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Pierre Boulez

Il compositore e direttore d’orchestra francese Pierre Boulez ci ha lasciato il 5 gennaio scorso, era nato 90 anni prima nella Loira il 26 marzo del 1925. Fu uno dei protagonisti dell’avanguardia musicale dagli anni cinquanta, direttore artistico della New York Philharmonic e fondatore dell’Ensemble InterContemporain di Parigi. Acceso polemista, auspicò il “brûler les maisons d’opéra“. Fortunatamente non accadde, ma questo non significa che su altri temi non fosse ascoltato. 

Martedì 14 febbraio al Teatro Vittoria, alle ore 20, l’Unione Musicale gli rende omaggio, a circa anno dalla sua scomparsa, per onorare e ricordare lo straordinario apporto di innovazione e ricerca lasciato dal grande compositore e direttore d’orchestra francese alla musica del Novecento. La serata fa parte degli appuntamenti denominati Parigi dedicati all’esplorazione dell’affascinante repertorio musicale nato nella capitale francese tra Ottocento e Novecento.

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Pierre-André Valade Ph Claude Dufêtre

Cuore della serata l’esecuzione di una delle opere più significative di Boulez, Le marteau sans maître, composto tra il 1953 e il 1954, secondo lavoro di una trilogia su testi del poeta francese René Char. Come Boulez stesso dichiarò in un’intervista, «Per Le marteau ho preso le poesie più corte, poche righe, ma che mi permettessero non più semplicemente un’attività fra poesia e musica ma un innesto in cui la musica e la poesia mantengono, fino a un certo punto, la loro indipendenza».
Eseguito per la prima volta al Festival della Società Internazionale di Musica Contemporanea il 18 giugno 1955 a Baden-Baden, sotto la direzione di Hans Rosbaud, dedicatario della partitura, ebbe un notevole successo al quale contribuirono anche i particolari effetti sonori realizzati da un organico strumentale atipico rispetto alle tradizionali orchestre cameristiche, che prevede l’utilizzo della voce di mezzosoprano e di flauto, viola, chitarra, percussioni, vibrafono e xylomarimba.
Nel Marteau troviamo una grande varietà di situazioni: passi di grande dolcezza si contrappongono a scatti nervosi e altri caratterizzati da una scrittura più densa si alternano a episodi in cui il tessuto sonoro è più rarefatto: la scrittura di Boulez – secondo il suo celebre motto «Schönberg è morto» – persegue il tentativo radicale di smantellare le forme classiche della composizione, interrompendone ogni criterio armonico e comunicativo sia nell’organizzazione dei suoni – con l’utilizzo della tecnica seriale – sia rispetto alle durate, alle intensità di volume, ai colori timbrici, alla suddivisione ritmica e alla geometria strumentale.
In apertura due brevi brani di altri due grandi compositori del Novecento, Densité 21,5 per flauto solo di Edgard Varèse e Hora lungă, il primo movimento della Sonata per viola sola di György Ligeti.

Pierre-André Valade en répétition avec le Polish National Radio Symphony Orchestra Katowice - Varsovie, sept. 2011 - Photo Claude Dufêtre

Pierre André Valade Ph. Claude Dufêtre

Interpreti del programma i musicisti dell’Ensemble Orchestral Contemporain, fondato nel 1992 a Lione e diretto per questo concerto da Pierre-André Valade; autentici specialisti della musica del XX e XXI secolo che vantano un repertorio di quasi cinquecento opere di duecento compositori diversi, incluse centosettanta prime assolute.
Il concerto – originariamente previsto in altra data – sarà preceduto da una guida all’ascolto (ore 18.30) a cura di Antonio Valentino e da un aperitivo offerto al pubblico (ore 19.30).

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