Trasmessa in diretta radiofonica su Rai-Radio3 il 27 giugno alle ore 20, La vedova allegra (Die lustige Witwe) di Franz Lehár, una delle operette più popolari e longeve, chiude la la Stagione del Teatro Regio di Torino, restituendo il clima e la spensieratezza tipica della Belle Epoque. Condurrà l’Orchestra e il Coro del Teatro il maestro austriaco Christoph Campestrini, che torna sul podio del Regio dopo aver diretto l’indimenticabile concerto del 270° anniversario della fondazione del Teatro nel 2010. Il Coro sarà istruito dal maestro Claudio Fenoglio.
La creazione di Lehár è una festa musicale che da più di un secolo è capace di coinvolgere ogni tipo di pubblico: La vedova allegra, nell’allestimento di Lirica Veneto, per la regia di Hugo de Ana, autore anche di scene e costumi, diventa uno spettacolo ironico e sontuoso. Gli sfarzosi abiti da sera, le acconciature piumate, le decorazioni in stile Liberty, le luci di Andrea Anfossi e le coreografie di Leda Lojodice evocano l’atmosfera decadente e irresponsabile dell’Europa di inizio Novecento. Il soprano bulgaro Svetla Vassileva, veste i panni della ricca e allegra vedova Hanna Glawari. Il baritono Nicolò Ceriani,  è il barone Mirko Zeta. Daniela Mazzucato, brillante soprano di fama internazionale, interpreta Valencienne.
A dispetto della sua leggerezza, anche quest’operetta visse le sue difficoltà. Nel 1905 quando  a Vienna, l’operetta era il genere teatrale di punta e la concorrenza era spietata, era molto difficile «sfondare»: in tale contesto, e tra mille impedimenti, debuttò La vedova allegra al Theater an der Wien. Lehár era un autore poco noto, sul quale la direzione del teatro non era disposta a scommettere. Si spesero infatti poche corone sulla nuova produzione, riciclando vecchi abiti e scenari. Persino il direttore d’orchestra era maldisposto nei confronti dell’operetta poiché la partitura era insolitamente complessa: Lehár pretendeva un’orchestra di grandi dimensioni che includesse l’arpa, il glockenspiel e diversi musicisti in scena; le sue pagine, inoltre, ammiccavano al linguaggio musicale di artisti quali Puccini, Debussy e Richard Strauss. Non solo la partitura era molto più ricca rispetto alle consuete operette coeve, ma era anche, secondo alcuni, eccessivamente sensuale, soprattutto nei travolgenti valzer del terzo atto.
La prima rappresentazione non destò un grande interesse nel pubblico: la sala si riempì solo grazie ai biglietti omaggio ma, attraverso il passaparola, le serate successive furono un vero trionfo. Uno dei motivi di tale successo, allora come oggi, sta nella maestria di Lehár che, nella partitura, passa con disinvoltura da valzer e marce viennesi a galop e cancan parigini. Altro elemento decisivo per il successo è il libretto di , un testo dinamico che offre una varietà di situazioni, da quelle più romantiche a quelle più esilaranti.

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Posti in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio, piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242
 

 

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