Mercoledì 19 aprile si è inaugurata – per chiudersi subito dopo – la mostra personale di Marion Binois curata da Lucrezia Nardi.

"Comme un Mirage"

 

Lo show, nella forma di una performance di un’ora circa, è qualcosa di completamente inedito per la nostra città: un negozio di tatuaggi in Via Ormea 38 è stato convertito in luogo per l’arte contemporanea solo per la durata della serata. Il giorno seguente lo spazio è tornato alla sua funzione canonica, rendendo possibile vedere la mostra solamente in quel dato momento: una digressione sul senso della memoria e della percezione, oltre che una modalità di evento lampo che emula i nostri comportamenti iper velocizzati dal rapporto con la tecnologia e le news. La curatrice Lucrezia Nardi ha inaugurato così una serie di eventi che lavoreranno sul concetto di appropriazione dello spazio, convertendo dei luoghi extra artistici a siti per mostre.

Lo show di mercoledì, chiamato “Comme un Mirage” ha visto protagonista Marion Binois, performance artist francese classe 1995, che ha deciso di realizzare l’opera in solo quattro giorni in serrato dialogo sia con lo spazio che con la direzione curatoriale. Arrivando al negozio sito nel cuore del quartiere San Salvario si poteva accedere all’opera tramite una scala a chiocciola che conduceva ad un basement convertito ad installazione, come coreografia per la performance.

"Comme un Mirage"

Per scelta dell’artista e della curatrice era possibile accedere e sostare il tempo che si riteneva consono alla sensibilità del singolo visitatore. L’idea era quella di condividere una porzione dell’opera, sempre diversa perché di fatto live; una pratica di visione condivisa, in cui la domanda che ci si poneva era: cosa sarà accaduto prima e cosa mi perderò dopo?

Come in un miraggio, ognuno ha vissuto una diversa esperienza percettiva, come porzioni e frammenti del totale di un’opera che per modalità e caratteristiche era leggera e inafferrabile.  Comme un mirage è infatti una nuvola costituita da teli in plastica in cui uccelli di origami dipinti di nero, alcuni profili di montagne che spuntavano dal pavimento e una maschera – di fatto una duplicazione dell’artista – occupavano lo spazio in un candore bianco e nero simile ad un sogno.

La performer, immobile per circa quindici minuti, era legata tramite i capelli a dei fili in cotone che fluttuavano sui teli trasparenti. Iniziando a risvegliarsi da un sonno profondo con movimenti lenti e non programmati, Binois ha iniziato a tagliarsi i capelli per slegarsi da queste catene immaginarie e muoversi danzando senza mai toccare il pavimento. Entrando dentro la maschera appesa al soffitto e continuando con il processo di indagine dello spazio la performance terminava con una caduta al suolo, come uno schianto o una riconversione all’atto del dormire creando una narrazione circolare. Un fumo denso aumentava la sensazione di irrealtà della scena: tutto, dalla location alla visione, era in bilico tra reale e artificiale, sogno e veglia. 

"Comme un Mirage"

Marion Binois nasce in Normandia nel 1995. Ha iniziato i suoi progetti artistici a Nantes. Oggi vive e lavora a Parigi, dove ha appena terminato una residenza presso 59Rivoli. Dopo alcune esperienze nel 2018 partecipa come coreografa e costumista al Fashion and Dance Show Lumen, a Nantes. Nel 2019 crea la sua compagnia di danza teatrale Oira con il cui show Néant performa in Francia, Repubblica Ceca, Germania e Turchia. Nel 2020 partecipa al documentario Uwa (Guyana francese) come performer. Nel 2021 crea Nea, una performance che viene eseguita a Parigi e nel 2023 a Pisa. Nel 2022 partecipa all’ Exposition Collective Neo Rétrophone alla Paris Design Week e tra le altre partecipazioni esegue una performance presso Chapiteau Rajganawak (Saint-Denis). Sempre nel 2022 inscena alcune delle sue sculture della serie Monstres, tra cui Fox, a Palais de Tokyo, una delle più importanti istituzioni artistiche della città di Parigi.  

Il suo lavoro mescola danza, pratiche corporali e scultura nella forma di installazioni ibride; una ricerca sulle tematiche dell’io e della maschera, spesso declinate nella forma di coreografie che inscenano un corpo altro per scoprire le profondità dell’animo umano. In bilico, il suo corpo attiva gli spazi dell’installazione creando un ulteriore layer, a cui siamo chiamati ad assistere come ad un rituale messianico e sacrale.

"Comme un Mirage"

Il suo approccio è infatti basato sull’intimità, l’istintualità e il corpo che si fa incarnazione, un gioco di universi in cui tutte le dimensioni sono da considerarsi possibili. 

 

Lucrezia Nardi

Lucrezia Nardi è una docente di storia dell’arte contemporanea e fenomenologia presso lo Iaad di Torino. Emergente curatrice militante attenta ad aprire le barriere dell’arte a un pubblico non specializzato.

 

Tutte le fotografie sono di Patrick Sasha Lebowski