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E’ toccato al Liceo Artistico Renato Cottini dare il via all’ultima edizione di Ars Captiva attirando l’attenzione di tutta la città con un’istallazione “Flusso” che ha visto protagoniste il Po e la Dora in Piazza CLN a Torino.
Ars Captiva torna dal 21 al 4 giugno, quest’anno in una sede inedita e quanto mai suggestiva: gli spazi dell’ex-Manifattura Tabacchi di corso Regio Parco 134. Ars Captiva è il progetto voluto e sviluppato dal Comitato Creo, un’associazione costituita da alcune scuole d’indirizzo artistico del Piemonte, per avvicinare gli studenti alle pratiche dell’arte contemporanea.
Per conoscere meglio il progetto abbiamo incontrato Paolo Facelli, Direttore Organizzativo della manifestazione.
Ars Captiva, dal 2003 è fra gli eventi più amati dal pubblico giovane e dagli appassionati d’arte contemporanea, può spiegare qual è il segreto del suo successo?
Ars captiva nasce dall’impegno di un comitato spontaneo, dove i soci sono le scuole pubbliche artistiche torinesi, capeggiate in qualche modo dall’Accademia Albertina, che include: l’Istituto Albe Steiner e i Licei artistici Cottini, Passoni e Primo di Torino, e dal 2011, anche se non ancora parte del comitato, il Liceo Buniva di Pinerolo. Inoltre da quest’anno, per la prima volta, abbiamo due licei classici: il Cavour e il D’Azzeglio.
Il progetto è portato avanti da un movimento, forse, nato per caso, che non ha alle sue spalle nessun disegno ma che vuole sviluppare una vision futura. La nostra mission è didattica: vogliamo avvicinare i giovani under 35 all’arte contemporanea, coinvolgere gli studenti delle scuole d’arte a mettere concretamente in atto quanto studiano.
Credo sia per questa ragione che tutte le Istituzioni ci sostengono da molto tempo.

Ars Captiva, ogni hanno è connotata da un tema specifico. Cosa propone quest’anno?
Quest’anno il sottotitolo di Ars Captiva è “La metamorfosi dei Luoghi” in perfetta sintonia con l’inserimento in Torino incontra Berlino.
Il tema è quello della trasformazione urbana; Torino per l’Italia come Berlino per la Germania sono le città che hanno vissuto dal ‘48 ad oggi il più vasto cambiamento della struttura cittadina. Gli studenti sono quindi chiamati a riflettere sui processi di trasformazione che accomunano le due città di Torino e Berlino, presentando opere pittoriche e fotografiche, installazioni interattive, performance e concerti nell’ideale ambientazione dell’ex Manifattura Tabacchi.
Ci tengo inoltre a ricordare che per il terzo anno consecutivo Ars Captiva è realizzata in collaborazione con il Torino Jazz Festival che andrà ad arricchire la nostra proposta artistica con perfomance e work shop musicali. Inoltre Ars Captiva, da sempre attenta alla molteplicità delle espressioni artistiche, quest’anno dà spazio anche alla presenza di due giovani autori seguiti dall’Angsa Piemonte e appartenenti al Progetto Mai visti e altre storie, volto a promuovere il dialogo tra arte irregolare e arte contemporanea.
Quali risultati ha dato la finalità educational di Ars Captiva?
Molti dei ragazzi che hanno partecipato alle passate edizioni di Ars Captiva ora lavorano fattivamente nel mercato dell’arte.
Per ricordarne alcuni, posso citare: Francesca Carli e Cinzia Ceccarelli che sono state invitate l’anno scorso a esporre ad Artissima oppure Maya Quattropani ed Elena Martire che hanno esposto alla Fondazione Merz.
Inoltre grazie al supporto della Borsa di studio Willy Beck, caro amico e professore fra i pionieri di Ars Captiva, siamo riusciti ad affidare a un giovane curatore, Ivan Fassio, la scelta del tema e la progettazione dell’evento.

Anche quest’anno Ars Captiva si presenta con un calendario molto ricco, cosa può segnalare?
Innanzi tutto il 21 maggio alle ore 18.00, l’evento inaugurale dove oltre ad ammirare le opere esposte, il pubblico potrà assistere nell’Area Spettacoli alla resa pubblica del work shop del regista londinese Peader Kirk, storico ospite di Ars Captiva dal 2009. A seguire, si terrà la performance De Wall, ideata e realizzata dagli studenti dell’Istituto Steiner e condotta da Flavio De Marianis: un gruppo di studenti sarà impegnato in tracciati di parkour, tra realtà dei luoghi e virtualità in video-mapping e alle 20.00 il concerto “Luoghi in divenire” degli studenti del Liceo Musicale Cavour che chiuderà la serata proponendo gli arrangiamenti del jazzista Gianpiero Lo Bello.
Il 29 maggio alle ore 10.00 sempre nell’Area Spettacoli si terrà “Discorsi e percorsi fra jazz, pittura e canzone d’autore”, progetto didattico de Le Chiavi della Musica, prodotto dal Torino Jazz Festival e rivolto alle scuole, condotto da Marco Basso, critico musicale, Luigi
Antinucci, cantautore, Performart (duo composto da Andrea Guariso e Claudio Nicolo) e Luciano Gaglio, artista.
Dalle ore 17.00 nello Spazio Espositivo, Luoghi sonori in divenire, conduction e performance con il Liceo Classico Musicale Cavour e il musicista Gianpiero Lo Bello.
Alle 17.45 Scene da una metamorfosi, ad opera del Laboratorio a cura di Tomaso Erasmo Brucato, Francesca Cinalli e Paolo De Santis. Alle ore 18, il pomeriggio si chiude con i concerti di Berliner Quartett e Pills in Pocket: una rivisitazione di brani tratti dal disco Berlin di Lou Reed (1972) e un repertorio ispirato alle varie declinazioni del rock anni ‘70-’80, attinenti alla scena musicale di Berlino e Torino.

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