8 marzo in Guatemala_Archivio CISV
8 marzo, giornata di festa ma per qualcuno anche di… lutto!
Succede in Guatemala, dove le donne hanno trovato un modo originale per celebrare la ricorrenza. Ogni anno le mujeres del Quiché, nel nord-ovest del Paese, si riuniscono nella piazza centrale di Nebaj, municipio di 50.000 abitanti, organizzando una performance teatrale che mette in scena un vero e proprio rito funebre. L’obiettivo? Seppellire una volta per tutte il machismo; cioè quella mentalità maschilista e discriminante, diffusa in Guatemala al punto che il Paese è al 1° posto in America Latina per numero di femminicidi: oltre 700 donne uccise ogni anno. Questi delitti avvengono spesso per mano di mariti, conviventi o altri familiari nella quasi totale impunità (le condanne non superano l’1,5%). «Da noi è “normale” che le donne siano segregate in casa, picchiate e abusate fin da piccole, spesso escluse dalla possibilità di studiare e lavorare» racconta Maria Luz di Nebaj. Anche lei ha subito un passato di abusi e violenze in famiglia, da parte del marito e di un cognato. «Ma alla fine sono stata fortunata» racconta, «ho trovato aiuto nella Red coordinadora de organizaciones de mujeres ixhiles, un’associazione femminile che mi ha ospitata aiutandomi a trovare un lavoro da sarta, con cui posso mantenere me e il mio bambino».
Nel Quiché, la zona più povera e più colpita dalla guerra civile – durata quasi 40 anni – l’associazione torinese CISV ha creato Insieme alla Red coordinadora un Centro di accoglienza che offre consulenza psicologica e legale alle donne Maya doppiamente discriminate, come “indigene” e come donne. CISV e Red hanno avviato una cooperativa che offre alle donne corsi professionali di artigianato, tessitura, cucina, pasticceria, e garantisce la commercializzazione equa ed etica dei loro prodotti. Le donne che frequentano i corsi sono circa 1.000 ogni anno.
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
Anche quest’8 marzo le mujeres del Quiché sfileranno in processione dietro al feretro del machismo “defunto”, collocato in una bara di cartone, al ritmo tradizionale della Batukada Ixil: una banda musicale composta da 9 suonatrici di percussioni che fanno parte di una rete internazionale di musiciste militanti. «Una volta al cimitero» spiega Maria Luz, «la bara con il cadavere del machismo verrà data alle fiamme, in un atto simbolico accolto non da lacrime e disperazione ma da un senso di sollievo e liberazione».
Stefania Garini

www.cisvto.org

c’est intéressant: erektile Dysfunktion