“CI SI ABBRACCIA PER RITROVARSI INTERI”. L’Università degli Studi di Torino presenta UniVerso.
Le parole di Alda Merini, Goethe, Modugno, dei Beatles per esprimere le emozioni dei giovani sulla perdita della socialità e sulle speranze nell’avvenire.
UniVerso è stato presentato il 18 maggio attraverso l’inaugurazione di Voci dall’Universo, l’installazione multimediale collocata nel cortile del Rettorato dell’Università degli studi di Torino, firmata da Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, primo progetto del nuovo cartellone di eventi proposto dall’Ateneo con l’intenzione di diventare un osservatorio permanente sulla contemporaneità.
Scansionando un QR Code il totem crea interazione tra i passanti e, attraverso le voci degli studenti della Scuola del Teatro Nazionale di Genova, vivifica pensieri di scrittori, musicisti e poeti selezionati da un gruppo di studenti di diversi Dipartimenti dell’Università, tramite cui immergersi tra le emozioni contrastanti dei giovani che hanno assistito alla trasformazione della propria quotidianità.
Lezioni magistrali, dibattiti, interviste, narrazioni, performance, installazioni ed esposizioni costituiscono i pilastri di UniVerso, un progetto che intende inaugurare – afferma il Rettore Stefano Geuna – una nuova formula di connessione con il territorio creando intersezioni tra scienze sociali, tecnologia, arti e spettacolo, per cogliere i nodi del presente e ragionare sulle sfide del futuro. Un’occasione per riflettere sul nostro tempo e sulla cultura – prosegue il Rettore – come “volano strategico per il rilancio economico della città in questa fase post pandemica”.
Una possibilità – quella di interagire con il totem installato nel cortile del Rettorato, fino al 7 giugno – di confrontarsi con le voci di autori che fanno vibrare corde sensibili, in grado di proiettare in una dimensione ricca di suggestioni in cui riconoscersi e ritrovare il senso di un’umanità che la pandemia ha sostituito con il distanziamento e la tecnologia. Voci dall’Universo diventa quindi un primo stimolo per una riflessione che, senza trascendere spazio e tempo, si pone come occasione di analisi di ciò che ci rende umani.
Pietro Rubino