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Dopo 15 mesi di cantiere a restauro concluso, il complesso delle Porte Palatine viene restituito alla cittadinanza. Il monumento si trova all’interno di un parco urbano abbastanza distante dalle vie del traffico. Il lavoro a carattere conservativo  ha tenuto in considerazione la particolare disomogeneità del degrado rispetto alle varie parti del complesso.
Nota come Porta Doranea già nell’XI secolo, il nome Porta Palatina è sicuramente successivo all’epoca romana e deriva dal latino Porta Palatii. L’origine di tale termine è ragionevole attribuirlo alla contiguità del Palatium, ovvero l’edificio che fu sede imperiale dei sovrani Longobardi.
Gli interventi si possono suddividere in opere specifiche di restauro con l’utilizzo di tecniche, materiali e manodopera specialistica e opere edili per la realizzazione degli apprestamenti e degli accorgimenti necessari alla preservazione del bene.
Sono stati utilizzati materiali e tecniche compatibili con l’approccio filologico del restauro e si è rispettata l’ormai consolidata metodologia operativa, attraverso indagini preliminari, mappature, analisi, rilievi e documentazione fotografica, al fine di chiarire con precisione lo stato di conservazione degli elementi e gli specifici interventi da realizzare.
Il restauro ha coinvolto in particolare il fronte nord della Porta Palatina e la parte bassa del fronte sud, oltre al tratto di cortina muraria a essa adiacente su entrambi i fronti. Si è iniziato con una prima importante pulitura per eliminare le erbe infestanti, i muschi e le croste di sporco specialmente sul muro di cinta e nelle parti più basse della Porta. Successivamente sono stati realizzati una serie di consolidamenti, stuccature e microstuccature, cuci–scuci e riconfigurazioni del paramento murario e, a completamento, è stato effettuato un adattamento cromatico nelle parti che risultavano disomogenee.
Particolare attenzione è stata posta nella revisione di tutte le copertine in malta sommitali: sono state rifatte le impermeabilizzazioni e le faldalerie, sia sulle torri della Porta, sia sull’’interturrio(parete fra le due torri). Nelle cornici intermedie dell’interturrio e nelle finestre, invece, sono state attentamente revisionate e parzialmente integrate le copertine.
Durante gli interventi, in particolare sul muro di cinta, è stato possibile effettuare un rilievo storico–stratigrafico che ha consentito di definire tutte le fasi costruttive e i relativi periodi di riferimento. Grazie a questo lavoro si è prodotta una ricca documentazione grafica e fotografica oltre la stesura di una relazione scientifica sull’attività svolta.
La documentazione, finalizzata alla progettazione dell’intervento del Consorzio San Luca sulla Porta Palatina, è stata arricchita dall’impiego di un drone che ha consentito, grazie alle immagini ravvicinate, di conoscere in maniera approfondita le forme di degrado in atto sul monumento e del suo muro di cinta. Quest’ultimo, per la sua rispettabile mole di circa dieci metri di altezza e quaranta di lunghezza, ha richiesto moltissime ore di lavoro.
Il progetto definitivo – per un importo complessivo stimato di 594mila euro, IVA compresa – è stato finanziato per la maggior parte dalla Compagnia di San Paolo e, in parte minore, con fondi della Città.

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