Ancora oggi per molti è la Porta del Canavese, tra il XII e il XIV secolo, fu la capitale del Marchesato del Monferrato, prima che la corte le preferisse Casale. Stiamo parlando di Chivasso, comune a circa 20 km da Torino teatro di una vicenda singolare.

Qui pochi giorni addietro è avvenuto un raduno di persone a sostegno di un’attività commerciale, una torteria, da tre mesi al centro di una forte opposizione alle regole decretate per la zona rossa.

Una manifestazione spontanea avvenuta nei pressi del locale dopo che i Carabinieri avevano eseguito l’ordinanza dettata dal tribunale di Ivrea di chiusura. La ragione risiede nelle continue violazioni delle norme anti Covid.

Per comprendere meglio le implicazioni e i fatti abbiamo intervistato Antonio Nicolosi, Segretario generale UNARMA Associazione Sindacale Carabinieri.

Antonio Nicolosi

La situazione venutasi a creare a Chivasso, in una torteria, che ha provocato molte polemiche e la risposta delle Forze dell’Ordine, cosa induce a pensare a livello sociologico, secondo lei?

Sicuramente quello che si è visto a Chivasso non è certo edificante, se non altro perché i cittadini si sono scagliati contro le Forze dell’ordine che poco centrano con la protesta e con il loro disagio.

A quello che è successo dò una doppia lettura: una prima è che i cittadini sono esausti da questi obblighi e divieti; una seconda è che è stata un’occasione “ghiotta” per i cosiddetti “negazionisti” che con opportunità hanno cavalcato la protesta. Lo si evince dalle immagini in cui si vedevano moltissime persone senza mascherine.

Mi lasci però dire che malgrado il difficile compito delle Forze dell’ordine, e in particolare dei Carabinieri, il comportamento di quest’ultimi è stato encomiabile. Questo perché gli operatori delle Forze di polizia italiane sono dei veri professionisti con una preparazione eccellente.

Quali elementi dovremmo considerare con maggiore attenzione di fronte a questi comportamenti, intendo la titolare e chi la sostiene, per avere un’idea più chiara?

Penso che non ci sia una vera protesta organizzata ma solo frange che si insinuano nel dramma individuale di chi non riesce più a sbarcare il lunario .

Lo ritiene un fenomeno isolato o reputa che avrà un seguito altrove?

Isolato non direi perché di proteste ce ne sono state altre: ricordiamo quella dei ristoratori, dei baristi e di tutti coloro che operano nel turismo. L’auspicio è che l’angoscia del futuro non prevalga e che si ritorni al più presto a una vita pseudo-normale. 

Pier Sorel