L’aeroporto di Torino è tornato di nuovo scalo strategico per l’Italia. L’approvazione è arrivata ieri dalla Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via al piano nazionale degli aeroporti.
L’ultimo testo inviato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il 12 febbraio scorso, ha sostanzialmente accolto le richieste avanzate in più riunioni che si sono svolte tra il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, il collega lombardo, Roberto Maroni, e il ministro Maurizio Lupi, e inserisce lo scalo torinese nell’elenco degli aeroporti strategici a livello nazionale.
Negli ultimi due anni Caselle ha recuperato passeggeri, collegamenti e credibilità internazionale tanto che si sta pensando, in un futuro prossimo,  di far diventare l’aeroporto di Torino terza pista di Malpensa. Per farlo, tra le ipotesi che circolano, c’è la possibilità di fare il check-in a Torino e imbarcarsi a Milano, ottenere sconti e vantaggi per i viaggiatori torinesi presso lo scalo lombardo e portare a termine il collegamento ferroviario ad alta velocità tra i due aeroporti, aspetto purtroppo ancora vincolante per raggiungere la piena realizzazione del progetto. Altra sfida da affrontare sarà di scongiurare l’ipotesi di alcuni detrattori che dicono che Caselle verrà trasformata in una base “low-cost” alla stregua di Bergamo. Spetterà quindi a Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Torino, portare avanti i negoziati con Malpensa per concludere positivamente l’alleanza, anche se avranno un peso di rilievo gli enti locali che, pur ridimensionati dopo la privatizzazione della società torinese, rimangono un punto di riferimento per le politiche relative ai trasporti.
Anche il sindaco Fassino ha dichiarato: “Soddisfazione  per una decisione che accoglie le richieste della Città e della Regione e restituisce all’aeroporto il rilievo che gli deriva in considerazione dell’intensa attività nazionale e internazionale che ha visto nell’ultimo anno un significativo incremento di rotte e passeggeri”.
Questa approvazione rappresenta un passo decisivo per rilanciare l’economia non solo di Torino ma di tutto il Piemonte dopo anni di crisi.