Oggetti storici

Una mostra “distillata” per celebrare i 260 anni di storia e di eccellenza del marchio Cinzano al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.

Una donna dai folti capelli scuri, avvolta da un candido vestito bianco e cinta da nastri dorati, si staglia su uno sfondo nero illuminato dal drappo giallo che la circonda. Adagiata su due grappoli d’uva, l’eterea figura femminile, a metà tra l’umano e il divino, è intenta a offrire una bottiglia di vino spumante all’osservatore. È con questa stampa litografica di Leonetto Cappiello che si è inaugurata oggi la mostra “Cinzano: da Torino al mondo. Viaggio alla scoperta di un’icona italiana”, volta a tutelare e a valorizzare l’eredità del brand ed elaborata con il contributo di un comitato scientifico di spicco, coordinato da Paolo Cavallo, che ha curato il riordino dell’archivio storico.
Il manifesto, immagine guida non solo dell’esposizione, ma anche delle celebrazioni per i 260 anni del marchio, è uno dei pezzi più iconici di quest’ultimo: l’uva, infatti, materia prima della produzione di vermouth e di vini spumanti, diventa qui protagonista insieme alla donna-ambasciatrice del brand.

Lorenzo Sironi, Senior Marketing Director del Gruppo Campari

Le sezioni tematiche della mostra sono tre: la prima è dedicata alla comunicazione pubblicitaria, con l’eccezionale produzione artistica che Cinzano ha promosso avvalendosi della collaborazione dei più importanti illustratori e grafici pubblicitari del Novecento: sono, infatti, 26 i manifesti d’epoca visibili e restaurati recentemente per l’occasione; la seconda traccia una storia complessiva del marchio, dalle origini sabaude al consolidamento internazionale, attraverso una linea del tempo che illustra le tappe principali della storia della famiglia e dell’azienda; la terza, infine, mette in scena le collezioni di oggetti storici del brand, quali targhe promozionali, vassoi, bicchieri, shaker e antiche bottiglie risalenti all’Ottocento.

La storia di Cinzano inizia a Torino a metà del XVIII secolo. È qui che, nel 1757, il confettiere Carlo Stefano Cinzano impianta la sua attività, in via Dora Grossa (l’attuale via Garibaldi), raggiungendo le vette più alte della sua arte e divenendo anche fornitore della Casa Reale. Ma è a inizio Ottocento che Francesco Cinzano trasforma un’attività artigianale a conduzione familiare in una grande impresa industriale, legando indissolubilmente il proprio cognome con l’arte della produzione di vermouth, liquori e vini. Infatti, grazie a un’astuta strategia pubblicitaria e al lavoro di infaticabili viaggiatori di commercio – quali Giuseppe Lampiano e i fratelli Carpaneto – già a inizio Novecento il marchio conquista in poco tempo i più importanti mercati nazionali e internazionali, apparendo sui cartelloni, nei negozi e nei locali pubblici di ogni paese.
Donna adagiata su grappoli d'uva
Tra le opere esposte, che hanno caratterizzato la storia e l’ascesa di Cinzano, si ricordano, in particolare: “Il dio Pan”, il primo manifesto dell’azienda, realizzato nel 1898 da Adolf Hohenstein, il quale ritrae il dio Pan intento a suonare lo zufolo e sullo sfondo una ninfa che spreme un grappolo d’uva in una coppa di alabastro: le divinità, entrambe legate alla terra e alla fertilità dei campi, sottolineano l’importanza dell’uva quale principale materia prima per la realizzazione dei prodotti; “La zebra” – uno dei simboli emblematici del brand – compiuta nel 1910 da Leonetto Cappiello e raffigurante un uomo, probabilmente Zeus, nel ruolo di ambasciatore, a cavallo di una zebra di un rosso brillante, nell’atto di offrire il suo bene più prezioso, il vermouth; e, ancora, “Bottiglia con bandiere”, sempre di Cappiello, al cui centro vi è una bottiglia dalle sembianze umane che regge le bandiere di Brasile, Francia, Stati Uniti, Germania, Portogallo e Italia, a evidenziare l’internazionalità di cui il brand era già forte nel 1921, oltre alle rotte commerciali principali di cui esso godeva.
Bottiglie
Sede della mostra, visibile fino al 14 gennaio 2018, è il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, perché, come ha spiegato il direttore Ferruccio Martinotti, “la timelapse dell’azienda Cinzano si sovrappone direi integralmente con quella del nostro museo: per esempio, anche noi raccontiamo la Storia con la S maiuscola, dall’età delle grandi rivoluzioni del Settecento alle soglie della prima guerra mondiale, e anche noi, inoltre, eravamo presenti all’Esposizione Generale di Torino del 1884. Siamo, quindi, fieri e orgogliosi di ospitare qui questa mostra”.
Roberta Scalise
La zebra

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