Incontriamo Andreina D’Agliano, Presidente della Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì e promotrice del progetto SeVeC (dall’acronimo delle iniziali di Seta, Vetro e Ceramica), un nuovo unico polo culturale incentrato sulle arti applicate, nato con l’intento di coniugare l’essenza di tre musei, il Museo della Ceramica di Mondovì, il Museo dei Vetri e Cristalli di Chiusa di Pesio e il Filatoio di Caraglio,  per offrire un prodotto innovativo e contemporaneo, rivolto soprattutto alla formazione dei giovani.
 Come è nata l’idea di un progetto che riunisca tre musei sul territorio e tre competenze in campo artistico?
Il progetto è nato grazie ad una call indetta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, e specificatamente il bando Musei Aperti, finalizzato ad individuare e portare nuovo pubblico nei Musei del territorio. Bisognava comprendere in quale modo aprire i musei ad un pubblico nuovo, e in particolare i musei sulle arti applicate presenti nel cuneese:, la “fabbrica da seta” più antica d’Europa, caso unico nel contesto produttivo del Piemonte seicentesco.
In qualità di storico dell’arte ho lavorato molto in archivio, conoscevo la storia e l’importanza di questi musei come espressione non solo dell’artigianato ma soprattutto della produzione di eccellenza del Piemonte tra Sei e Settecento e, per quanto riguarda la produzione di ceramiche nel monregalese, per tutto l’800 e parte del ‘900. Abbiamo quindi pensato di realizzare un Polo culturale che unisse concettualmente queste tre realtà, già prossime da un punto di vista geografico: questi musei sono tutti compresi in un raggio di 40 chilometri, e sono espressione dell’operatività e dell’artigianato di qualità piemontese che è stato esportato nel mondo di allora, quella che poteva essere la scena internazionale del ‘700.  Ad esempio l’organzino prodotto a Cuneo veniva esportato a Lione, qui lavorato e reimportato in Italia, e infine distribuito a livello internazionale. Il vetro realizzato a Chiusa di Pesio era quello della Regia Fabbrica di Vetri e Cristalli fondata sotto Carlo Emanuele III.
Le relazioni tra la cultura internazionale dell’epoca e le importanti fabbriche di Mondovì si debbono all’arrivo di artigiani savonesi che a loro volta erano stati edotti nella tecnica sulla lavorazione della terraglia fine proveniente dall’Inghilterra. Un mondo che cambia: il Piemonte ha assorbito immediatamente i nuovi stimoli in campo artistico e artigianale provenienti dell’Europa dell’epoca e ha saputo riprodurli a livelli altissimi.  Abbiamo pensato quindi di fare tesoro di queste conoscenze radicate sul territorio studiando dei corsi specifici della durata di una settimana sulle diverse discipline, condotti da artisti e designer e rivolti ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni.
In questo modo gli studenti possono avvicinarsi ai manufatti artistici non solo per guardarli ma per comprenderli ed elaborarli sotto la guida di creativi: grazie alla loro mediazione e alla loro esperienza si possono rileggere le collezioni in modo assolutamente nuovo, creando un’occasione concreta di dibattito e interazione.

