“Tra Torino e Giaveno presente e passato si legano inesorabilmente come un filo che non si può spezzare: dalla Belle Époque alla Grande Guerra, dalla nascita del Fascismo fino alla Seconda Guerra Mondiale, i protagonisti di questo romanzo sono parte della Storia per poi divenire testimoni della “guerra civile” apertasi dopo l’8 settembre in una delle zone della resistenza italiana alle porte di Torino: la Val Sangone.”
Succede a volte che l’ispirazione per un romanzo venga da molto vicino. Se non dalla propria vita, magari avventurosa e interessante, da quella della famiglia in tempi lontani. Tra le due guerre, come nel romanzo di Giulietta Gastaldo Ponzetto.
Nata a Giaveno, dove ancora vive e svolge la professione di insegnante, l’autrice è sempre stata una lettrice appassionata e interessata alla storia. Il ritrovamento di alcuni carteggi nella casa di famiglia, qualche anno fa, le ha dato lo spunto per scrivere una saga familiare che partendo dal vissuto di due personaggi femminili racconta i grandi episodi del ‘900 piemontese e italiano.
Protagoniste della storia sono la piccola Giulia, che nella Giaveno del 1976 viene condizionata dai racconti della nonna Ludovica e dal carattere difficile del padre, e la stessa Ludovica che all’inizio del secolo riceve un’educazione molto rigida le cui uniche gioie vengono dal nonno.
Presente e passato si condizionano attraverso i ricordi e la storia del Paese si mescola alla storia della famiglia attraverso la Belle Epoque, le due Guerre, la nascita del Fascismo e la guerra civile.
Inevitabili i cambiamenti che il mondo subisce, coinvolgendo ogni famiglia, modificando esistenze e lasciando un segno indelebile nelle memorie di chi ha vissuto in prima persona gli eventi.
Personaggi che risultano, come nel titolo, “Prigionieri di un passato”.
Giulietta Gastaldo traspone in forma romanzata la storia della sua famiglia, aiutata dalle carte, dalle fotografie scattate dal bisnonno a inizio secolo. Bisnonno, Antonio Mario Guglielmino, che è l’autore di numerosi dipinti eseguiti nei Santuari di Giaveno e Oropa, nonché in diverse chiese e palazzi signorili di Torino e del Piemonte. Tra le carte ritrovate dall’autrice, infatti, spiccano anche riduzioni in scala di acquerelli e quadri dipinti dal bisnonno.
Il privato e il pubblico, la famiglia e la Storia. Tutto si mescola e viene narrato in modo avvincente.
Pubblicato per Il Punto con prefazione a cura dello storico Gianni Oliva, da cui l’autrice ha approfondito soprattutto il periodo della guerra civile in val Sangone, zona in cui si svolgono i fatti narrati. Zona in cui, come in molti altri luoghi della resistenza, il dolore e le ferite non sono ancora dimenticati.
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