Da una quindicina di giorni si è conclusa la missione del team di NutriAid, associazione medico-umanitaria attiva dal 1996 con sede a Torino, nei campi profughi della “rotta balcanica”.
La missione aveva lo scopo di capire quali potessero essere le necessità all’interno dei campi e soprattutto quale tipo di intervento NutriAid avrebbe potuto mettere in piedi.
NutriAid da 20 anni è impegnata con progetti legati alla salute materno infantile, con un focus specifico sulla malnutrizione. L’associazione è nata in seguito all’emergenza malnutrizione in Ruanda subito dopo la fine della guerra e l’atmosfera che i suoi operatori hanno respirato nella recente missione nei Balcani non è stata tanto diversa.
Questo è un fiume di persone in fuga dalla guerra!
Ecco il ricordo dei primi momenti trascorsi all’interno del campo di Gevgelija, la prima cittadina macedone a 2 km dal confine con la Grecia, di uno degli operatori di NutriAid:
“È stata un’esperienza di vita molto forte. Appena entrata nel campo a Gevgelija mi sono sentita per un attimo una di loro, con lo sguardo perso oltre le reti a fissare gli altri,un flusso continuo di persone che attraversano le rotaie che segnano il confine greco- macedone, tutti pressati, tutti  in coda in attesa di entrare nel campo,  mi sono girata ed ho visto Zandra che cercava suo padre tra tutti quei volti.
nutriAidLei è entrata prima, il pancione è un valido lasciapassare ai cancelli che sbarrano l’ingresso ai campi. Mi guarda e cerca di spiegarmi l’aspetto di suo padre. Lei senza di lui proprio non vuole proseguire “ forse tu puoi uscire fuori e cercarlo” mi dice. Ma per me quei volti si assomigliano tutti, non saprei riconoscerlo.
Entriamo in una tenda piena di giochi per i bambini.
La guardo, avrà circa trent’anni, la mia età, i suoi occhi ne dimostrano molti di più in quella fierezza di madre.
Mi chiede se c’è un dottore che la possa visitare, il termine per il parto sta per scadere e teme che le arrivino le doglie sul treno per raggiungere la Serbia.
Ha altri 2 bambini. Me li indica, sono li a guardare lo spettacolo dei Clown, volontari arrivati dalla Spagna. Realizzo in quel momento che ci saranno almeno 200 bambini, solo all’interno del campo, quelli fuori non riesco a contarli. Li vedo ridere. Anche Zandra è stupita!”Non siamo ancora arrivati e già sorridono”.
Purtroppo non ci sono né ginecologi né ostetriche. La risposta alla sua domanda la sapevo già, è la terza donna che me lo domanda in appena 10 minuti.
Ci sono solo una volta alla settimana. Non oggi, né domani. Ieri.
Non c’è bisogno di uno specialista, va bene anche un medico normale.
Mi informo, Non c’è più, c’è solo fino alle 18.30, “fa orario d’ufficio”.
Mi sento un po’ in colpa. Se vuoi però c’è un dispensario con delle medicine, puoi chiedere lì qualcosa.
-Dopo tutto quello che ho vissuto ho imparato ad essere paziente -, spera che qualcuno la possa aiutare nel prossimo campo. Mi sorride, resta seduta lì. Mi chiedo se Zandra sia riuscita ad arrivare. Dopo di lei ho incontrato tantissime persone, molte erano donne in gravidanza, moltissimi erano bambini. Tutti hanno storie terribili alle spalle e tanta voglia di raccontarsi e ricominciare una vita nuova.”
Proprio il concetto di una vita nuova è al centro di “New way new life”, lavoro realizzato dal fotoreporter Giorgio Perottino, durante la missione del team NutriAid nei campi profughi di Gevgelija e Tabanovtse e nelle zone di confine tra Grecia, Macedonia FYROM e Serbia – seguendo la “rotta balcanica”, camminando con uomini, donne e bambini che in quei giorni stavano percorrendo quella “nuova strada” con l’obiettivo di iniziare una “nuova vita” in Europa.
Durante la missione NutriAid è stata testimone diretta di un esodo forzato che coinvolge migliaia di individui costretti a lasciare i rispettivi Paesi d’origine per ragioni politiche, etniche e religiose.
I loro sguardi possono dire molto più delle parole e per questo motivo NutriAid ha scelto di raccontare, attraverso le immagini realizzate da Giorgio Perottino, il dramma dei bambini profughi che fuggono da violenza e conflitti attraversando i Balcani per raggiungere l’Unione Europea.
nutriAid1Le immagini testimoniano una crisi umanitaria “al di là dell’umano”, una emergenza che colpisce intere famiglie. NutriAid, dopo avere visitato quei luoghi e condiviso con quelle persone la loro commovente sofferenza ha deciso di impegnarsi prontamente in un progetto di assistenza sanitaria nella convinzione che salvare vite umane primeggia su qualsiasi altra considerazione.
Gli scatti  saranno esposti all’interno della manifestazione Photocontainer fino al 20 Dicembre presso Spazio MRF (ex Capannone DAI) (corso Luigi Settembrini 164- Torino) sono a tiratura limitata e i proventi della mostra saranno destinati  alla realizzazione di progetti a favore dei bambini profughi.
E’ inoltre disponibile il calendario 2016 con alcuni degli scatti più significativi realizzati durante la missione.
Per maggiori informazioni:
www.nutriaid.org
info@nutriaid.org
Via delle orfane 1 10122 Torino
tel 0114390017

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