MICIO-E-FIDO-Sapevate che per un cane di media taglia mangiare un grappolo d’uva può risultare fatale? Così come possono creare gravissimi danni ad un gatto l’ingestione di un fiore di oleandro, di un giglio o della classica stella natalizia.
Fido e Micio fanno oggi parte di quasi una famiglia su due e, purtroppo, non è raro che ci si ritrovi ad affrontare un’emergenza, che si tratti di un avvelenamento, una caduta, un incidente stradale, piuttosto che di una malattia o di uno sgradito incontro con un parassita. Di come comportarsi in queste situazioni si è parlato nel corso di primo soccorso veterinario e rianimazione cardio-polmonare organizzato dall’Associazione Nazionale per la tutela dell’Ambiente Anta, sabato 18 aprile, presso il Salone della Biblioteca Civica di Venaria Reale, in  collaborazione con l’Ambulatorio Veterinario Antica Reggia diretto dalla dott.ssa Graziella Raviri. «Il corso -precisano Nadia e Giovanni Bagetto, rispettivamente presidente provinciale e venariese dell’Anta- è stato programmato nell’ambito della formazione di nuove guardie zoofile, che affiancano ai compiti di vigilanza e tutela ambientale e animale quelli di protezione civile, offrendo un costante punto di riferimento per la cittadinanza sul territorio».
Dal corso, che ha spaziato dal come fare una telefonata di soccorso corretta al veterinario, fino alla dimostrazione di come praticare efficacemente una rianimazione cardio-polmonare, i numerosi partecipanti, proprietari di cani e gatti oltre alle aspiranti guardie, hanno appreso come supportare i loro amici a quattro zampe in difficoltà, in attesa dell’intervento del veterinario. «Riconoscere i sintomi dell’animale –ha precisato la dottoressa Alessia Candellone, veterinaria dello studio Raviri insieme ai colleghi Allegri, Cariello e Roatis- è importantissimo per aiutare noi veterinari ad intervenire tempestivamente e salvare la vita ai nostri pazienti. In primo luogo, il proprietario deve imparare a distinguere un’emergenza da un’urgenza». Proprio come per le persone, anche per cani e gatti infatti, all’interno degli ambulatori si procede al triage, classificando i casi dal più grave, contrassegnato dal codice rosso, ai meno preoccupanti, in codice bianco e verde. In effetti, i pericoli in cui può incappare un cane o un gatto sono davvero numerosi. Dalle temute zecche sui cani, che vanno asportate dall’animale prima che evolvano nella letale piroplasmosi, con l’accorgimento di eliminare il rostro e di bruciarle o immergerle in alcool e «mai invece schiacciarle sul terreno –avverte la dottoressa Raviri- perché si favorirebbe la propagazione di migliaia di uova». Alla processionaria, un insetto lepidottero che parassita, in lunghe processioni appunto, pini, querce, castagni, noccioli e faggi e che, al passaggio dell’animale, può causare allo stesso, col suo pelo urticante, gravissime ustioni, fino alla mortale perdita della lingua.
Per arrivare alla dilatazione e torsione gastrica nei cani di grossa taglia, che dà sintomi riconoscibili solo facendo particolare attenzione ed ha esito letale se l’animale non viene curato entro poche ore, o alla lussazione oculare, piuttosto che al colpo di calore. La legge peraltro oggi vieta di lasciare i cani all’interno dell’auto, seppure per brevi periodi e obbliga a prestare il primo soccorso ad un animale vittima di un incidente.

Delle norme a tutela degli animali d’affezione, della loro matrice e delle prospettive future ha parlato Barbara Virga, giornalista ed europrogettista. «La Costituzione Italiana –ha spiegato Virga- non assegna veri e propri diritti agli animali a differenza, ad esempio, della Costituzione Tedesca, anche se nel nostro Paese vi sono numerose spinte in tal senso che poggiano addirittura su importanti basi filosofiche». Basta pensare che nel ’94 il filosofo Norberto Bobbio in un suo saggio ipotizzò una forma di estensione agli animali d’affezione del principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della nostra Carta Fondamentale.
«Importanti passi in favore di Fido e Micio –ha proseguito Virga- sono stati compiuti grazie all’Unione Europea, che nel Trattato di Lisbona del 2009 ha riconosciuto gli animali come esseri “senzienti”, stabilendo il dovere per l’Unione e gli Stati membri di tener conto delle esigenze degli animali in materia di benessere». In Italia, queste linee guida sono presenti nella legislazione nazionale che, sancendo il divieto di maltrattamenti, ha modificato il codice penale sostituendo pene detentive alle pecuniarie per chi causa morte, lesioni, sevizie agli animali, per chi organizza combattimenti o spettacoli con sevizie oppure pratica il doping sugli amici a quattro zampe. Sono diventate così fuori legge pratiche come la recisione delle corde vocali o il taglio della coda. Tuttavia, recenti provvedimenti tendono a virare nuovamente verso la depenalizzazione di questi reati, tra cui figura il traffico della pelliccia di cane e gatto, che spesso correda, sotto etichette irriconoscibili dal consumatore, migliaia di giacconi invernali.
«Un importante risultato –ha concluso Virga- è stato raggiunto recentemente in tema di sperimentazione sugli animali. Ad oggi, l’utilizzo di animali per scopi scientifici è consentito solo se non c’è altro modo per raggiungere il risultato e dietro autorizzazione ministeriale per singoli progetti di ricerca, ed è vietato utilizzare randagi o animali presi dai rifugi». È prevista peraltro l’istituzione di un Comitato Nazionale per la Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. Tuttavia, nella tutela di quelli che ormai vengono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti, grosse nubi si addensano all’orizzonte. La Cina avrebbe chiesto infatti di poter commercializzare in Italia carne di cane ad uso alimentare, accampando una sorta di reciprocità commerciale rispetto alla vendita in Cina di carne di coniglio e cavallo, ritenuti sacri in quel Paese. Le principali associazioni ambientaliste ed animaliste sono scese in proposito sul piede di guerra. «Le affiancheremo con tutti i mezzi possibili – affermano i responsabili Anta – per impedire che i cittadini trovino carne di cane al supermercato. Questa è una battaglia di civiltà» .DSCN6315

Bei Erektionsstorungen muss servant sich behandeln lassen Quelle und bei Infantilismus ist es das, was es ist.