Aprirà tra circa un anno a Torino, CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, con l’obiettivo di esplorare le valenze sociali e artistiche della fotografia in generale, con particolare attenzione alla preservazione e alla valorizzazione della fotografia italiana del XX e XXI secolo, la sede prescelta è quella dell’Isolato di Santa Pelagia, già Opere mendicità Istruita, via delle Rosine, la cui ristrutturazione è stata affidata allo studio Camerana & Partners.
Il progetto, per cui si suppone un investimento intorno al milione e mezzo di euro, è promosso dal “ Comitato per un Centro Nazionale per la Fotografia”, con il patrocinio della Città di Torino, sostenuto da due partner istituzionali, Eni e Intesa Sanpaolo, e in collaborazione con Magnum Photos e Leica Camera Italia.
CAMERA sarà una Fondazione, avente come scopo lo sviluppo, lo studio, l’esposizione, la didattica, la conservazione e il proposito di divenire un hub internazionale per la fotografia. La gestione della Fondazione sarà affidata a un organo amministrativo collegiale. La stessa potrà contare su organi consultivi composti da figure di primo livello nell’ambito della fotografia nazionale e internazionale e da rappresentanti del mondo istituzionale. Sarà nominato un Direttore del Centro con delega operativa.
Nulla di più interessante e ben fatto se non affiorassero immediatamente alla memoria alcuni elementi di oscura storia cittadina. Alla parola Fondazione ai presenti in sala è parso di veder apparire il mozartiano convitato di pietra; perché una Fondazione in città vi era già e con un curriculum di tutto rispetto; vi si tennero mostre importanti, si fece ottima didattica, si costruì un laboratorio di restauro di primordine, e venne costituito un archivio di notevole qualità.
Poi qualcosa andò storto, al punto che la Fondazione venne precipitosamente commissariata e successivamente chiusa, e buona notte ai suonatori, e a quelli che vi lavoravano. Per nulla toccati dalla cosa i forestieri, soprattutto milanesi, impazienti di possibili collaborazioni.
Interpellato sull’argomento l’Assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe spiega: “uno dei crucci della nuova giunta, quando si è insediata, era come si poteva recuperare quell’esperienza, stiamo ragionando insieme alla Regione e alla Provincia  come poter far confluire una parte dell’archivio dentro questo nuovo soggetto, stabiliremo tempo e metodi e vorremmo che questo possa divenire un tassello di una esperienza più vasta”.  
Di pessimo auspicio per la giornata di presentazione l’arrivo dell’incriminazione per disastro ambientale dell’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, presente in sala con il Sindaco Piero Fassino, il Presidente del Consiglio di Gestione Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros Pietro, la direttrice di Magnum Photos Lorenza Bravetta, il fotografo Alex Majoli, ed il Presidente del Comitato Promotore Emanuele Chieli.

Scaroni si è dileguato poco prima che arrivassero le notizie dalle agenzie nei suoi confronti, la sentenza dichiara che i giudici intendono chiuderlo in una “camera” per almeno tre anni.
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