Ricomincia l’attività annuale di Daimon Scuola di Teatro, abbiamo incontrato Migle Mececckaite, coordinatrice artistica del centro e Giacomo pace, direttore pedagogico,  per farci raccontare cosa si fa giù dal palco. Come ci si prepara, cosa succede prima di uscire da una quinta con un costume di scena e guardare il pubblico negli occhi.
D – quali sono gli obiettivi di Daimon Teatro?
R  -(Migle) l’obiettivo immediato è quello di formare nuovi attori e di avvicinare al teatro tutti coloro che nutrono curiosità verso l’arte drammatica e che vogliono scoprire dal di dentro cosa vuol dire fare teatro
D ha detto obiettivo immediato, quindi c’è anche un obiettivo a lungo termine?
R  –in realtà ce ne sono due, il primo è quello di portare la corretta conoscenza di un metodo tanto efficace quanto mal interpretato, ossia il “metodo dell’azione fisica”, e il secondo è quello di fornire un approccio formativo universale, capace di aiutare gli allievi a liberare le loro potenzialità espressive e comunicative.
D – In cosa consiste il metodo dell’azione fisica?
R- Il metodo dell’azione fisica è il risultato finale della lunga esperienza come regista, attore e insegnate di Stanislavskij, il famoso regista russo. Provocatoriamente Stanislavskij diceva che non esiste un metodo o un sistema, ma la natura. Questo è il cuore del metodo: scoprire ed esplorare i meccanismi del comportamento umano in modo da fare in scena ciò che facciamo normalmente nella vita. 

D – E’ quindi un metodo adatto a tutti?
R – E’ un metodo professionale accessibile a tutti, principianti e no, proprio perché è un metodo naturale. Ogni allievo viene progressivamente accompagnato a scoprire le proprie capacità artistiche e ad arricchire le proprie qualità. L’obiettivo è di rendere ogni allievo un artista unico, non la fotocopia di un maestro o di altri. Non si insegna a “dire” una battuta o a fare una scena, il che sarebbe solo un ricorso ai cliché, ma a trovare in “se stessi” il modo per dire la battuta e fare una scena.
D – Ma il teatro non è solo battutem vero?
R – infatti. Alla Scuola di Teatro Daimon  viene data molta attenzione alla preparazione fisica ed emozionale: liberare il corpo da blocchi, tabù, inibizioni è il primo risultato cui giungono gli allievi già nei primi mesi di corso.
D (Giacomo Pace) Stella Adler New York, Actors Studio New York. Una preparazione artistica internazionale. Ma il teatro italiano non è diverso?
R (Giacomo Pace) la natura umana non è diversa. La nostra fisiologia è la stessa, come universale è anche il modo in cui proviamo le emozioni e in cui le possiamo richiamare alla memoria.  Il progetto di Daimon è quello di portare tecniche e metodologie sviluppate e codificate in questi grandi centri, come la memoria sensoriale, ed unirle alla specificità del teatro italiano, in particolare la grande attenzione che in Italia abbiamo per la potenza espressiva della voce e del gesto.  
D che cosa è la memoria sensoriale?
R – è un lavoro estremamente arricchente, iniziato da Stanislavskij e codificato in una serie efficace di esercizi nella grandi scuole americane. Consiste nello sviluppare le capacità dei nostri cinque senso, gusto, tatto, olfatto, vista ed udito ad acquisire informazioni dall’ambiente che ci circonda, e ad utilizzare a comando queste capacità per richiamare alla mente emozioni e momneti del nostro passato.
D sembra difficile
R eppure lo facciamo tutti i giorni! Quante volte ci capita di sentire un odore, una musica e ricordare eventi del passato? E’ nella natura umana. Il lavoro sulla memoria sensoriale insegna a utilizzare questo processo naturale. Ogni esercizio svolto alla scuola di teatro Daimon mira a potenziare le nostre capacità.
D quindi teatro come scuola per tutti?
R quindi teatro come divertimento, passione, arte, crescita personale, scoperta di grandi testi e opere e quindi, in effetti, una scuola per tutti.
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