare femmine nella sezione “Margherite” dell’Asilo Nido, Gabriele aveva dimostrato una spiccata preferenza per le bambine con i capelli rossi, per le bambine con gli occhi mutevoli, per le bambine alte, per le bambine con un sorriso stellato. E Stella Marina aveva tutte, proprio tutte queste caratteristiche, radunate lì davanti a lui nell’ingresso dello studio legale, dove per un puro caso della vita si era trovato mentre quella simpatica chiattona della loro segretaria stava uscendo, in compagnia di una ninfa dei boschi.
Era cominciata così, la storia fra Gabriele e Stella Marina, amore a prima vista da parte di lui, blanda accettazione da parte di lei. Non il presupposto ideale per la felicità, e infatti a un certo punto erano successe alcune cose in rapida successione: Stella Marina aveva tradito Gabriele con uno splendido addetto alla manutenzione frigoriferi della Coop, un ragazzo ucraino con gli occhi da cosacco. Gabriele lo aveva saputo, e di conseguenza scenate, recriminazioni, rammarico di Stella Marina che, avendo scoperto che Occhi da Cosacco aveva una fidanzata in Ucraina e una a Biella, era sprofondata nel pentimento. Segue periodo di prova separazione, durante il quale Gabriele avrebbe deciso se perdonare Stella Marina o bandirla per sempre dalla sua vita. Purtroppo, però, durante quel periodo di prova separazione Gabriele aveva deciso che la cosa migliore era sì, perdonare Stella Marina, ma solo dopo essersi messo in pari. Aveva così intrapreso una fugace relazione con un’altra segretaria dello studio, cosa che era stata puntualmente comunicata da Claudia a tutta la famiglia Riberi nel corso di uno dei loro nefasti pranzi domenicali.
Stella Marina non la aveva presa bene. Secondo lei questo comportamento denotava carattere ombroso e vendicativo, mancanza di autentica grandezza d’animo e altre caratteristiche che avrebbero reso Gabriele un fidanzato pericoloso. Aveva comunicato queste sue impressioni a Gabriele, che a sua volta ne aveva dedotto che Stella Marina contava di continuare a tradirlo anche in futuro con tutta una varietà di manutentori dell’est, aspettandosi di venire sempre perdonata senza pan per focaccia, e quindi sarebbe stata una fidanzata inaffidabile. E così si erano lasciati definitivamente. Gabriele, per non restare con le mani in mano, aveva proseguito per qualche mese la storia con la segretaria, mentre Stella Marina, come tanto spesso succede in questi casi, aveva scoperto di amarlo perdutamente e rimpiangerlo ogni minuto della giornata.
Si era trascinata nel rimpianto fino a quel magico giorno di settembre in cui Carmine aveva annunciato alla famiglia: “Ho trovato un nuovo inquilino per il secondo piano,” e Lorenzo Bonvicini era entrato nella sua vita, cancellando ogni traccia di Gabriele Lamberti.

Adesso facciamo un passo avanti, e torniamo a questa pigra domenica pomeriggio, e alla famiglia Riberi che, ancora seduta attorno al tavolo da pranzo, sta riorganizzando la distribuzione familiare nella palazzina. Se ricordate, Jolanda ha appena proposto a sua figlia Stella Marina di farsi aiutare a traslocare da Gabriele, colui che non si deve nominare. Infatti, ogni volta che del tutto casualmente Claudia lo citava, Stella Marina sentiva un pugnale che le si conficcava in cuore, e, secondo le usanze di quella famiglia, lo comunicava immediatamente a chiunque fosse nei paraggi.
ESEMPIO DI DIALOGO:
CLAUDIA: “ No, allora, oggi quel pezzo di merda di Romagnosi senior mi ha dato un atto probatorio da inserire nel file tre minuti ma tre vi giuro prima che uscissi e meno male che è intervenuto Gabriele a dirgli che potevo farlo domatt..Ahhh! Che c’è, Stemarì?”
Domanda giustificata dal fatto che sua cugina, con cui si stava facendo una birretta nel giardino di casa, era saltata in piedi rovesciando la sedia di ferro e il vicino stenditoio carico.
STEMARI’ Non lo devi nominare! Te l’ho detto! Non lo devi nominare mai che mi prende maleee!! Ma ce l’hai la sensibilità? Ti rendi conto che c’ho la ferita aperta? E spruzza sale, allora, forza! vuoi anche una corona di spine da ficcarci dentro?”

Eccetera eccetera. Per cui sentendo Jolanda chiedere con placida noncuranza: “Perchè non ti fai aiutare da Gabriele?” i Riberi si erano frezzati in attesa di una reazione isterica. Che però non era venuta. Stella Marina aveva guardato sua madre stupita:
“Mà? Che dici? Gabriele? Mai più visto, mai più sentito, non mi ricordo neanche che faccia ha…”
“Beh,” aveva proseguito imperterrita Jolanda. “ E’ sempre un tuo ex. Vanity Fair dice che in caso di trasloco i primi da chiamare sono gli ex.”
“Mamma, tu non leggi Vanity Fair, leggi solo Vippissimi Hot.”
“L’ho visto dalla parrucchiera.”
“E comunque no. Non ci penso proprio, a chiamare quello.”
Jolanda non risponde. Ha saputo quello che voleva sapere.

“ Guarda, Jeremy, ho trovato la foto che mi ha mandato l’anno scorso mia cugina Maddalena.”
Antonia Capece vuole fornire a suo nipote un minimo di informazioni sui parenti a cui sta per riunirsi, e quindi sta scrollando velocemente il cellulare, metri e metri di messaggi, finchè arriva a una fotografia parecchio natalizia. Risale alle feste di quell’anno, occasione in cui i Riberi si erano riuniti tutti a Padova, a casa di Pasquale: la foto ritrae Maddalena al centro, sistemata tra i due figli Giuseppe e Pasquale. Accanto a Giuseppe e Jolanda, ci sono Carmine, Giulietta, Natasha, Dimitri e Stella Marina. Accanto a Pasquale, più succintamente la moglie Domenica e la figlia Claudia. Alcuni indossano orribili maglioni con Babbo Natale, altri sfoggiano cappellini rossi bordati di pelo bianco, ma questo non impedisce a Jeremy di guardare quella foto con profondo interesse. Chi è quella dea vestita di rosa con il cerchietto con le renne in testa?

 

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