Dall’Uganda, gli amici di Cute Project proseguono nel loro lavoro e nel darci degli spaccati di vita. A documentare con le immagini ci pensa il fotografo volontario Claudio Cravero.

È difficile rendersi conto di come sia l’ospedale, qui. 
Nei reparti c’è una sporcizia incredibile, in pediatria i bambini sono ammassati uno di fianco all’altro con mamme, fratellini, papà e zie intorno, che dormono, mangiano e piangono, tutti vicini indipendentemente dalla patologia e dalla gravità. Non hanno molti materiali per le medicazioni né medicine, spesso i degenti stanno semplicemente abbandonati in un letto perché troppo gravi per tentare  una cura e questo capita soprattutto ai bimbi ustionati. Ci sono anche molti bimbi congolesi, sono rifugiati, per lo più malnutriti e con ferite infette, oggi abbiamo medicato molti di loro, anche se purtroppo servirà a poco.
Qui utilizzano un sistema di open dressing, cioè si lasciano per lo più ferite e ustioni senza bendaggio in attesa di una guarigione spontanea. Abbiamo fatto le medicazioni insieme a medici e infermieri locali, speriamo di lasciare a loro un insegnamento utile per il futuro. 
I pavimenti e i muri sono anneriti dalla sporcizia, non ci sono lenzuola se non stracci personali con cui si fa tutto e secondo la necessità diventano coperte, lenzuola, tovaglie o bendaggi.

I panni li lavano i parenti all’aperto, in un lavatoio comune, e si stendono poi sul prato intorno ai reparti. Si mangia per terra il cibo portato da casa o comprato nei dintorni dell’ospedale, per lo più creme che assomigliano a polenta di farine varie o patate.
Nonostante tutto, i bimbi sorridono o provano a sorridere e le loro mamme ci dicono webale, grazie, ma quello che facciamo è sempre troppo poco. Aiutateci a fare di più.

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