Gli spazi dell’Associazione culturale Made ospitano, a partire dal 30 aprile 2013, Beautiful Men, progetto fotografico di Marcello Bonfanti, racconto visivo di un viaggio in tre Paesi di tre continenti diversi, Cuba, Cina e Tonga, alla scoperta intima di una dinamica universale: l’affermazione di un’identità di genere diversa da quella biologica.
Il viaggio comincia a Cuba, nelle stanze segrete di San Isidro, un quartiere popolare di L’Avana dove, di notte, gli uomini, come crisalidi, si trasformano in donne. Si esibiscono quindi in spettacoli clandestini di cabaret, pubblicizzati all’ultimo momento per un’audience ristretta in locations segrete decise di volta in volta, al riparo dalla repressione di stato (in atto nel 2004, quando sono state scattate le foto) e dalla cultura machista.
Il percorso prosegue poi in Cina, spostandosi nei backstage dei cabaret gay di Pechino, dove alcuni gruppi di drag queens negli ultimi anni sono usciti allo scoperto, dopo aver segretamente mantenuto in vita per decenni una secolare tradizione, quella dell’interpretazione di ruoli femminili da parte di uomini, nata col teatro dell’opera cinese e soppressa da Mao. Lo sguardo dell’autore indaga infine sulla secolare tradizione dei Fakaleiti polinesiani, considerati il terzo sesso delle Isole Tonga. I Fakaleiti sono uomini cresciuti per loro scelta o per scelta della famiglia, come se fossero donne.
Ciò può soddisfare le spontanee inclinazioni del bambino, o l’esigenza di una figlia femmina all’interno di una famiglia in cui ci sono solo figli maschi. I Fakaleiti, integrati e rispettati dalla società tongana, svolgono il compito di valletti presso la famiglia reale. Il peso delle convenzioni vacilla nel progetto fotografico Beautiful Men, che ci traghetta nell’inconscio dei protagonisti, dove la psiche prevale sulla biologia e trasforma il maschile in femminile.
Un processo in cui il corpo diventa incongruente rispetto alla mente, facendo affiorare il malinconico desiderio di pacificazione della forma con la sostanza. Una forma che insegue un’armonia desiderata, ma mai pienamente raggiunta. In questo processo, l’abito non ha solo un senso pratico ed estetico, ma diventa simbolo di affermazione indentitaria. Un processo che stride rispetto all’idea di una norma biologica, messa in dubbio da queste immagini che la fanno apparire come una semplice aspettativa e non come qualcosa di universalmente valido. Di universale colgono invece il ricorrere di una dinamica che si manifesta in tutte le parti del mondo, attingendo dai simboli, dall’estetica, dalle tradizioni e dalla cultura del luogo. Cultura che a volte reprime, a volte nasconde e a volte accetta ed integra.
L’intensità delle immagini di Marcello Bonfanti nasce da un profondo studio della storia della pittura. La composizione rinascimentale e l’impianto di luci spesso barocco, staccano le figure dal contesto, le nobilitano e sottolineano l’identità dei personaggi. Un’identità spesso sofferta, stridente, tormentata e alla ricerca di affermazione tramite l’accurata costruzione di una bellezza esteriore, che cancella il se di partenza.
L’autore usa l’immediatezza della fotografia per raccontare la gioia che segue il dolore della metamorfosi, la leggerezza dell’apparire che cancella la pesantezza dell’introspezione.
Le immagini contengono una dualità spesso contraddittoria, che anche in tanti altri settori caratterizza il genere umano, contraddizione che lo sguardo di Marcello Bonfanti ha saputo catturare e riportare con sensibilità e rispetto.
Le immagini del progetto fotografico di Marcello Bonfanti dove la bellezza non ha sesso.
Dal 30 Aprile 2014 al 31 Maggio 2014
LUOGO: Associazione culturale Made Tel +39 338 3493125
CURATORI: Daniela Boni
COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito
SITO UFFICIALE: http://http://wemadeforlove.com/