Già dal claim, il motto scelto per titolare la conferenza del 13 febbraio 2014 presso la sede dell’Unione Industriale di Torino, la cui debolezza sintattica non rassicura di certo, si afferra il climax della mattinata.
Tanti gli interventi all’incontro con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi convocato a Torino. I principali esponenti delle sedi provinciali piemontesi hanno illustrato la loro ricetta per il rilancio dell’economia e la crescita nel paese, a partire dalla nostra Regione. Nulla di nuovo sotto il sole, a parte qualche ovvio richiamo all’eccessiva tassazione delle imprese e all’elevato costo del lavoro, passando per la parificazione dei diritti e doveri tra manager del settore privato e quello pubblico. Tutte cose già sentite ma mai realizzate da nessuno. Fra gli altri interventi si è distinto quello di Gianfranco Carbonato, Presidente Confindustria Piemonte che, citando l’economista inglese John Maynard Keynes, ha detto che quando l’economia di un paese è ferma bisogna investire in infrastrutture (crediamo che Keynes si riferisse ad infrastrutture utili), e in Italia questo non si può fare perché opere “indispensabili” come la Torino-Lione sono piuttosto osteggiate. Anche se gli studi sulle ricadute economiche del Piemonte in presenza di una Torino- Lione sono abbastanza contradditori.
L’asso nella manica lo tira fuori però la vera regista di questo incontro, la Presidente Licia Mattioli dell’Unione Industriale Torinese quando al termine della conferenza, poco prima del poco entusiasmante e faticoso intervento di Squinzi, presenta lo strumento, digitale, con cui gli imprenditori sconvolgeranno gli equilibri di potere facendo tremare le poltrone dei palazzi romani: un portale web; che raccoglie video interviste a manager e titolari di aziende che dicono un netto “no” a questo modo di fare politica.
Che sia questo il loro modo di fare una rivoluzione pacifica “non come i forconi, che scendono in piazza” ma simbolicamente protestando da questo portale web. Ha lasciato più di una perplessità l’incauto paragone della Presidente Mattioli con la marcia dei quarantamila come forma di ribellione. Forse per l’assenza di Fiat, convitato di pietra presente-assente. La famigerata “marcia dei quarantamila quadri FIAT” (manifestazione svoltasi a Torino il 14 ottobre 1980, che finì oltretutto con la capitolazione dei sindacati e fu l’inizio della progressivo indebolimento dei diritti dei lavoratori, non solo a Torino ma per tutta Italia, e coloro che possiedono buona memoria ricorderanno come a distanza di pochi anni molti di quelli che manifestarono furono poi accompagnati alla porta).
L’iniziativa di per sé lodevole, come anche il secondo motto “Senza impresa non c’è ripresa” anima del il sito www.ripresaeimpresa.it, insinua un senso di forte preoccupazione se, seriamente, si affidano le sfide del futuro ad un sito; dalla riconosciuta capacità del mondo industriale ci si aspettava decisamente di più.
Ora il testimone, è in mano al Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, chissà se sarà capace di farlo valere con forza sul governo che proprio in questo momento cambia volto.

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