Premettiamo che la trasformazione in piazza pedonale di uno slargo, prima adibito a parcheggio è sempre una buona notizia; ancor più se non vi sono di mezzo comitati locali che protestano perché gli sono stati tolti posti auto, perché ci sarà disturbo alla pubblica quiete o altre seccature varie.
Piazza Arbarello

Piazza Arbarello

Piazza Arbarello diventa così uno spazio elargito alla cittadinanza per il loisir, per sedersi su una panchina o per passeggiare tranquillamente. Inoltre, la riqualificazione del tratto centrale di corso Siccardi, in continuità con la piazza, ci ha svelato una prospettiva visuale inedita, ancorché esistente da sempre.
Infatti, l’allea pedonale centrale, inquadrata dai due alti filari di alberi, permette di traguardare due monumenti perfettamente allineati: quello a Vittorio Emanuele II sull’omonimo corso a un’estremità e, dall’altra, l’obelisco di piazzetta Savoia. Un risultato importante per una città dal marcato impianto urbano barocco, basato proprio sulla definizione di assi viari imperniati su edifici simbolici e monumenti che fungono da fuochi prospettici.
Piazza Arbarello
Qui terminano le note liete, inerenti il “cosa” dell’operazione. Meno liete, infatti, sono le note inerenti il “come” della medesima, ovvero la qualità formale e materiale della realizzazione. Trattandosi di un progetto redatto all’interno degli uffici tecnici comunali, certo non ci si poteva attendere una particolare originalità nel disegno d’insieme, o nei dettagli, o nelle scelte dei materiali.
Così, tutto sembra particolarmente ordinario, con il ricorso a un collaudato campionario di arredi urbani ormai vintage: dalle panchine, ai lampioni, ai dissuasori “a panettone”, ai portarifiuti (gli unici comunque “di design”, progettati dallo studio De Ferrari negli anni ‘90), fino alla scelta del pavé e dei cordoli in pietra per le pavimentazioni.
Piazza Arbarello
Così, almeno, nessuno potrà lamentarsi per le strampalate invenzioni di qualche architetto troppo estroso. Ma, nemmeno, potremo vantarci che qualche rivista di lifestyle vorrà pubblicare le foto della piazza. Tutto molto sabaudo, tutto molto understated. Però, a proposito di fuochi, almeno togliete dal centro dell’asse visuale verso corso Galileo Ferraris il semaforo sospeso su via Cernaia e, soprattutto, quel pennone che lo sostiene e che ammazza la vista sull’«Anatomia umana», l’opera dell’artista Salvatore Astore. Ve ne saremmo grati!
direttore