Alla Venaria Reale in scena gli Mtv Digital Days per un insolito matrimonio tra innovazione e storia

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Formaggio e miele. Pane e uva. Uova e tartufo. Insoliti connubi tra gusti apparentemente antitetici sui quali sulla carta non si punterebbe un centesimo, ma che alla prova del palato risultano invece accoppiate eccellenti. Un po’ come è accaduto il 9 e 10 settembre alla Reggia di Venaria Reale, con il monumento sabaudo invaso pacificamente per la terza volta, dopo la pausa del 2015, dalla due giorni di workshop, panel, proiezioni ed eventi di spettacolo targati Mtv, consolidato brand di intrattenimento  che dell’applicazione dell’innovazione alla creatività ha fatto la propria filosofia. Dal canto suo, la Reggia con i suoi Giardini ha confermato la propria vocazione, più volte ribadita da Paola Zini, Presidente del Consorzio La Venaria Reale, patrocinatore della manifestazione insieme a Regione Piemonte e Comune di Venaria Reale, a diventare «Reggia dei contemporanei, monumento da vivere, con un’attenzione particolare a creare un richiamo per le giovani generazioni».

Obiettivo peraltro esattamente in linea con l’antica funzione di residenza di caccia e piaceri vari a vantaggio degli inquilini coronati di allora. Chissà se le loro altezze reali sabaude avrebbero gradito la performance e soprattutto il “grido di battaglia” di un giovanissimo Fabio Rovazzi, che da videomaker si è ritrovato fenomeno musicale dell’estate appena trascorsa col suo tormentone “Andiamo a comandare” da 65 milioni di visualizzazioni sul web, che gli ha garantito peraltro una prossima partecipazione alla trasmissione “Quelli che il calcio”.

Classe 1994, all’incontro che lo ha visto protagonista sul tema “cantanti si nasce o si diventa nell’era digitale”, Rovazzi ha ammesso candidamente che «neppure Wikipedia sapeva se classificarmi davvero come cantante» davanti ad una “materna” Syria, che cantante “alla vecchia maniera” lo è diventata davvero dopo la sua rivelazione al Festival di Sanremo del 1996, vinto tra le nuove proposte con il brano “Non ci sto”, quando l’attuale fenomeno era praticamente ancora in fasce. Le austere e massicce travi delle Sale dei Paggi, nel corso della due giorni, hanno visto sfilare artisti italiani come Annalisa Scarrone, transitata con successo dal talent Amici al Festival nazionalpopolare per eccellenza, che ha svelato la genesi e i retroscena di un successo musicale insieme a Luca Chiaravalli, autore di big del calibro di Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Giorgia e Nek e Davide Simonetta, autore di Dear Jack, Chiara e Dolcenera.

E’ stato “nu iorno buono”, per usare il titolo del brano che lo ha consacrato, anche per il rapper Rocco Hunt, che oltre ad annunciare ufficialmente Marco Mengoni e Justin Bieber come principali vincitori dei premi Mtv days 2016 e a presentare lo speciale televisivo dedicato alla manifestazione che andrà in onda il prossimo primo ottobre alle 15.10 su Mtv, ha parlato al pubblico del ruolo sociale della musica insieme alla direttrice d’orchestra Beatrice Venezi. Le stesse sale hanno ospitato anche un Innovation Village animato da start up del settore musicale e non solo. Autentica chicca Help-it, una promettente app telefonica che garantisce la sicurezza personale continua con il supporto di una centrale operativa e soggetti qualificati pronti per ogni situazione di pericolo «pensata –precisano gli ideatori- proprio per giovani che amano la vita notturna e i concerti e donne che hanno esigenza di spostarsi da sole in orari scomodi».

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Ma il clou della due giorni è rappresentato indiscutibilmente dalle “electro nights”, che hanno visto protagonisti i principali dj e producer nazionali e internazionali, in primis il francese Mike Lévy, in arte Gesaffelstein (crasi tra il vocabolo tedesco Gesamtkunstwerk , fabbrica generale dell’arte, e il nome del fisico Einstein), conosciuto al grande pubblico per la colonna sonora dello spot di un’auto e i remix di brani di artisti come Lana del Rey, che si è fatto annunciare nientemeno che dall’introduzione della colonna sonora di “2001 odissea nello spazio” di Stanley Kubrick.

Tra tutti ha brillato l’americano di origine giapponese Steve Aoki, che, oltre a regalare un’ottima performance sul palco nella serata di venerdì, ha omaggiato il pubblico di una intervista, corredata dalla presentazione di un documentario sulla sua storia intitolato “I’ll sleep when I’m dead”(dormirò quando sarò morto), in cui ha messo a nudo la normalità di una star del suo calibro, che sta dietro a successi di artisti come Linkin Park, Fall out Boy e Afrojack, raccontando della propria adolescenza vissuta nel tentativo di farsi accettare da un padre di successo, il wrestler e imprenditore Rocky Aoki e la ricerca della propria identità, di cui fanno parte peraltro ben due lauree in Sociologia e Studio del Femminismo. Aoki ha molto apprezzato la location dell’evento, definendo la Reggia «semplicemente incredibile».

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Nel complesso, il matrimonio tra Reggia ed Mtv Days, insolito ma riuscito grazie alle oltre 15000 presenze registrate, ha dato vita ad una kermesse in bilico tra nostalgia di un mondo musicale “romantico”, che ormai sembra far parte del passato e la speranza riposta in un futuro di tecnologia al servizio della creatività. E se i protagonisti che continuavano a gridare dal palco “Ciao Torino” invece che “Ciao Venaria Reale”, con buona pace dei venariesi dei dintorni le cui orecchie hanno pazientemente tollerato i suoni elettronici fino a tarda ora, avranno compreso dove si trovavano esattamente, e se le ragazzine deliranti per il duo Benji e Fede avranno per un momento alzato il naso in su ad ammirare l’antica soffittatura della sala in cui strillavano, l’obiettivo sarà stato raggiunto e avremo di che ben sperare per il futuro della cultura di tutte le arti, musica compresa.

Barbara Virga

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