david ostrowski
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo propone opere di artisti dalla fama internazionale che si interrogano sull’esistenza, il consumismo e le forme dell’arte.
Per inaugurare l’autunno ormai prossimo, regalarsi un pomeriggio d’arte, e magari visitare ad una mostra: alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Via Modane, gratis il giovedì (ore 20 – 23) e a pagamento, ma con orario esteso, il finesettimana (ven, sab, dom 12 – 19).
Diverse le scadenze per poter visitare le esposizioni allestite con l’intento di premiare e far conoscere i vincitori del primo Premio Re Rebaudengo Serpentine Grants dell’anno scorso, che hanno aperto la stagione questa settimana con la presentazione di importanti personalità internazionali del settore, tra cui Hans-Ulrich Obrist, direttore dei progetti internazionali alla Serpentine Gallery di Londra, Simon Castets, direttore dello Swiss Insitute di New York, e dello scrittore Gianluigi Ricuperati, direttore della Domus Academy.
Stretta quindi la collaborazione tra queste organizzazioni che permette di valorizzare i diversi talenti in un clima di scambio attento agli interrogativi di grande attualità, come dimostrano le opere esposte.
Ancora un mese infatti fino al 12 ottobre per ammirare l’affascinante quanto insolito diario di viaggio di Riccardo Paratore, classe 1990, che è stato capace di catturare l’attenzione con una serie di dipinti e un video intitolati “Sleeping is Production” dove esprime sentimenti legati alla sua sensibilità di viaggiatore straniato nel mondo del XXI secolo: utilizzando supporti e oggetti quotidiani come coperte degli aerei, biglietti ed effetti personali ha ricostruito il suo rapporto con la consapevolezza di un’esistenza di passaggio fatta di memoria e ricordi. Un’opera che colpisce, tanto da aver conquistato lo stesso Hans-Ulrich Obrist, che ha deciso di curare la mostra di questo emergente artista di Eutin, Germania.
Altrettanto giovani Nico Karamyan e Tierney Finster, americani di ventidue e ventitré anni che hanno realizzato una curiosa trilogia interattiva dal titolo “Caught Feelings”, punto di vista del tutto originale su di un tema solitamente abusato, quello dell’amore: i due artisti lo rielaborano come atto creativo, soffermandosi sulla “costruzione di fantasie personali in relazione ai nostri Altri eletti, I nostri amati spesso non corrisposti”, così come essi stessi lo descrivono.
Memoria, amore e… consumo, potremmo dire: per stimolare una maggiore coscienza riguardo all’uso smisurato di oggetti tanto inutili quanto dannosi destinati a divenire rifiuti, soggetti protagonisti della mostra fotografica allestita dalla collettiva “Consumption” sono proprio gli scarti quotidiani visti in un’ottica di sostenibilità ambientale e realizzate dai finalisti del Premio Pictet. Tra gli autori esposti, vi sono Adam Bartos, Motoyuki Daifu, Rineke Dijkstra, Hong Hao, Juan Fernando Herrán, Abraham Oghobase e Laurie Simmons, la cui fama è riconosciuta a livello internazionale.
C’è tempo fino a febbraio invece per lasciarsi affascinare da un singolare autore contemporaneo enigmatico quanto intrigante: il tedesco David Ostrowski, che ha posto al centro della sua ricerca artistica una riflessione sull’arte stessa come mediazione, offrendoci una prospettiva pittorica che mira all’impatto visivo esaltandone la natura poetica. Per la prima volta in Italia viene presentata al Rebaudengo la celebre “Serie F”, la cui ispirazione nasce a seguito di un incendio che distrusse l’atelier risparmiando un solo dipinto, macchiato di fuliggine, che ora da’ inizio e nome alla collezione, all’interno del progetto espositivo “Just do it”.
Infine ricordiamo un’iniziativa che forse piacerà agli appassionati di cinema: la fondazione Rebaudengo promuove “corsART”, possibile, per chi proprio volesse correre all’interno dell’edificio, ispirata dal celebre film Band à part di Jean Luc Godard e poi ripreso da I sognatori di Bernardo Bertolucci, in cui i protagonisti attraversano il museo del Louvre correndo a perdifiato in nove minuti e 45 secondi.
Alice Sieve

 

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