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Kairòs

Il Kairòs è un’iniziativa, unica nel suo genere, proposta dalle scuole dei Gesuiti durante il quarto anno della scuola secondaria.

Si tratta di un ritiro spirituale che segue lo stile degli esercizi ignaziani (metodo di spiritualità proprio della Compagnia di Gesù che prende il nome dell’opera “Esercizi spirituali” di Ignazio di Loyola (1491/1556), religioso spagnolo fondatore della Compagnia di Gesù) pensati per i ragazzi della scuola.
Il significato di questa parola greca,  ha come accezione generale quella di ‘tempo’.  Nell’antica Grecia vi erano due modi per indicare lo scorrere del tempo che ne descrivevano anche due differenti caratteristiche: il primo era il termine χρονος (chronos) che si riferiva al tempo cronologico e consequenziale, e aveva un significato quantitativo, mentre il secondo era καιρος (kairòs) “un tempo nel mezzo”, un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade, che aveva invece una natura qualitativa.
Questo ritiro viene proposto ai ragazzi per poter indagare la propria situazione personale e comunitaria attraverso una serie di domande caratteristiche di questa esperienza: chi sono veramente io? Come mi pongo in relazione con i miei amici, i miei genitori, il mondo? Quali sono le persone e le cose che davvero contano nella mia vita? Dove posso trovare l’amicizia con Dio nella mia vita? Su cosa occorre che io faccia leva affinché la mia vita abbia davvero senso per me e per il mio prossimo? Chi è Gesù per me?
Le attività vengono coordinate da un gruppo di studenti, che per l’occasione vengono definiti “studenti-leader”, coetanei dei partecipanti, che hanno già vissuto questa esperienza in precedenza e si sono formati per suggerire spunti di riflessione.
Questo percorso è organizzato con una permanenza di circa 4 giorni, a cui i ragazzi dell’Istituto Sociale di Torino e dell’Istituto Leone XIII di Milano hanno partecipato ed è stato prescelto come luogo il convento di Villa San Pietro a Susa.

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Partecipanti Kairòs 2017

I partecipanti sono ospitati in camere singole affinché si possa riuscire a riflettere senza venire condizionati da altre persone e vengono presi in custodia gli oggetti tecnologici di modo da cercare di evitare le mille distrazioni e connessioni con il mondo
fuori.
Da dove nasce l’idea di questi ritiri? Nasce da un’esperienza ampiamente collaudata nelle scuole dei gesuiti negli USA e in alcuni Stati europei come Polonia e Lituania. La particolarità è che il Kairòs sia un ritiro dove il luogo d’esercitazione non è vincolante, ossia qualsivoglia struttura può diventare la sede ideale per il compito.
Il Kairòs è stato definitouna porta sull’interiorità”, dove le domande più grandi per ogni individuo si presentano una di seguito all’altra, quasi a bombardarlo di input emotivi, innescando un meccanismo infinito che fa nascere domande da altre domande, a cui si cerca di dare risposta. 
Non bisogna però pensare che possa arrivare l’illuminazione, quella che aiuterà a rispondere alle nostre domande esiziali ed esistenziali. Per questa occasione di viaggio interiore è destinato un tempo dedicato e le riflessioni che ne scaturiscono possono, nell’eventualità che lo si desideri, essere condivise con gli altri.
Accade mai che ci soffermiamo su di noi? Su chi siamo, cosa pensiamo, cosa vogliamo, insomma le grandi domande che da sempre l’uomo si pone, raramente trovando risposta.
Il Kairòs è sicuramente un utile e propedeutico strumento tra il filosofico e lo spirituale per riappropriarsi del proprio tempo e la propria individualità; nella frenesia della vita quotidiana più o meno interconnessa.
Gaia Della Donna/ Marta Giacone

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