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Arriva sul podio delle celebrazioni decennali con tempismo perfetto il libro “Quelli che costruirono i Giochi. Un racconto inedito di Torino 2006” scritto da Loris Gherra e Luca Rolandi per le Edizioni Effedì.
Un modo intelligente e piacevole per raccontare un grande momento vissuto da questa città, dalle valli coinvolte, ma davanti a tutto dalle persone che vi hanno lavorato o hanno deciso di esserne parte come volontari. E ci sono tutti, citati con nome e cognome tutti i volontari senza esclusione alcuna , un lunghissimo elenco in cui si desidera essere presente, e con il dito si corre alla ricerca del proprio nome. E ritrovarlo è una gioia che vale li libro.
L’eredità dei Giochi di Torino 2006 non è solo fatta di palazzetti e infrastrutture, ma è anche un lascito di professionalità e risorse umane. Dieci anni fa, Loris Gherra e Luca Rolandi, giornalisti, che vivono e lavorano a Torino, tra il 2001 e il 2006, lavorarono al TOROC – il primo nell’ufficio stampa e il secondo nella redazione dei contenuti del sito web www.torino2006.org.
Una chiave di lettura, non solo istituzionale e sportiva, per riflettere su un evento che ha segnato una svolta nell’identità di Torino e delle sue Valli. Il libro è un riconoscimento all’impegno di 23.000 persone: 2.700 dipendenti e collaboratori del TOROC, 97 dipendenti dell’Agenzia Torino 2006 e oltre 20.000 volontari. Di quest’ultimi, 7.600 hanno proseguito nell’esperienza di volontariato post-olimpica, che si è concretizzata nella costituzione di diverse associazioni, tutt’oggi operanti nei grandi eventi internazionali che Torino ha ospitato. Sono state raccolte – anche grazie alla preziosa collaborazione degli studenti del Master in Giornalismo di Torino “Giorgio Bocca” – 27 storie rappresentative di un grande lavoro collettivo, che raccontano esperienze umane e percorsi professionali spesso di eccellenza, a testimonianza della qualità dell’organizzazione di Torino 2006.

Luca Rolandi

D’obbligo le prefazioni di Valentino Castellani, Evelina Christillin, Tiziana Nasi, Domenico Arcidiacono, la storia olimpica di Torino dalla candidatura al 2006 di Giuseppe Gattino e la testimonianza degli atleti olimpici Arianna Fontana e Enrico Fabris, e paralimpici Andrea Chiarotti e Gianmaria Dal Maistro con le f o t o d i Alberto Ramella/SYNC.

Qui uno stralcio di alcune testimonianze.

UN TEAM DI GIOVANI PROFESSIONISTI, L’ARRICCHIMENTO DI UNA ESPERIENZA DI LAVORO UNICA

Una delle esperienze più entusiasmanti del gruppo di lavoro di Raffaella Paniè, responsabile nel TOROC del Look e dell’Immagine di Torino 2006, è la stata la sfida di disegnare le medaglie olimpiche. Il “buon senso” avrebbe consigliato di affidare l’incarico a un designer esterno e invece il TOROC decise di dare spazio ai giovani grafici del team di Raffaella, scegliendo le medaglie con un concorso interno. “Un sogno per chi si occupa di grafica e design e desidera lasciare il proprio segno su un prodotto unico e destinato a durare nel tempo”. Il vincitore – Dario Quatrini, un brillante grafico pavese, ormai torinese d’adozione – ha avuto la straordinaria soddisfazione di veder il proprio progetto al collo degli atleti premiati sui podi di Torino 2006.

“Non sono arrivata al TOROC per far carriera. Era già molto soddisfatta di poter contribuire ad organizzare le Olimpiadi. Certo, una promozione due mesi dopo l’assunzione non dispiace a nessuno”. Ma il caso giocò la sua parte, visto che il suo capo decise di lasciare e a quel punto i dirigenti TOROC pensarono a lei per ricoprire il posto di Responsabile della selezione del personale. “Non ho avuto paura, anche se un po’ di tensione era normale, visto che mi era stata affidata una grande responsabilità. L’adrenalina che ti dava il fatto che fosse un evento unico si trasformava in paura, perché sapevamo di non poter sbagliare. Ma questo non mi ha impedito di cogliere l’occasione”, Donatella Isaia, responsabile della selezione del personale nel TOROC.

         Andrea Conci, ingegnere, entra in Agenzia Torino 2006 nell’ottobre 2002, insieme a Giorgio Fassinotti, uno dei dirigenti di punta dell’Agenzia, e, come suo assistente, inizia a seguire i lavori di realizzazione del Palasport Olimpico e della ristrutturazione del Palavela. Nel 2004 viene promosso dirigente e coordina i lavori del primo lotto del Palavela, dei Villaggi Media di Spina 3 e ITC-ILO-Bit a Torino. “Ho avuto il privilegio di lavorare con progettisti di rilevanza internazionale: in particolare ricordo con il rapporto di sintonia che si era instaurato con Gae Aulenti, progettista e direttore artistico del Palavela”.

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