Maurizio Cattelan non era presente ma la lunga ombra del suo genio pungente si faceva sentire già dal titolo assegnato al progetto. “Cacca e morte” e la curatrice di Artissima Sarah Cosulich in una locations degna della famiglia Adams, il museo di anatomia, apriva con queste parole:
“Siamo particolarmente fieri – ha detto Sarah Cosulich, per il terzo anno direttore di Artissima – di poter presentare alla città e al pubblico della Fiera un progetto unico e senza precedenti. Non si tratta solo di una riflessione e un’interpretazione preziosa per la contemporaneità artistica ma anche un grande dono dei curatori alla città. SHIT AND DIE, dimostra l’identità sperimentale di Artissima che sa essere internazionale partendo da Torino, dalla sua forza e dalla sua identità.”
Presentata per Artissima l’edizione 2014 di One Torino.A  partire dall’esperienza dello scorso anno che aveva proposto un progetto di “museo diffuso” in città, con 5 mostre e il coinvolgimento di istituzioni d’eccellenza del contemporaneo, nel 2014 la rassegna One Torino si reinventa, proponendo un solo progetto inedito nella suggestiva cornice di Palazzo Cavour: una mostra in grado di cogliere in modo sperimentale anche il ruolo culturale, e non solo commerciale, di una fiera come Artissima.
Nasce proprio dalla volontà della Fiera di mettersi in gioco l’invito della direttrice Sarah Cosulich a un curatore-non-curatore, un artista in pensione, un curioso che sa scoprire e far scoprire, Maurizio Cattelan, affiancato da due giovani curatrici, Myriam Ben Salah e Marta Papini: il trio ha accettato la sfida e iniziato un lavoro di “speleologia” della città, delle sue storie e delle sue curiosità.
La mostra, infatti, è il risultato di un percorso di cui Torino è la principale fonte di ispirazione: un progetto pensato appositamente dai tre curatori per quella che fu la residenza del Conte Cavour e radicato nel patrimonio culturale, storico e artistico della città, ma anche nella sua contemporaneità e nel suo immaginario collettivo.
Riunendo le misteriose memorie e i curiosi fantasmi di Torino, il progetto di Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini non sarà semplicemente una mostra ma un percorso ricco di domande e storie, stimolate dall’intreccio tra le opere, lo spazio e la città.
SHIT AND DIE prende a prestito il proprio titolo dall’opera di Bruce Nauman One Hundred Live and Die del 1984: brevi slogan scritti al neon sintetizzano gli elementi essenziali che accomunano gli esseri viventi attraverso lo spazio e il tempo, suggerendo una visione della condizione umana in generale. Appunto il corpo, il lavoro, i vizi, la morte.
La mostra si articola in un percorso diviso in sezioni, ognuna delle quali ha come punto di partenza un oggetto specifico, un luogo, una suggestione incontrata nelle collezioni della città: gli oggetti che costellano le stanze di Palazzo Cavour sono presi in prestito dalle collezioni meno convenzionali e dalle istituzioni affermate della città e del territorio, dall’unità residenziale Olivetti a Ivrea al Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, dal Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” a Casa Mollino, dal Museo del Risorgimento ai prestiti della Collezione La Gaia, della GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, della Fondazione MUSEION/Collezione Enea Righi, della Fondazione Ettore Fico e della Fondazione Aldo Mondino.

Riportare alla luce momenti a volte dimenticati della storia di Torino i feticci e segreti, e la loro forza  nell’interazione con le opere contemporanee, in alcuni casi produzioni site-specific realizzate per la mostra.
SHIT AND DIE è concepita appunto come una composizione soggettiva, ossessiva e arbitrariamente non esaustiva, in cui protagonista rimane il visitatore.
SHIT AND DIE costruisce tra le sale di Palazzo Cavour un vero e proprio itinerario per immagini, tra aneddoti particolari e temi universali, sin dal titolo, che sintetizza la dicotomia morte/vita. L’esposizione
intreccia con il visitatore una relazione che non segue una regola, ma cerca di giocare con le tradizionali convenzioni espositive. Forme, spazi, figure, riferimenti sono presentati in un allestimento poliedrico e complesso, ma al contempo coerente e fortemente interconnesso.
Saranno circa 50 gli artisti presentati in mostra, tra nomi affermati e giovani emergenti della scena artistica internazionale. Tra gli altri: Lutz Bacher, Davide Balula, Lynda Benglis, Guy Ben Ner, Valerio Carrubba, Martin Creed, Enzo Cucchi, Eric Doeringer, Valie Export, Stelios Faitakis, Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, Tim Gardner, Rokni e Ramin Haerizadeh, Petrit Halilaj, Jonathan Horowitz, Dorothy Iannone, Ewa Juszkiewicz, Myriam Laplante, Natalia LL, Sarah Lucas, Tala Madani, Pascale Marthine Tayou, Alessandro Mendini, Carlo Mollino, Aldo Mondino, Florian Pugnaire and David Raffini, Carol Rama, Dasha Shishkin, Roman Signer, Alexandre Singh, Andra Ursuta, Maurizio Vetrugno, Julius von Bismarck, Alexandra Waliszewskla.
Come ideale prosecuzione della mostra all’esterno di Palazzo Cavour, il team curatoriale ha chiamato l’artista Yuri Ancarani a realizzare un documentario in collaborazione con il Museo Casa Mollino. Il film indaga la figura dell’eclettico architetto e designer torinese, immergendosi nella leggendario lato occulto di Torino.
La mostra sarà corredata da una pubblicazione che non si limita a commentare il percorso espositivo, bensì lo estende come una stanza mancante del palazzo, arricchendolo di riferimenti, ispirazioni visive e contributi di artisti, accademici e scrittori.
Il progetto espositivo è anticipato da un blog tumblr, che consiste in un moodboard realizzato da Lucrezia Calabrò, assistente curatrice della mostra: http://shitndie.tumblr.com/
La mostra, che verrà inaugurata il 5 novembre 2014, sarà aperta al pubblico durante le giornate di Artissima, e proseguirà poi sino a domenica 11 gennaio 2015.

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