Il grosso del lavoro è stato fatto in casa. I testi, le musiche, l’atmosfera costruita con un tipo di sonorità sfuggente e piena di rimandi a generi indefiniti, posti in ombra, appena ricordati e subito lasciati scivolare via, per evidenziare il proprio tratto. Uscito per la Mexicat records il progetto Lordog contiene undici tracce che sono una sorta di biografia di passioni, gusti, frequentazioni, cose rimaste nelle orecchie a echeggiare. A dare voce, chitarre, basso, synth, tastiere giocattolo, sampler, loops, e programmazione elettronica c’è il torinese Gianluca Della Torca, già basista dei Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo.
Un debutto solista in cui si allineano senza difficoltà, una anomala resa punk dell’“Avvelenata” di Guccini molto in sintonia con l’umore della versione originale,  una ballata targata Bauhaus, “Crowds”, una sguaiatamente stizzita “My New House”, tratta dal repertorio dei Fall, e un blues ruvido e casinista,“Funk Love with Lordog”.
Altri ingredienti: elettronica d’atmosfera e da ballo (“Chi ha paura dello sparviero” è un atto d’amore alla Manchester danzereccia di vent’anni fa), una più morbida vena cantautorale in pezzi come “Ero nel cielo”, del rock narcolettico appena sporcato di suggestioni western (“My Girl”), il convincente ritratto umano di “2:20 a.m.”, racconto sonorizzato dai colori densi.
Insomma il retaggio musico culturale di un ragazzaccio degli anni ’80, capace di trasformare il tempo in raffinato sound. E con il tempo e le citazioni si gioca davvero, come nel video “Ero nel cielo” che rimanda a specchio, al bianco nero Warholliano di Nico che canta I’ll be your mirror.