Il nostro viaggio nel mondo dell’orrore in vetrina parte da Torino

Lombroso Museo criminaleLa paura è uno dei sentimenti più radicati nel profondo dell’animo umano, ma allo stesso tempo esercita un indiscusso fascino, fa provare la necessità del brivido. Partiamo da qui per spiegare il perché esistano tanti “musei dell’orrore”, strutture che fanno del timore e dell’inquietudine il loro punto di forza; la paura diventa così il fil rouge che lega tra loro una nutrita serie di musei distribuiti sul territorio italiano.

I volti del male

Il nostro viaggio nel mondo dell’orrore in vetrina parte da TORINO, dove c’è  il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”. Lombroso è ricordato per aver affermato la teoria in base alla quale ad un determinato bagaglio genetico può corrispondere una maggiore o minore attitudine alla criminalità. Ecco giustificato il corpo delle collezioni, estremamente variegato: disegni, fotografie, corpi di reato. Tutto riguardante gli internati nei manicomi e i carcerati.
Nel Museo Lombroso di via Pietro Giuria 15 sono così presenti crani e altre parti anatomiche provenienti da diverse aree geografiche ed in parte tratti da cadaveri di criminali, calchi in gesso e maschere di cera di volti di delinquenti, manufatti, disegni e dipinti di alienati e di carcerati, apparecchi di contenzione, album fotografici, ritratti, schede segnaletiche, interessanti apparecchi scientifici.
La raccolta di scheletri di criminali e di pazzi, morti in carcere e nei manicomi, rappresenta uno dei nuclei iniziali del Museo Lombroso. Continuamente accresciuta, trova sistemazione nelle sale del Museo ospitato nella sede del Palazzo degli Istituti anatomici.
Primeggiano inoltre, la raccolta degli orci per bere (sulle cui superfici ricurve figura, graffita nella ceramica per mano del carcerato, tanta cronaca nera torinese), le crete modellate (rievocanti episodi criminali, processi, scontri a fuoco tra briganti e carabinieri, ecc.), i mobili (art brut) costruiti da un paziente psichiatrico, la collezione unitaria dei corpi di reato, una raccolta di modelli di celle e istituti penitenziari, le fotografie o i reperti attinenti ad anarchici e briganti che danno un contributo non marginale allo studio di un preciso periodo storico.
Unico nel suo genere, sempre nel nord Italia, il Museo dei Serial Killer di FIRENZE. Ad essere messo in mostra è l’aspetto più perverso, pauroso e inspiegabile della natura umana. Il percorso inizia da un passato lontanissimo e attraversa alcune delle figure che sono entrate in una dimensione (paradossalmente) mitica, anche grazie alla rappresentazione che ne è stata data dal cinema e dalla letteratura: troviamo così loschi figuri come Jack Lo Squartatore e Ed Gein, quest’ultimo ispiratore di film come Psycho, Il silenzio degli innocenti e Non aprite quella porta.
 

C’è chi si conserva per sempre…

Proseguendo verso sud, arriviamo in provincia di TERNI, dove è stato aperto il Museo delle Mummie. Ed è stato aperto, indovinate un po’, sotto la chiesa di Santo Stefano: verrebbe quasi da dire che si tratta di un curioso mix di sacro e profano. Qui sono esposti corpi la cui mummificazione è avvenuta ad opera di particolari microrganismi contenuti nel terreno e grazie alle condizioni di temperatura e umidità del luogo. Fenomeno, dunque, del tutto naturale. Viene da chiedersi, però, quante persone vanno a visitare questo museo per interesse medico e quante perché le mummie portano immediatamente in Egitto, al tempo delle piramidi e ai più conosciuti film horror di tutti i tempi.
 

Credenze e mistero

Legato, peraltro, anche al mondo del folklore è la Casa Museo del Tarantismo in provincia di LECCE.
Il tarantismo è un fenomeno ottocentesco, una sorta di isteria iperattiva che si pensava fosse causata dalla puntura di ragni. La cura era una frenetica danza a cui partecipava tutto il paese, una pratica che sembra quasi un esorcismo pagano. Il materiale esposto comprende filmati inediti, foto, documenti e pubblicazioni che provano a spiegare questo fenomeno irrazionale, ancora oggi interessante e fecondo ambito di studi.
La Sardegna, terra di ataviche credenze e tradizioni, ospita invece il Museo delle Streghe. La provincia di ORISTANO si tinge insomma di tetri colori nel tentativo di esporre le tracce della magia, delle leggende e dei rituali misteriosi legati ad un mondo che è sempre stato parte integrante della storia. (NdR vitadaturista.it)

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