E’ la prima volta che un’esposizione propone l’una accanto all’altra cinque grandi pale d’altare dei maestri del Rinascimento veneto. Protagonisti sono  Tiziano Vecellio, Jacopo Robusti detto il Tintoretto e Paolo Caliari detto il Veronese. La sede è il Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo.

La mostra offre  un arara occasione di approfondimento del ruolo di queste grandi opere nel loro contesto veneziano così da dare al visitatore ogni strumento per percepire la necessità di una lettura che sia svolta nell’ottica fedele del tempo, oltre che per comprendere appieno l’importanza epocale del dialogo artistico svoltosi tra Tiziano, Tintoretto e Veronese.

Una luce fatata illumina

Veronese, Battesimo di Gesù, Chiesa di Redentore, Sacrestia, Venezia

Una sintesi complessa in cui cinque opere iconiche consentono diverse chiavi di lettura. Le personalità dei pittori, intrecciate alla trama narrata dalla selezione attenta e cronologica dei soggetti, e sorretta dal riferimento alle chiese di provenienza, costituiscono un caleidoscopio di contenuti che affascina insieme alla stupefacente bellezza delle opere e alla profondità del contenuto spirituale.

In queste opere trapela il genio di tre grandi artisti che nell’arco di un lustro mostrano quali siano le istanze della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento, capace di connettere valori stilistici e culturali, influenze tecniche e filologiche, richiami iconografici con ragioni e motivazioni spirituali: la mostra offre infatti anche una riflessione sulla religiosità più intima dei tre artisti e di come questi si influenzavano a vicenda.

Una luce fatata illumina

Tintoretto, L’ultima cena, Chiesa di San Trovaso, Venezia

Ad introduzione della mostra un focus su Venezia, che sottolinea il suo ruolo e quello della Repubblica Serenissima quale “porta del mondo” con i suoi commerci e la sua diplomazia. Il percorso espositivo entra nel vivo nella sala principale, dove ognuna delle cinque opere trova casa in altrettante cappelle del Complesso Monumentale. La prima opera è l’Annunciazione (1563-1565) di Tiziano proveniente dalla Chiesa di San Salvador. Del Veronese vengono presentate il Battesimo di Cristo (1560-1561) dalla Chiesa del Redentore e la Resurrezione di Cristo (1560 circa) dalla Chiesa di San Francesco della Vigna. Di Tintoretto vengono esposte l’Ultima Cena (1561-1566) dalla Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio detta San Trovaso e la Crocifissione (1560 circa) dalla Chiesa di Santa Maria del Rosario detta dei Gesuati. Due delle opere esposte, il Battesimo di Cristo del Veronese e la Crocifissione di Tintoretto, sono state restaurate nell’ambito di edizioni passate di Restituzioni, il programma di restauri curato e gestito da Intesa Sanpaolo.

Una luce fatata illumina

Un raffinato allestimento di forte impatto e di grande qualità illuministica conferma la forza e l’intensità dei dipinti di grande formato.  La mostra è a cura di don Gianmatteo Caputo e di Giovanni Carlo Federico Villa è stata prorogata fino al 10 aprile insieme ad un convegno di approfondimento.

Con il titolo Definendo la contemporaneità: nuova luce su Tiziano, Tintoretto e Veronese. Il “Metodo Monza” per illuminare l’arte organizzato da Fondazione CRC, Intesa Sanpaolo, MondoMostre e Zumtobel il convegno è stato programmato per lunedì 6 marzo dalle ore 16.30 presso lo Spazio Incontri Fondazione CRC a Cuneo. L’appuntamento è rivolto ai professionisti del settore ed intende fornire nuovi spunti e idee sulla fruizione dell’opera d’arte grazie a nuove tecnologie e a nuovi studi nel campo dell’illuminotecnica.

Pier Sorel