E’ dal 1998 che una testata racconta la città di Torino utilizzando un volto, una faccia, un viso di un persona nota dedicandogli lo spazio dell’intera copertina. Colto in primo piano, il personaggio, talvolta è capace di interpretare il momento, il carattere, l’indole, la natura di quella categoria sfuggente e inafferrabile che rappresenta la comunità dei cittadini di una piccola metropoli.
TorinoMagazine
Le foto rispettano il tratto individuale del prescelto e non trasformano mai le persone in personaggi, interpretando perciò al meglio la sottile diffidenza tipica del torinese che ama la ribalta per il tempo di un minuto per poi dedicarsi subito a cose concrete. Dietro a questa scelta c’è probabilmente molta della filosofia che guida una rivista al traguardo dell’età adulta: trenta primavere. Arrivandoci in piena salute, solida, apprezzata e vivace di curiosità leggera e  ben informata. 

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Per i suoi trent’anni cambia solo apparentemente modello e, in copertina mette se stessa. Fondo argentato, testo in rosso, anni di percorrenza in bianco in posizione centrale e 252 pagine di interviste esclusive e reportage con l’obiettivo di informare i torinesi, mostrando loro il meglio che Torino aveva e avrà da offrire. Uno storytelling corale che dal 1988 prosegue ancora oggi continuando ad animare e colorare il territorio.
Dice il Direttore Guido Barosio “Se ci voltiamo indietro ad osservare il lavoro fatto non possiamo che farci prendere dall’emozione. Nelle nostre trentamila pagine abbiamo accompagnato la città nel suo cammino, abbiamo visto Torino trasformarsi e raccogliere tante sfide: le Olimpiadi, il Salone del Libro e quello del Gusto, i centocinquantanni dell’unità d’Italia, il rinnovamento urbanistico che oggi esibisce il grattacielo Intesa Sanpaolo, la nuova Porta Susa, la metropolitana e le OGR. E noi ci siamo stati sempre, abbiamo raccontato e abbiamo anticipatolo lo spirito dei tempi. Come quando Torino Magazine ha avvicinato la città a Expo 2015.

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Il Direttore Guido Barosio

Raccontare il patrimonio storico e culturale della città, documentare con attenzione il presente attraverso gli occhi dei protagonisti che nel corso del tempo si sono avvicendati tra le pagine e con questo spirito che oggi Torino Magazine si rivolge al futuro confermando il proprio legame con Torino. 
Tiene a precisare Andrea Cenni, direttore editoriale della testata, «Questa è l’occasione per dire un grazie sincero a tutti i torinesi che in questi anni si sono ‘dati da fare’ in mille modi per questa città. sappiamo perfettamente che senza di loro Torino Magazine non sarebbe potuto esistere».

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Andrea Cenni, direttore editoriale

Tornado ai volti che campeggiano le copertine di centinaia di numeri tornano in mente le parole di una canzone di Renato Zero che sembrano ben attagliarsi:

Dietro questa maschera, c’è un uomo e tu lo sai!

L’uomo di una strada che è la stessa che tu fai.

E mi trucco perché la vita mia,

non mi riconosca e vada via…

Ogni giorno racconto la favola mia

La racconto ogni giorno, chiunque tu sia…

E mi vesto di sogno per darti se vuoi,

L’illusione di un bimbo che gioca agli eroi!

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