Siamo stanchi di diventare giovani seri, o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così sicuri. Non vogliamo essere subito già così senza sogni.“

Il breve passo, estratto a forza come utile citazione, dalle “Lettere luterane” di Pier Paolo Pasolini, libro raccolta degli articoli scritti sul Corriere della Sera, lo si può agevolmente inserire tra quelle profezie che non smettono di avverarsi.

L’autoavverarsi di quelle profezie, scritte nel lontano 1975, sembrano prolungarsi inalterate fino a trovare compimento e rinnovata verità, all’interno del discorso di fine anno e di fine mandato del Presidente Sergio Mattarella.

I giovani. Citati ripetutamente, tra preghiera, invocazione ed esortazione al coraggio sono il perno su cui le parole del Capo dello Stato hanno ruotato con intelligente e preoccupata passione.

Pensando al futuro della nostra società, mi torna alla mente lo sguardo di tanti giovani che ho incontrato in questi anni. Giovani che si impegnano nel volontariato, giovani che si distinguono negli studi, giovani che amano il proprio lavoro, giovani che – come è necessario – si impegnano nella vita delle istituzioni, giovani che vogliono apprendere e conoscere, giovani che emergono nello sport, giovani che hanno patito a causa di condizioni difficili e che risalgono la china imboccando una strada nuova. I giovani sono portatori della loro originalità, della loro libertà. Sono diversi da chi li ha preceduti. E chiedono che il testimone non venga negato alle loro mani.

Alle nuove generazioni sento di dover dire: non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società”.

Ora, queste meditate parole, appaiono a chi a quella generazione ha smesso di appartenere da tempo, un déjà vu, un triste rito, un dovere che non obbliga a nulla, una formalità necessaria e trascurabile. Perché esattamente come in passato difficilmente saranno parole ascoltate e tradotte in politiche concrete.

Ai giovani come sempre toccherà cavarsela da soli. I più scaltri faranno le valigie, i predestinati scivoleranno senza sforzo in quelle posizioni costruite appositamente per accoglierli, qualche meritevole la spunterà, la grande maggioranza si barcamenerà tra precariato, insicurezza e retribuzioni francescane. Alla faccia del Next Generation Ue, da cui, purtroppo, non si evince un programma in prospettiva di lungo periodo per il lavoro di domani.

Scegliamo il torinese under 35 dell’anno.

Ma bando alle analisi cupe.

GazzettaTorino insieme a Toradio, ha deciso di invitare i lettori a votare il torinese dell’anno sotto i 35 anni. Per occuparsi dei giovani, per rendere merito a chi sa distinguersi, per ascoltare il parere di chi legge e parteciperà a questo sondaggio.

Di seguito presentiamo una ristretta scelta di nomi. Tuttavia il breve elenco non è minimamente vincolante, quindi sono accettati suggerimenti di altre personalità che vorrete segnalare e far votare.

Alberto Racca. Torino, classe1989. Da dicembre 2019 è CEO del Gruppo Miroglio, azienda leader nel settore abbigliamento con un fatturato di 600 mio/€ che opera attraverso più di 1000 negozi, dopo aver inizialmente ricoperto l’incarico di Strategy and Transformation Director. In questo momento sta gestendo un delicato piano di trasformazione per fronteggiare gli effetti economici del covid-19, ottimizzare i processi e gettare le basi per la crescita dell’azienda.

Giovannella Porzio 24 anni. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo appassionato contributo nell’abbattimento delle barriere fisiche e mentali e nella diffusione di pratiche di inclusione”
Affetta dalla malattia rara Charcot-Marie-Tooth che l’ha costretta alla carrozzina dall’età di 10 anni. È vice-campionessa italiana ed europea di danza paralimpica. Da sempre innamorata della danza, dopo il liceo ha potuto realizzare la sua passione grazi e all’Associazione “Ballo Anch’io” di Torino dove pratica la danza in carrozzina.

Lorenzo Sonego, soprannominato Sonny, classe 1995 è un tennista In singolare vanta due titoli su quattro finali disputate. Vanta come best ranking la 21ª posizione, raggiunta il 4 ottobre 2021. Nelle prove del Grande Slam ha raggiunto gli ottavi di finale al Roland Garros nel 2020 e a Wimbledon nel 2021. Nel 2020, all’ATP 500 di Vienna, ha battuto il nº 1 del mondo Novak Đoković, infliggendogli la peggior sconfitta in carriera (6-2, 6-1) in un match ATP.

Eugenio Cesaro è un cantante. Dal 2012 interpreta i propri brani nel gruppo Eugenio in Via Di Gioia. Nel 2020 partecipa al Festival di Sanremo. Da sempre è appassionato di comunicazione e sostenibilità. Ha realizzato corsi di scrittura creativa e comunicazione visiva per le scuole superiori e progettato strategie digitali in video e grafica. Nel 2021, con la sua band e in collaborazione con amici e fan, realizza il progetto di ripiantumare abeti nella foresta di Paneveggio, distrutta da una tempesta nel 2018.

Khabane Lame, noto anche con lo pseudonimo di Khabi Lame Senegal, 2000, è un influencer senegalese che vive in Italia. Cresciuto a Chivasso, Khabi Lame è diventato famoso per i suoi video su TikTok in cui prende in giro in silenzio i video in cui altri TikToker fanno cose semplici, complicandole senza motivo. A partire dal 2021, Lame è il secondo TikToker più seguito al mondo.

Carlotta Gilli Classe 2001 vive a Moncalieri. Affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa, che colpisce circa una persona su diecimila. Gareggia sia nell’universo olimpico che in quello paralimpico. Tesserata per la Rari Nantes Torino e per il gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Detenie 11 record del mondo paralimpici (7 in vasca lunga e 4 in vasca corta) e ho vinto 23 medaglie (di cui 17 d’oro) tra Mondiali (9 ori) ed Europei (8 ori).

Greta Tedeschi, ventisei anni, la DJ italiana più famosa al mondo. Cofondatrice di Boomerang, agenzia di marketing e comunicazione giovane, torinese e super digital.

Maurizio Campia. Classe 95, tra i fondatori di Pharmercure, startup farmaceutica rivoluzionaria. Nel 2021 è stato inserito da Forbes Italia nella lista dei 100 imprenditori under 30 più influenti dell’anno.

Tommaso Varaldo, classe 96. Nel 2021 ha dato vita, insieme all’artista Eugenio Bolley, alla Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza. L’AIEF è impegnata su tutto il territorio piemontese nel contrasto alla violazione dei diritti dei bambini e dei giovani. È Consigliere del Comune di Chieri (To) ed è Presidente del comitato giovani uniti per Torino.

 

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