imgres
Nell’Aprile del 1983 usciva “Un sabato italiano” un album che è riuscito a fare storia nella musica italiana; per chiarire, la rivista ROLLING STONE lo colloca al 37º posto fra i 100 album italiani mai registrati.  Scritto e suonato da Sergio Caputo riusciva ad imporre uno stile e un linguaggio esclusivi, difficilmente imitabili. Canzoni che a dispetto di ogni previsione continuano ad avere successo e che sono diventati dei classici, degli evergreen di chi mastica musica e jazz, memorabili in retro di copertina le composizioni dei cocktail più in voga.
La cosa davvero incredibile è, che da allora, sono passati 30 anni.
Scrive Carlo Massarini nella prefazione al libro autobiografico edito per Mondadori e inserito nella collana gli Oscar: “Sergio non ha niente del tipico cantautore, neanche della nuova generazione. Il suo dono e la leggerezza (intesa come contrario di “pesantezza”), lo humour, i giochi di parole che fanno sorridere. Le sue non sono storie lunghe e complesse, men che meno con un messaggio o una morale. Piuttosto una serie di fotogrammi, di sketch molto visuali, con salti di immagini e di location: sono il corrispettivo – suona abbastanza ovvio – di uno short pubblicitario. Il suo ambiente e la notte, coi suoi bar e nightclub, birre, whisky e altri drink assortiti, donne da abbordare e da cui cercare di farsi abbordare, scorribande in cerca di grandi imprese e amori fallimentari”.
Contemporaneamente al libro esce riveduto, riletto, e arrangiato a nuovo il remake dell’album “Un sabato italiano” costruito in versione più jazz ed arricchito di due brani inediti. Insieme a disco e libro è partito in dicembre il tour teatrale dal titolo “Un sabato italiano show”, e cosa mai fatta prima durante i concerti verrà suonato l’intero album, Sergio Caputo sarà  accompagnato da una band di sette elementi inclusa una sezione fiati.
images
A GazzettaTorino racconta:
“Nel trentennale dell’album ho provato forte il bisogno di tornare in studio e risuonare questi pezzi, per sentirli di nuovo miei, dopo averli cantati e suonati per trent’anni anni in tutti i modi possibili e coi  musicisti più disparati, anche in America,  che è il posto da dove il jazz e lo swing sono venuti.
Con l’aggiunta di due nuovi brani come augurio di buon trentennio a venire: “C’est moi l’amour” e “I love the sky in September. Questo album è dedicato a tutti coloro che lo hanno amato in questi trent’anni e a tutti coloro che lo scopriranno oggi,in una versione più jazz, così come era idealmente nato, e come a me piace ascoltarlo e suonarlo”.
 A trainare l’album il pezzo inedito C’est moi l’amour, brano che apre l’album, nonchè il primo singolo che vanta un simpatico video dalla trama molto attuale.  Nell’era dei social network, un benevolo “stalker” – con naufragi amorosi alle spalle – tenta di sedurre la donna amata in video-chat. E di video-chat si tratta, il punto di vista è quello dello schermo del computer, e il tutto è affidato al brano pop-jazz, al testo graffiante tipico dell’autore e alla mimica di Sergio. La donna del video in chat è Cristina Zatti, moglie e grande amore del cantautore nella vita.  Per enfatizzare l’intenzione romantica del messaggio, appaiono i sottotitoli in francese – lingua spesso associata ai clichè della seduzione.

helpful than ever before.