Museo del Filatoio di Caraglio

Quali le altre finalità del SeVeC?
Workshop formativi, laboratori produttivi attrezzati con tecnologie tradizionali e digitali, cicli di conferenze su temi innovativi sono tra le principali attività che hanno l’obiettivo di attrarre comunità professionali di artisti, artigiani, makers, designer e inventori, nonché studenti di settore e giovani alla ricerca di una professione, stimolandoli a sviluppare progetti individuali e comunitari legati al mondo della seta, del vetro e della ceramica.
Il Museo diventa museo-laboratorio…
Sì, un museo attivo: il museo della Ceramica di Mondovì, ente capofila del progetto, si era attivato in questo senso ripristinando l’Unità Produttiva e aprendo un suo laboratorio già dal 2014; si è dunque attivata una collaborazione con l’Accademia Albertina di Torino per dei corsi di ceramica da svolgersi in loco. Il progetto finanziato dalla Compagnia San Paolo ha avuto un buonissimo riscontro ed è proseguito con le residenze d’artista, l’ultima quella dell’artista Paolo Polloniato, le cui opere sono confluite nella mostra TERRA! UNA STORIA NOMADE, che ha messo in relazione i diversi centri della ceramica in Liguria e in Piemonte, dove Mondovì fungeva da nodale punto di incontro e scambio di conoscenze.
Da questo momento abbiamo voluto fare un passo avanti: il progetto SeVeC vuole ripristinare le unità produttive all’interno dei Musei; proporre ai giovani di entrare nel museo con il fine non solo di ricognizione storico-artistica delle opere ma anche con l’intento di riutilizzare il materiale come fonte di informazioni preziose e attuali, informazioni convogliate anche dalla  presenza di artisti contemporanei, in modo tale da reinterpretare questi modelli all’interno di un linguaggio odierno . Aggiungo che il fine pratico di questi corsi è di dare ai ragazzi ai giovani o anche a chi può essere interessato la possibilità di apprendere tecniche e modalità produttive in modo da mettere in pratica in un futuro per una produzione artistica personale, vendibile sul mercato. Si cerca quindi di testimoniare quello che c’era a livello creativo e produttivo e trasmetterlo ai giovani con questo slogan: nel passato c’è il vostro futuro.  Oggi, a mio avviso, manca l’antologia di informazioni dell’artigianato del passato.

Museo della Regia Fabbrica di Vetri e Cristalli di Chiusa Pesio

Museo della Regia Fabbrica di Vetri e Cristalli di Chiusa Pesio

Ci puoi parlare nello specifico dei corsi?
Al Filatoio di Caraglio dal 2 al 9 settembre si terrà il corso di Fiber Art con il grande artista francese Jérémy Gobé, dai noi proposto in collaborazione con lo IAAD di Torino; il corso per 15 studenti di cui dieci IAAD, si sviluppa su tre atelier collettivi, Le propre de l’homme, Chairs  e La Liberté guidant la laine.

Quest’ultimo atelier nasce in virtù del fatto che a Caraglio esiste un storico telaio per la lavorazione a jacquard: Gobé rielaborerà la lavorazione dello jacquard all’interno di un un’opera più vasta: ogni studente sceglie un motivo jacquard da inserire nel pannello che poi verrà realizzato e posato su una struttura volumetrica.

Per il progetto Chairs ogni studente sceglie una sedia e un abito che deve associare e poi fotografare; per Le propre de l’homme vengono recuperati vecchi oggetti in situ e, grazie all’utilizzo di macchinari a movimentazione manuale anni ’70 per maglieria, si realizzano nuovi rivestimenti: sedie e mobili si presentano con una nuova vita. Tre laboratori dove la tecnica di filatura, la conoscenza dei filati e delle tecniche rimane il cardine basilare su cui sviluppare nuova creatività.

Museo della ceramica di Mondovi

Museo della ceramica di Mondovi

A Chiusa Pesio, dal 26 agosto al 2 settembre si svolgerà Blob Glass Rings, progetto che vede l’interazione tra Barbara Uderzo, artista del gioiello e, Patricia Lamouroux, artista nell’arte del vetro a lume, pasta di vetro e smalto. Barbara invita gli studenti a portare piccoli oggetti a loro cari e li rielabora con la tecnica del vetro lavorato a lume al fine di realizzare modelli di anelli unici, scultorei, che inglobano gli oggetti come piccole miniature, memoria del quotidiano e della contemporaneità… Patricia interverrà sulla tecnica del vetro a lume e Barbara sull’aspetto creativo dell’anello.

Il progetto della ceramica, più complesso ed esperienziale, sarà tenuto da Giovanni Dalessi e Marlies Crooijmans in collaborazione con il Fab Lab di Torino e partirà nel 2018 come progetto all’interno dei corsi della ceramica già attivati.
Ci sono delle altre iniziative sul SeVeC nei prossimi mesi?
R. Il SeVeC avrà un temporary shop in occasione della settimana della Fiera artigiana a Mondovì dall’11 al 18 agosto; per questa occasione Matilde Domestico ci aveva procurato, grazie all’IPA, Industria Porcellane, 250 tazzine che noi faremo in parte decorare, e in parte verranno utilizzate da Matilde per una sua installazione.
 Info: www.sevec.it

SeVeC

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