Cambio di sede per l’assemblea annuale dell’Unione Industriali. La sede scelta è il nuovo stabilimento della Maserati di C.so Allamano. Nel gran dispiego di forze di Polizia all’entrata e di completi blu d’ordinanza sabauda, si staccava il rosso delle bandiere sindacali di Fiom e Cobas in morigerata protesta.
Incassate le defezioni di Matteo Renzi, nemmeno un videomessaggio, e di Giorgio Squinzi a capo di Confindustria per un improvviso malore, la prima voce che i quasi settecento accreditai ascoltano è quella di una operaia della Maserati, che rivendica appartenenza, orgoglio e forse l’imbarazzo di essere così esposta.
Nessun tentennamento invece nella lucida e forte relazione della Presidente Licia Mattioli, che delinea intenzioni future e difficoltà del periodo, chiedendo agli astanti di prestare orecchio ai rumori che provengono oltre la parete, i suoni delle linee in produzione. Rumori che definisce “battito fetale”, e rafforza come dalla fabbrica si è partiti e lì bisogna ritornare, alla produzione a dove le cose si concepiscono, si progettano e si realizzano, confermando la vocazione imprenditoriale piemontese. La crisi ha riportato il manifatturiero al centro del nostro sistema economico. Quando cresce l’industria, cresce un Paese. L’Unione Europea deve esserne consapevole e favorire la ripresa”.
Presenti il neo Presidente delle Regione Sergio Chiamparino e il Sindaco Piero Fassino, entrambi consapevoli, nei loro interventi, del ruolo centrale del lavoro per il rilancio di una regione che ha tutte le carte in regola, comprese quelle legali vedi al caso Mose, come sottolinea Chiamparino, per riacquisire forza e attrattiva per gli investitori.

Nel susseguirsi degli interventi, particolarmente apprezzato dagli astanti quello di Oscar Farinetti, intenzionato a suo dire a comprarsi una Ghibli, senza indicare se parlasse della vecchia Fiat Duna, o della nuova Maserati, venivano trasmessi veri e propri video spot a volume fiammeggiante.
Se è vero il principio per cui il luogo in cui si parla vale più di quello che si dice, indubbiamente la scelta di confluire all’interno della Maserati ha il suo motivo d’essere, dato probabilmente dall’uscita di Fiat ora FCA da Confindustria e come sede legale dall’Italia e dal rilancio di un’importante centro manifatturiero di grande qualità. Forse questo spiega la decisione di tacere del padrone di casa Sergio Marchionne insieme al presidente della Fiat John Elkann.
Così commenta a caldo la vicepresidente dei Giovani Industriali Giorgia Garola a fine convegno “il primo obiettivo delle imprese e di quello politico è, e rimane l’occupazione, e solo guardando nella stessa direzione riusciremo ad ottenere dei risultati credibili. Il cambio sede può rivelarsi una strategia vincente per ripartire e riaffermare il made in Italy, per imparare ad esportare ed a fare sistema, fare rete, un modello a cui la presidente Mattioli insieme a noi crede molto”.

 

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