Quale è il vero segreto del Reiki e che tipo di impiego può avere questa forma di energia ?
Il Reiki nasce in Giappone da Mikao Usui Sensei, monaco laico giapponese, che nel marzo del 1922 ne venne a conoscenza. Sulle orme di un Buddha, aveva intrapreso un viaggio che gli potesse rivelare il segreto della guarigione e, quando ormai stremato fu sul punto di cedere, trovò la formula: il Sutra del Cuore. Scritta più di 2500 anni prima nell’antica lingua sanscrita, doveva essere correttamente interpretata.  Avrebbe funzionato o lo avrebbe ucciso? Si sottopose alla prova, e per 21 giorni digiunò e meditò. Sapeva che sarebbe dovuto succedere qualcosa, ma non sapeva che cosa.. Si narra che si trovasse sul sacro monte Kurama quando fu investito da una miracolosa Luce. Non sentì più dolore, né più stanchezza. In quell’istante aveva compreso il Metodo di Guarigione Reiki.
Ma cosa significa “Reiki”? Il termine si compone di due ideogrammi, Rei, o Energia Universale, è la forza presente in tutto ciò che ci circonda e che potremmo chiamarla anche Macrocosmo, Logos, o Archè.. e il Ki, Energia o Essenza Individuale, ma anche Microcosmo, Coscienza, Anima o Atman ed è la Forza Vitale che scorre in ogni organismo vivente.
L’incontro di queste due energie dà vita al Reiki, e l’operatore che ne riceve l’Attivazione può accedere ad una fonte di infinita energia che è sempre disponibile. Non occorrono che le proprie mani, ed è un po’ come tornare bambini.. a quando inciampando ci sbucciavamo le ginocchia e istintivamente ci appoggiavamo i palmi. Così potremmo intervenire.. e non solo per curare una ferita. Il Reiki funziona meravigliosamente anche per gli stati di ansia e stress.. insonnia e agitazione, emicrania e molto molto altro. Ah sì, il Reiki dà felicità. Ciò che fa davvero la differenza è la pratica, continua e costante.
Si impara a sentire, e a sentirsi. Lo stato di profondo rilassamento produce un’apertura sempre maggiore di sensibilità, ad un’accentuazione di sensitività. La bellezza di questa tecnica è che viaggia in piena armonia con chi lo pratica, favorendo di volta in volta il giusto apporto di comprensione e consapevolezza. E’ un valido aiuto, perché in molte circostanze il Reiki può venire in soccorso. La scienza spiega così i vantaggi del Reiki, una trasmissione di biofotoni cerebrali e un’onda informativa simil-alpha che stimola per biorisonanza l’attività cellulare cerebro-organica del paziente e ne riattiva le qualità per induzione.
Da alcuni anni il Reiki trova impiego anche in alcune strutture ospedaliere, a Torino l’ospedale Molinette lo ha inserito nella guida ai servizi aziendali e territoriali COES come affiancamento alle terapie del dolore, nell’assistenza pre e post operatoria, e durante i trattamenti chemio e radioterapici del malato oncologico… E Mikao Usui amava chiamarla: “l’Arte della Guarigione“. 
Sara Gioda

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