Che cosa è e a che cosa serve un Salone Internazionale del  libro ?

I fatti del giorno offrono una riposta vera, non banale e per una volta persino coraggiosa. Il Salone si è ripreso il ruolo di laboratorio culturale, è ridivenuto il posto dove si compiono scelte, si pensa, ci si raffronta con il presente; non più solo dove si vendono libri e si accolgono autori importanti.

Il Salone possiede tutte le prerogative per essere un’agorà intellettuale e in alcuni casi decide di mettere in atto queste prerogative.
In questi giorni difficili, in particolare modo per chi preferiva fare scelte facili, soprattutto cercava di far finta di niente o erroneamente sperava che tutto rimanesse sotto coperta, la presenza di un editore come Altaforte che ha come titolare un esponente di casa Pound, ha smosso obbligatoriamente le acque.
Le ha smosse al punto che i referenti pubblici del Salone, Regione e Comune, hanno preso in mano la situazione facendo le veci della direzione, scegliendo cosa fare e da che parte stare. Sicuramente la dignità e la forza che emanano i 90 anni di Halina Birenbaum insieme al suo sguardo di sopravvissuta ad Auschwitz, meritano il rispetto che soluzioni da piccola bottega non potevano offrire.
Benvenuta quindi la sua presenza, la sua voce e i suoi libri.
Il Salone del prossimo anno con molta probabilità avrà altra e più accorta guida. Letteratura e politica sono inseparabili, sono fatte dello stesso impasto. Possono aprire e condurre a scenari impensabili, nel bene come nel male.
Scriveva Ezra Pound, che è bene ricordarlo come poeta,
A lume spento
Rendi forti i vecchi sogni
Perché questo nostro mondo non perda coraggio
A lume spento

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