Stazione Porta Susa

Il terzo Piano Strategico “Torino Metropoli 2025” è stato elaborato in due anni e mezzo di lavoro. 148 incontri, 230 enti coinvolti e oltre 500 persone direttamente mobilitate sono i numeri di un processo collettivo che ha disegnato un nuovo progetto per il futuro di Torino e della sua dimensione metropolitana.
Il principio che lo ha guidato è stata l’attivazione delle migliori risorse locali e delle molte competenze di cui Torino è ricca; il lavoro si è anche fondato sull’analisi dei dati socio-economici e progettuali locali, e le tendenze e le buone pratiche internazionali. Il lavoro per elaborare il terzo Piano, avviato nel giugno del 2012, si è sviluppato in tre fasi: una prima attività di ascolto dei soci di Torino Internazionale, degli stakeholder locali e di una task force di giovani esperti, chiamati a riflettere sul futuro della città; una seconda fase di elaborazione vera e propria del Piano; una terza fase di approfondimento e verifica della fattibilità dei progetti.
I lavori del Piano sono stati strutturati in due Commissioni – la Commissione Territoriale Metropolitana e la Commissione Sviluppo Economico locale – chiamate a indicare i temi di sviluppo e selezionare i progetti strategici. Alla prima hanno aderito 40 Enti pubblici, tra cui i 38 Comuni dell’area metropolitana, alla seconda hanno partecipato 60 organizzazioni, tra soggetti pubblici e privati. Accanto alle Commissioni hanno lavorato otto Gruppi tematici – Promozione e attrazione di investimenti, Attrattività locale, Capitale umano, Pubblica amministrazione e impresa, Qualità urbana, Poli di sviluppo economico, Mobilità metropolitana, Infrastruttura verde – composti da esperti di settori diversi, incaricati di esplorare scenari, approfondire i temi emersi e proporre i progetti prioritari.
In parallelo sono stati avviati tre tavoli “vocazionali strategici”, ritenuti tali per la maturità e la rilevanza dei temi trattati – Università, Cibo e Internazionalizzazione; due responsabili di temi trasversali Sostenibilità e Smart city; in ultimo è stato avviato un gruppo su Inclusione sociale. Un Comitato Scientifico, composto da nove esperti locali e internazionali, ha guidato e orientato i lavori delle Commissioni e dei gruppi, affiancate nel percorso di lavoro da due team scientificoprofessionali con la funzione di supporto tecnico–metodologico. Diverse ricerche e seminari aperti al pubblico hanno rafforzato l’elaborazione del Piano. La cabina di regia dell’intero processo era composta da: nove membri del comitato scientifico, tredici coordinatori (tra commissioni, gruppi e assistenze) e sei professionalità quotidianamente dedicate all’organizzazione del processo.
Gli obiettivi del terzo Piano Strategico si realizzano attraverso due strategie complementari: costruire la governance metropolitana e abilitare il sistema economico ad una nuova fase di crescita e sviluppo.
Le due Strategie sono fortemente interrelate, necessitano l’una dell’altra. Non ci sarà crescita economica senza un approccio mirato a fare sistema e integrare politiche e azioni a scala metropolitana. Non si riuscirà a coordinare l’azione di attori pubblici e privati a scala metropolitana se essi non vedrannno il beneficio in termini di sviluppo complessivo, ma anche dei loro territori. 2 La strategia per costruire la governance metropolitana punta a creare strumenti, politiche e pratiche di intercomunalità su governo del territorio, servizi e funzioni amministrative.
Agire su scala metropolitana in termini di politiche, pratiche, azioni, istituzioni e agenzie porta a numerosi benefici per le persone e le imprese: economie di scala e massa critica; riduzione delle sovrapposizioni; maggiori investimenti; efficienza gestionale nelle attività di servizio e funzioni pubbliche; riduzione di spreco e miglioramento dei servizi; accrescimento delle capacità locali e adeguamento agli standard internazionali.
Reggia di Venaria

Questa strategia si declina in sei direzioni progettuali, tutte da perseguire a scala metropolitana: razionalizzare le scelte territoriali e spaziali; attrarre investimenti e razionalizzare i progetti di sviluppo economico; governare, rendere più efficiente e accessibile il sistema pubblico e privato della mobilità; mettere a sistema e favorire la gestione integrata delle principali infrastrutture verdi; integrare, aumentare e gestire reti, politiche e infrastrutture sostenibili, dal punto di vista economico, ambientale e sociale; incrementare la capacità innovativa della pubblica amministrazione (PA). La strategia per abilitare il sistema economico e sociale punta ad aumentare la competitività dei fattori economici di tutta l’area metropolitana. Questa strategia non identifica singoli investimenti infrastrutturali, né settori economici specifici sui quali investire, ma valorizza i “fattori abilitanti” orizzontali che creano le condizioni per investimenti più produttivi, favoriscono lo sviluppo dell’intero sistema economico, territoriale e sociale, riducendo i costi del fare impresa e sbloccando energie potenziali.
Nel contesto torinese i fattori abilitanti più impattanti sono la promozione del territorio e delle sue eccellenze, l’attrazione d’investimenti mirati alla nuova economia, lo snellimento della burocrazia locale, la qualificazione del capitale umano, l’applicazione di nuove tecnologie per una città più intelligente, una mobilità più efficiente, una “fabbrica” più intelligente, un tessuto urbano attraente e accogliente per tutti. Concentrarsi su questi fattori significa valorizzare al massimo le risorse disponibili e favorire nuove forme di occupazione. Le due strategie si concretizzano nel Piano attraverso 29 progetti: 8 di governance metropolitana, 21 di sviluppo economico.

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