originCosa vogliono fare da grandi? Per quasi tutti, dopo aver partecipato ai laboratori di “To3-nano Outreach“, la risposta è la stessa: lo scienziato. C’è chi ha perso la testa per il microscopio elettronico, chi si è innamorato dei vetrini e del movimento delle molecole, e chi ormai, non può più far a meno di pensare alle nanoparticelle.

Grazie al centro interuniversitario Agorà Scienza e all’iniziativa Nanoday, trentasei studenti di diciotto scuole superiori di Torino e provincia hanno partecipato a sei esperimenti all’interno dei tre centri di ricerca IIT@polito, Nis e Inrim. Per cinque giorni, divisi in sei gruppi, hanno passato il loro pomeriggio accanto a scienziati esperti in nanoscienze, e venerdì mattina, nella sala Agnelli dell’Unione Industriali, davanti a una platea di oltre 400 colleghi (tutti studenti di IV e V superiore) hanno mostrato i risultati ottenuti nei laboratori.

«Abbiamo messo in pratica ciò che studiamo sui libri ed è stato molto emozionante», raccontano Essafiani Nagelaa e Paola Castagno, studentesse di 18 anni del liceo scientifico “Giordano Bruno” di Torino.

Le due ragazze, durante lo stage all’IIT@polito, assieme ad altri quattro compagni, hanno creato un dispositivo fotovoltaico fatto con estratti di frutti e piante. Lorenzo Stefani, invece, 19enne iscritto all’ultimo anno del liceo classico Maurilio Fossati di Rivoli, è uno dei sei studenti che al Nis, ha “svelato” il segreto del colore Blu Maya (usato dai Maya nell’America precolombiana). «Per fortuna ho accettato l’invito della prof a partecipare a questa iniziativa – afferma Lorenzo – E ora ho le idee chiare: finito il liceo, studierò i nanomateriali».

Chissà, forse tra qualche anno, uno di questi studenti diventerà davvero un grande scienziato, autore di incredibili scoperte nel campo delle nanotecnologie. «L’obietto di Nanoday – sottolinea la ricercatrice dell’Inrim, Natascia De Leo – è proprio quello di trasmettere la passione per questo lavoro pieno di fascino».

Un obiettivo che sembra raggiunto se si guardano gli occhi attenti e incuriositi dei ragazzi davanti alle quattro ore di presentazione degli esperimenti.

Il Piemonte è un territorio all’avanguardia per la ricerca sulle nanoscienze con centri di eccellenza in cui operano il 10% dei ricercatori italiani e con investimenti dal 2005 a oggi, di oltre 100 milioni di euro da parte della Regione Piemonte e del Miur. Per Isabella Susa, coordinatrice del centro Agorà Scienza, «far conoscere ai più giovani queste realtà significa investire sul futuro».

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http://www.agorascienza.it/news/to3_nano

http://www.agorascienza.it/education/nanoday/2014

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