Sabato 18 e domenica 19 Giugno, appuntamento da non perdere, nel Monferrato, con la rivisitazione storica dell’ Assedio di Canelli. Storia, costumi e battaglie per 48 ore di festa non stop.

Più che una semplice festa, per gli abitanti del Monferrato, quella che sabato 18 e domenica 19 giugno occuperà vie, piazze, cantine, osterie di Canelli, è un gioioso tuffo nella memoria degli atti eroici della popolazione, in pagine di una storia che sembra tratta da un romanzo di Dumas.
battaglia canelli
La storia dell’ assedio inizia nel 1612 con la morte di Francesco Gonzaga, duca di Mantova che aveva diritti sul Monferrato. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, per difendere i secolari interessi che casa Savoia aveva sul Monferrato, decise di risolvere le controversie con le armi.
Canelli, posta sul confine tra Savoia e Monferrato, interamente fortificata, fu teatro di innumerevoli combattimenti e subì numerosi attacchi.
Nel giugno del 1613, approfittando della mancanza di soldati dalle fortificazioni canellesi, Carlo Gonzaga, duca di Nevers con un reggimento di cavalleria, uno di fanteria e con diversi cannoni, attraversò il fiume Belbo e pose l’assedio alla città. Le truppe tentarono in più modi di entrare in Canelli, ma piccola guarnigione rimasta fu aiutata in modo determinante dalla popolazione che riuscì a resistere a tutti gli attacchi e a reagire. I nemici furono costretti al ritirarsi dopo la morte di molti cavalieri, capitani, soldati, fuggendo e lasciando sul luogo di battaglia, armi, scale, cannoni, e altri mezzi d’assedio.
Il Duca di Savoia per ringraziamento e per premiare gli uomini e le donne di Canelli del loro comportamento li esentò per trent’anni, con apposito decreto, dal pagamento delle tasse.
L’Assedio di Canelli è quindi molto più di una semplice rievocazione storica: è la festa dei canellesi che, rivivendo il passato, si riappropriano di quelle “radici” che sono il presupposto fondamentale di ogni comunità, e che li farà sentire, ancora una volta, per due giornate, degli eroi.
Musica, teatro, storia, costume, arte, artigianato ed eno-gastronomia sono gli elementi di una miscela avvincente che richiama ogni anno più di 50.000 visitatori.

visitatori che diventano protagonisti della rivisitazione

visitatori che diventano protagonisti della rivisitazione

Saranno più di 2000 i partecipanti ufficiali che, in costume,  rappresenteranno lo storico assedio subìto nel 1613 ricreando per due giorni, tra battaglie, scaramucce, fatti d’arme,  l’atmosfera e le situazioni di una città assediata e coinvolgendo il visitatore che diventa al tempo stesso testimone degli eventi e protagonista. Infatti i visitatori  devono sottostare agli obblighi ferrei del lasciapassare: oltre a potersi prestare per foto e giochi a tema con l’assedio (vedi foto), devono accettare di buon grado l’eventuale inquisizione da parte delle guardie di ronda e rischiano la berlina se nelle osterie alzano troppo il gomito.

Anche la gastronomia, infatti, con osterie e taverne, avrà un suo luogo privilegiato: sula sommità della collina di Villanuova ci saranno tutti i punti-ristoro seicenteschi, abilmente adattati per l’occasione, che sforneranno piatti tratti da ricette seicentesche curati e valutati dall’ Accademia Italiana della Cucina. I numerosi trattati gastronomici dell’epoca hanno fornito la documentazione necessaria, quindi tutti i piatti proposti sono quindi rigorosamente storici, anche se interpretati secondo le esigenze del gusto moderno.

taverna all' aperto

taverna all’ aperto

Naturalmente indispensabile corollario della visita alle taverne sarà il Vino, simbolo della città: non se ne risparmierà, ma con la dovuta moderazione: apripista il prodotto simbolo di questa terra, il Moscato di Canelli Docg e si raccomanda la visita alle “cattedrali sotterranee”, le cantine storiche Patrimonio dell’ Unesco con ciceroni in costume del ‘600, e, novità di quest’anno, ai giardini “all’ italiana” del Castello Gancia

Le "Cattedrali sotterranee", a Canelli

Le “Cattedrali sotterranee”, a Canelli

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