Il pensiero di alcuni under 30 sulla proposta del Consiglio Comunale di depenalizzare le droghe leggere.
Lo scorso 13 gennaio il Consiglio Comunale della Città di Torino, a maggioranza, ha approvato un ordine del giorno che invita il Parlamento Italiano al superamento dell’approccio proibizionistico nei riguardi delle droghe leggere in favore di “un impianto di tipo legale della produzione e della distribuzione” di queste sostanze, ferme restando “le normative repressive del traffico internazionale e clandestino di droghe, oggetto di convenzioni internazionali”.
Abbiamo raccolto alcuni pensieri dei giovani torinesi. Cosa pensano di questa iniziativa e in generale come valutano il tema della legalizzazione. Ecco le loro impressioni:

Stefano, ricercatore, 23 anni
«L’ordine del giorno approvato dal Comune di Torino è segno di un risveglio politico nei confronti di un fenomeno che rode, invisibile, la società e l’economia italiana, spronato dal successo che il regime di legalizzazione sta avendo in paesi come il Portogallo. La legalizzazione e la liberalizzazione del consumo delle droghe leggere contrasta due dei più profondi mali italiani. Il primo è crimine organizzato: il traffico delle droghe porta alle mafie più di 20 miliardi di euro all’anno. Le due misure abbasserebbero la domanda di droga illegale, comportando meno profitti e potere economico criminale, e più risorse per il loro contrasto. Il secondo è il tuttora largamente assente trattamento dei tossicodipendenti. Spesso, questi o restano invisibili, o restano in prigione. Decriminalizzare le droghe leggere sarebbe un passo avanti per portare a galla i numeri della tossicodipendenza, permettendo l’attuazione di migliori misure di trattamento e prevenzione».
Niccolò, studente, 25 anni
«La gestione e la liberalizzazione della cannabis è fondamentale per rimediare ad alcuni problemi sociali e criminali. Il commercio di questa sostanza farebbe emergere un’economia sommersa e creerebbe un giro di soldi legale e statale. Dando per scontato l’uso terapeutico, credo che la cannabis debba essere commercializzata e venduta come ogni altro prodotto, la coltivazione privata credo sia soltanto un palliativo».
Katia, studentessa, 23 anni
«Credo che legalizzare le droghe leggere sia ottimo per sconfiggere l’economia sommersa e attaccare i guadagni delle mafie. Inoltre si potrebbero creare dei posti di lavoro legali lungo tutta la filiera, dalla produzione alla vendita. Con i proventi si potrebbe poi avviare dei programma di assistenza e di aiuto dei tossicodipendenti o abbassare le tasse agli altri cittadini».
Michele, architetto, 25 anni
«Sono completamente d’accordo con la legalizzazione della cannabis, ma non con la creazione di eventuali coffee shop dove venderla. A mio parere la presenza di questi esercizi creerebbe dei conflitti sociali fra generazioni diverse. Sostengo invece la coltivazione privata e l’uso terapeutico con prescrizione medica. Sicuramente la legalizzazione porterebbe dei benefici all’economia statale e darebbe un colpo al traffico illegale e alla mafia».
Pietro, studente, 25 anni
«Sono favorevole alla legalizzazione, però solo se controllata dallo Stato. In linea generale sono contrario all’uso di qualsiasi sostanza, ma mi rendo conto della situazione attuale e della grande diffusione delle droghe. Sono orgoglioso che sia stata per prima la mia città a proporre questa nuova soluzione per affrontare il problema».
Fabio Cassanelli e Rita Rapisardi “digi.to.it”
Voi cosa ne pensate?

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