Nell’accogliente hall di un grande albergo cittadino, GazzettaTorino, grazie ai buoni uffici di un amico, ha incontrato Stefano Bisi; giornalista toscano, classe 1957, da due anni Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, la comunione massonica più grande del nostro Paese. Un’occasione rara che ci permetterà di rivolgergli qualche domanda e scoprire qualcosa inerente ad una associazione che conta oltre 23mila iscritti.

Il Gran Maestro Stefano Bisi

Quale rapporto intercorre tra la vostra istituzione e la modernità, e soprattutto può essere e come un elemento della modernità ?
L’Istituzione è antica e moderna insieme; oggi è difficile trovare luoghi per esprimersi liberamente sapendosi ascoltati con attenzione, questo perché da noi è regola che si parli uno alla volta e gli altri ascoltino – un metodo che andrebbe esportato.
La nostra organizzazione è attuale perché lo sono i principi che la ispirano: come la fratellanza; parafrasando, se vedi arrivare una barca di migranti e tu sei sulla riva cosa fai ? ti giri dall’altra parte o tendi una mano ? Un libero muratore quando vede qualcuno in difficoltà cerca di aiutarlo, certo sarebbe meglio aiutarli a casa loro, ma se vengono qui, ed in quel modo, c’è una ragione seria che li motiva, non si può sparare ai barconi.
Con Pietro Bartolo, il medico attore che ha salvato molti migranti di Lampedusa, protagonista del film documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi che nel 2006 ha vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino faremo un incontro su questi temi.
Per noi, la libertà di pensiero e di culto di ogni persona deve potersi esprimere liberamente; la propria fede, il proprio culto vanno agiti in strutture adeguate, quando vedo pregare in viale Jenner a Milano, sul marciapiede tra le macchine, non è una vittoria di civiltà, ma dell’intolleranza.
Gli strumenti della modernità, dal web ai social network, sono utili a…o son da non prendere troppo sul serio.
Sono sicuramente utili, per avviare contatti per promuovere delle iniziative, ad esempio sul nostro sito ci sono  informazioni per chi vuole sapere di più sulle nostre attività; detto ciò questi strumenti non possono sostituire i legami umani e affettivi come speso accade, questi necessitano di un’attenzione di un lavoro, di comprensione e dialogo. Mentre la connessione si può fare con un semplice click, è un’altra cosa.
E questo, secondo me, impoverisce le relazioni. Forse la notevole crescita della GOI, (Grande Oriente d’Italia) di questi anni deriva dal fatto che i nostri sono legami umani, le nostre riunioni sono considerate importanti e hanno una periodicità stabilita, ci si incontra di persona, e ogni incontro è teso a cercare di capire cosa dicono e cosa vogliono le persone intorno a noi: ed è sicuramente uno sforzo ma gratificante, più di un qualunque click su un personal computer.
Come è percepita oggi la Massoneria, c’è pregiudizio, indifferenza, sospetto, simpatia o disinformazione.
Il pregiudizio è duro a morire ed è diffusissimo, le vicende passate hanno lasciato una lunga un’ombra negativa. ……..ad agosto sono stato convocato dalla Commissione Parlamentare Antimafia, e ho visto molta ignoranza sulla nostra organizzazione, non ci si aspetterebbe da chi ha un’autorità giudiziaria così importante, soprattutto da un organo dello stato. Pare che non si sappia e non si voglia sapere.
Noi siamo disposti a collaborare le leggi però devono valere nello stesso modo per tutti i cittadini, leggi approvate dal Parlamento che vanno rispettate, come quella sulla privacy, esiste il diritto alla riservatezza per questo la richiesta di fornire gli elenchi dei nostri iscritti è poco chiara, i nomi di nessun partito e di nessuna organizzazione sono pubblici.
Pregiudizi, sospetti, eppure basterebbe prestare attenzione alle nostre attività, tutte segnalate sul nostro sito, per comprendere  quante iniziative fa il Grande Oriente, in particolar modo in materia di solidarietà. Per esempio stiamo costruendo una rete di laboratori odontoiatrici dove si faranno visite gratuite ad Arezzo, sulla scia di quelli di Torino. Inoltre celebriamo con gioia i 70 anni della Repubblica. Siamo stati “lusingati” dal fatto che il ministero dell’Interno, lo scorso 2 giugno, abbia fatto proprio, senza citare la fonte, il logo ora in uso: la coccarda tricolore.
La Turchia di questi giorni, con le nuove leggi di Erdogan, vive un momento molto difficile; giornalisti imprigionati, insegnati allontanati e dissidenti in fuga. Gli appartenenti alla vostra istituzione sono preoccupati, li ritiene in pericolo?
La notte del golpe ho scritto al gran segretario turco per avere rassicurazioni, è un paese con cui c’è un buon rapporto. Al momento non si hanno notizie drammatiche ma, il libero pensiero…..resta un po’ agli antipodi, ci sono paesi, e la Turchia è uno di questi, in cui in qualche maniera si tollera la presenza della Massoneria, e poi, sono davvero tanti i fratelli turchi.  Con loro manteniamo un contatto costante, sperando che la situazione si appiani quanto prima.

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